Verso le competenze

I SAPERI FONDAMENTALI

L’AMBIENTE E LE RISORSE

La rivincita delle foreste e il regresso economico

La crisi economica e sociale che seguì la caduta dell’impero romano d’Occidente, acuita da gravi carestie ed epidemie, provocò un notevole calo della popolazione e la diminuzione delle coltivazioni agricole, determinando l’espansione delle foreste. Le invasioni dei popoli germanici causarono infatti un regresso tecnico nelle modalità di sfruttamento dei campi, riducendo la produttività delle terre.
Lo spopolamento delle città ridusse anche le attività artigianali e commerciali e provocò in Occidente il ritorno a un’economia di sussistenza; l’impero romano d’Oriente, invece, continuò a espandersi economicamente grazie al controllo delle rotte marittime e agli scambi commerciali con il lontano Oriente. Di questi rapporti approfittarono anche alcune città italiane, tra cui Ravenna, che divenne uno dei più importanti porti commerciali del Mediterraneo.

IL RACCONTO DELLA STORIA

I Germani e l’eredità romana

La disgregazione dell’impero romano d’Occidente favorì la nascita di nuovi Stati basati sulla coesistenza tra gli invasori germanici e la precedente popolazione di origine romana. La fusione tra Germani e Romani fu molto lenta soprattutto nel campo del diritto; la diffusione del cristianesimo tra gli invasori rappresentò invece un elemento unificante.
I primi regni romano-germanici furono fondati dai Franchi nella Gallia settentrionale, dai Visigoti in Spagna e dai Vandali in Africa settentrionale.

L’Europa da Clodoveo a Teodorico

L’espansionismo territoriale dei Franchi fu guidato dalla dinastia dei Merovingi, sostenuta dalla Chiesa di Roma in seguito alla conversione del re Clodoveo. In Italia si formò invece il regno degli Ostrogoti, che sotto la guida del re Teodorico riuscì a realizzare le condizioni per una coesistenza pacifica tra Ostrogoti e Romani.

Costantinopoli e la continuità dell’impero

Mentre l’Occidente subiva le invasioni dei Germani, nell’impero romano d’Oriente si sviluppò la civiltà bizantina, che possedeva grandi risorse economiche e un esercito molto potente. La stabilità dello Stato consentì agli imperatori bizantini di consolidare la propria autorità, rafforzata dalla completa sovrapposizione tra potere civile e potere religioso (secondo un’idea di governo definita dagli storici cesaropapismo).

L’età di Giustiniano

Durante l’impero di Giustiniano I (527-565) i Bizantini raggiunsero la massima espansione nel Mediterraneo: i loro domini si estendevano dall’Anatolia alla Spagna. L’imperatore promosse anche un’importante riforma legislativa, con la stesura di un codice di leggi (il Corpus iuris civilis) che riordinò le antiche norme romane.

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La guerra greco-gotica e il declino di Costantinopoli

Agli inizi del VI secolo i Bizantini sfruttarono la crisi dei regni romano-germanici per invadere l’Occidente. La guerra greco-gotica (535-553) provocò terribili devastazioni nelle campagne e nelle città dell’Italia e fu vinta dai Bizantini, che trasformarono la penisola in un esarcato (provincia imperiale), con capitale Ravenna.

I Longobardi e la conquista della penisola

Poco dopo la morte di Giustiniano I l’impero bizantino entrò in crisi e perse gran parte dei territori conquistati, soprattutto in Italia, che non resistette all’invasione dei Longobardi (569), una popolazione di origine germanica proveniente dalla Pannonia. Essi stabilirono un governo autoritario, sottomettendo con la forza la popolazione di origine romana e distruggendo numerosi luoghi di culto cristiani. Alla fine del VI secolo l’Italia era divisa tra i domini longobardi, che controllavano l’entroterra e le regioni settentrionali, e quelli bizantini, concentrati prevalentemente lungo le coste e nell’Italia centrale.

Sotto il regno di Rotari, nel 643 i Longobardi si dotarono per la prima volta di un codice di leggi scritte (editto di Rotari). 

I rapporti con la Chiesa e l’arrivo dei Franchi

Per consolidare il proprio potere politico, nel VII secolo i sovrani longobardi si riavvicinarono alla Chiesa, che aveva notevole influenza sulla popolazione di origine romana, e favorirono la conversione dei sudditi germanici dall’arianesimo al cattolicesimo.
Nell’VIII secolo la ripresa dell’espansione territoriale dei Longobardi ai danni della Chiesa spinse il papa a interrompere l’alleanza e a chiedere l’intervento dei Franchi, che, alla guida di re Carlo, sconfissero definitivamente i Longobardi e posero fine al loro regno in Italia.

Il ruolo sociale e culturale della Chiesa

L’instabilità politica e il vuoto di potere che caratterizzò l’Occidente in questo periodo aumentò l’autorità della Chiesa: papa Gregorio Magno, alla fine del VI secolo, fu protagonista delle vicende politiche europee. Intanto, nell’ambito del cristianesimo nascevano nuove forme di spiritualità: gli eremiti si ritiravano in preghiera in completa solitudine, mentre i monaci fondarono comunità (i monasteri) organizzate secondo severe regole di disciplina. In pochi secoli il monachesimo si diffuse nel Vicino Oriente e in Europa: il più importante monastero fu fondato nel 529 a Montecassino da san Benedetto.

Il nuovo Storia&Geo - volume 2
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Da Roma imperiale all’anno Mille