La guerra greco-gotica e il declino di Costantinopoli

7.2 L’IMPERO ROMANO D’ORIENTE

La guerra greco-gotica e il declino di Costantinopoli

Al culmine del suo potere, dopo aver soffocato le rivolte popolari e aver eliminato gli oppositori interni, Giustiniano intraprese una politica di espansione volta a riunificare sotto un unico potere i territori un tempo appartenuti all’impero romano. In pochi anni, questa politica aggressiva avrebbe permesso di estendere i domini di Costantinopoli su quasi tutte le coste del Mediterraneo.

La conquista bizantina dell’Occidente

In Occidente, i regni romano-germanici si trovavano in forte difficoltà.
Le guerre per il controllo dei territori contesi e le difficoltà nel realizzare una piena integrazione tra Germani e Romani avevano infatti seriamente indebolito gli Stati sorti in seguito alla frammentazione politica dell’impero d’Occidente. Questa situazione spiega la rapida conquista bizantina dell’Occidente da parte di Giustiniano. Egli affidò le operazioni militari al generale Belisario che, grazie al predominio marittimo della flotta e alla solida organizzazione del suo esercito, conquistò facilmente il regno dei Vandali in Africa. Da qui, Belisario poté rivolgere l’attacco alla penisola Iberica, dove tuttavia la strenua resistenza dei Visigoti limitò la sua avanzata alle regioni meridionali ( ATLANTE, pp. 12-13). La conquista delle coste africane, in ogni caso, rafforzò la supremazia marittima bizantina nel Mediterraneo. Il passo successivo fu l’attacco al regno degli Ostrogoti, che erano entrati in una fase di instabilità politica e di declino dopo la morte del re Teodorico.

La lunga guerra in Italia

A Teodorico era succeduto, appena bambino, il nipote Atalarico, e poi la madre di questi, Amalasunta, che aveva in parte ripreso la politica moderata del padre. L’uccisione di Amalasunta da parte del cugino Teodato, tuttavia, fece precipitare la situazione. La persecuzione dei cattolici praticata dai dignitari di corte ariani fece perdere ai sovrani ostrogoti il sostegno della maggioranza della popolazione e compromise seriamente la tenuta del regno, esponendolo alle mire espansionistiche di Bisanzio.
Nel 535 d.C. iniziò dunque la guerra greco-gotica, così chiamata perché contrappose i Bizantini, eredi della cultura greca, al popolo germanico insediato in Italia.
Le truppe di Belisario penetrarono nella penisola dai Balcani, ma incontrarono una tenace resistenza da parte degli Ostrogoti nell’Italia settentrionale. Nonostante avesse l’appoggio della popolazione di origine romana e delle autorità ecclesiastiche, che consideravano l’invasione come un’opportunità per liberarsi dal dominio degli Ostrogoti e per sconfiggere definitivamente l’arianesimo, l’esercito bizantino rimase a lungo impegnato in una guerra difficile, che devastò la penisola provocando gravi distruzioni nelle città e nelle campagne ( LABORATORIO DELLE FONTI).
Sotto la guida del re Totila (541-552 d.C.) gli Ostrogoti riuscirono a organizzare un’efficace controffensiva. Il comando delle truppe bizantine fu affidato al generale Narsete, che sconfisse i nemici nel 552 d.C. a Gualdo Tadino (in Umbria) e nel 553 d.C. sui monti Lattari (presso l’odierna Sorrento, in Campania). Nello stesso anno i Bizantini si imposero anche sulle ultime sacche di resistenza, ponendo fine alla guerra.

Laboratorio DELLE FONTI I TESTI

La guerra e la fame in Italia

Una testimonianza attendibile della situazione della penisola Italica durante la guerra greco-gotica è contenuta nell’opera dello storico bizantino Procopio di Cesarea, che in questo brano descrive la crisi provocata dal conflitto. 

Passò il tempo e venne di nuovo l’estate. Nei campi il grano maturava, ma non abbondante come negli anni precedenti. Non era stato seminato in solchi ben tracciati dagli aratri e lavorati dalla mano dell’uomo, ma sparso solo sulla superficie, e perciò la terra aveva potuto farne germogliare soltanto una piccola parte; siccome poi nessuno lo aveva mietuto, giunto a maturazione era caduto a terra, e non era più nato niente. […] Naturalmente moltissimi caddero vittime di ogni specie di malattie e soltanto pochi riuscirono a superarle e a salvarsi. Nel Piceno1 si parla di non meno di cinquantamila persone, tra i contadini, che morirono di fame, e molti di più ancora furono nelle regioni a nord del mare Adriatico. […] Molte persone erano così indebolite dalla fame, che se per caso capitavano dove c’era dell’erba, si gettavano su di essa con avidità, chinandosi per strapparla da terra; ma siccome non riuscivano perché le forze le avevano del tutto abbandonate, cadevano sull’erba con le mani tese e lì morivano.” 


Procopio di Cesarea, La guerra gotica, II, 20, trad. di M. Craveri, Einaudi, Torino 1980.



1 La zona compresa tra le attuali regioni italiane delle Marche e dell’Abruzzo.


  • Per quale motivo il grano non cresceva come negli anni precedenti?
  • Perché la popolazione moriva più facilmente a causa delle malattie?

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Il nuovo dominio bizantino

L’arrivo dei Bizantini in Italia non significò comunque la ricostituzione dell’impero romano. La penisola fu ridotta a esarcato (dal greco éxarchos, “comandante”, “governatore”): divenne cioè una provincia imperiale, con capitale Ravenna. Anche gli abitanti di origine romana e di religione cattolica furono sottomessi come sudditi, passando dal dominio ostrogoto a quello di Bisanzio senza che la loro situazione vedesse un miglioramento. Al contrario, mentre il potere bizantino si rivelava non meno autoritario del precedente, c’era la crisi economica e sociale che, causata dalla guerra, aveva peggiorato sensibilmente le condizioni di vita della popolazione. La distruzione dei raccolti e i saccheggi compiuti dagli eserciti provocarono infatti una profonda crisi nelle campagne: le carestie portarono a una forte diminuzione della popolazione e aggravarono ulteriormente la situazione delle città, prive di rifornimenti alimentari. A tutto ciò, infine, si aggiunsero i nuovi tributi imposti dall’impero d’Oriente per recuperare le spese sostenute nella lunga guerra.

Il declino di Bisanzio

Poco tempo dopo la morte di Giustiniano, nel 565 d.C., i Bizantini persero però gran parte dei territori che avevano conquistato in Occidente e l’impero d’Oriente entrò in un’epoca di declino.
Le guerre condotte durante la fase di espansione territoriale avevano compromesso le finanze imperiali, senza fornire le risorse economiche sperate. Inoltre, l’impiego dell’esercito in Occidente aveva lasciato sguarniti i confini orientali. Nel corso del VII secolo, nell’area balcanica, si susseguirono le invasioni degli Slavi, dei Gepidi e dei Bulgari, popoli nomadi di origine asiatica. Il pericolo più grave fu però costituito dai Sasanidi, che, come vedremo, nel 626 giunsero addirittura ad assediare Costantinopoli.

GUIDA ALLO STUDIO

  • Perché la conquista dell’Occidente da parte di Giustiniano fu rapida?
  • Quali difficoltà incontrò invece in Italia?
    Quali conseguenze ebbe la guerra nella penisola?
  • Quali erano le condizioni dell’impero bizantino alla fine del regno di Giustiniano? 

Il nuovo Storia&Geo - volume 2
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Da Roma imperiale all’anno Mille