2.3 L’EGITTO DEI FARAONI

CITTADINANZA & COSTITUZIONE

La sovranità: origine e separazione dei poteri

Art. 1 ”La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione“

In età contemporanea, con riferimento allo Stato, il termine sovranità ha assunto due accezioni principali. L’una, di tipo più generale, riguarda l’origine e la legittimazione del potere, il motivo, cioè, per cui un popolo riconosce come legittimo l’ordinamento che lo governa, e rinvia quindi al fondamento di questa autorità. L’altra, più particolare, che considera lo Stato come persona giuridica a tutti gli effetti, indica la sovranità come il potere pubblico più alto, non soggetto a restrizioni, e riguarda anche l’esercizio di questo potere.
Con riferimento alla prima accezione, il concetto di sovranità ha avuto una lunga evoluzione. In epoca antica si pensava che fossero gli dèi a riconoscere nel sovrano un loro simile, a delegargli il potere e, quindi, a legittimare il suo regno. «Poi Anu e Bel chiamarono per nome me, Hammurabi, il principe esaltato, che temeva Dio, a imporre la giustizia sul paese […]», si legge nel preambolo al codice di Hammurabi. L’origine del potere era quindi divina e nessuno poteva metterla in discussione. Tale concezione perdura, pur in forme e modalità distinte, nei millenni successivi, avallata dai poteri religiosi secolari: in epoca medievale ne è un esempio la potestas indirecta con cui il papa, rappresentante di Cristo sulla terra, concedeva ai sovrani il diritto di governare attraverso la cerimonia dell’incoronazione. Di età moderna è, invece, l’idea della sovranità popolare, ossia del popolo come fonte legittimante del potere, che nelle moderne democrazie si declina in diversi modi. La Costituzione Italiana dichiara infatti che «la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione» (art. 1). Ciò significa, da una parte, che sono i cittadini a governare (attraverso il voto), dall’altra, che la sovranità dello Stato ha origine e viene legittimata dallo Stato stesso.
Nella seconda accezione, in quanto persona giuridica, lo Stato sta in una posizione di supremazia rispetto a tutte le persone fisiche e giuridiche che si trovano nel suo territorio (sovranità interna) e di totale indipendenza rispetto agli altri Stati (sovranità esterna); solo lo Stato può decidere di porre delle limitazioni a se stesso aderendo, per esempio, a organizzazioni internazionali che abbiano come fine «la pace e la giustizia fra le Nazioni» (art. 11 della Costituzione Italiana).
Uno dei principi fondamentali su cui poggia l’esercizio di governo di uno Stato è la separazione dei poteri: il potere di fare leggi (legislativo), il potere di governare mediante tali leggi (esecutivo), il potere di giudicare chi non le rispetta (giudiziario). Sebbene ne avessero già parlato Platone e Aristotele, la distinzione dei tre poteri è una conquista settecentesca, attribuita al filosofo illuminista francese Montesquieu, che vide in questa separazione l’unica possibilità di creare uno Stato democratico e libero, e accolta poi in tutti i Paesi occidentali. Fino all’avvento delle moderne costituzioni, questi tre poteri erano spesso accentrati nelle mani di un solo individuo (re, faraone, imperatore…) o di un gruppo di persone (nobili, sacerdoti, militari).
Anche la nostra Costituzione ha accolto questo principio e lo dichiara nella parte II: il potere legislativo è affidato al parlamento, il potere esecutivo al governo, il potere giudiziario alla magistratura. La Costituzione dichiara inoltre che anche le Regioni (titolo V) hanno potestà legislativa su alcune materie e prevede la presenza di un Presidente della Repubblica come garante dell’unità nazionale.

  • Da chi riceveva l’autorità il sovrano in epoca antica?
  • Chi riconosceva all’imperatore il diritto di governare in età medievale?
  • A chi appartiene, secondo la Costituzione Italiana, la sovranità nel nostro Paese?
  • Che cosa si intende per separazione dei poteri?
  • Perché è importante che i poteri vengano esercitati da autorità diverse?

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
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