Il nuovo Storia&Geo - volume 2

5 L’UOMO E LA CITTÀ

Il problema della cementificazione

Al termine “cementificazione” si attribuisce di solito un significato negativo, che indica la costruzione eccessiva e non pianificata di edifici, o altre strutture artificiali, su un territorio, con una conseguente ricaduta negativa sull’ambiente.

Il pericolo forse più evidente è la deturpazione del paesaggio: l’edificazione di strutture in numero eccessivo, o di natura troppo differente da quelle già presenti, rischia di modificare completamente il “volto” tipico di un determinato territorio. In un Paese come l’Italia, dove il paesaggio – sia esso naturale o modellato dall’uomo nel corso dei secoli (come certi paesaggi agricoli) – è considerato un patrimonio da proteggere e valorizzare, la minaccia della cementificazione è particolarmente grave. Per questo associazioni come il Fondo per l’Ambiente Italiano (Fai), Italia Nostra e Legambiente si battono per la salvaguardia del paesaggio, e le stesse amministrazioni locali intervengono ponendo vincoli alla costruzione in determinati luoghi.

Un’altra conseguenza della cementificazione è l’occupazione del territorio, che potrebbe essere destinato ad altri usi. Se si tratta di un’area naturale, è evidente che la costruzione di edifici minaccia il suo ecosistema, mettendo in pericolo l’esistenza di molte specie animali e vegetali. La maggior parte delle nuove costruzioni interessa però terreni agricoli: si stima che in Italia, negli ultimi 20 anni, il 15% dei terreni agricoli nazionali sia stato perduto a favore delle aree edificate. Questo riduce l’attività del settore agricolo, costringendo a importare cibo.

La cementificazione è inoltre uno dei principali fattori responsabili del dissesto idrogeologico, cioè l’insieme dei fenomeni che causano l’instabilità del suolo. Costruire in determinate aree modifica infatti i flussi naturali delle acque (come l’acqua piovana che, non potendo più penetrare nel suolo cementificato, scorre sul terreno con esiti spesso imprevedibili), aumentando l’erosione del terreno. La conseguenza è l’aumento di fenomeni come frane e alluvioni, che spesso provocano danni e vittime.

Non mancano infine conseguenze legate al clima. Le aree densamente costruite costituiscono le cosiddette “isole urbane di calore” (dall’inglese urban heat island): gli edifici, a causa dei materiali con cui sono realizzati, trattengono il calore, come quello dei raggi solari, in misura maggiore rispetto agli elementi naturali del paesaggio. È a causa di questo fenomeno, oltre alla presenza crescente nelle aree urbane di processi che generano calore (come quelli che avvengono nei motori delle automobili), che nelle grandi città la temperatura media è di solito più alta rispetto a quella delle aree circostanti. Questo a sua volta determina un maggiore utilizzo di energia, dannoso per l’ambiente, dovuto all’uso di sistemi di raffreddamento, come i condizionatori d’aria.

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Da Roma imperiale all’anno Mille