Le città-Stato dei Sumeri

2.1 MESOPOTAMIA, DALLE CITTÀ AGLI IMPERI 

IL RACCONTO DELLA STORIA

Le città-Stato dei Sumeri

I primi insediamenti permanenti dell’epoca neolitica erano caratterizzati da strutture abitative di dimensioni contenute. Le migliorate condizioni di vita determinarono però un’importante crescita della popolazione; di conseguenza i centri abitati delle valli dei grandi fiumi subirono una profonda trasformazione economica e sociale, che pose le basi per la nascita delle prime città ( FOCUS).

FOCUS • LE PAROLE NEL TEMPO
CITTÀ E CIVILTÀ

Entrambe le parole derivano dal termine latino civis, “cittadino”. La prima indica un centro abitato più ampio rispetto ai villaggi, in cui si concentra una serie di funzioni economiche, politiche e culturali; con “civiltà” si definisce invece l’insieme delle caratteristiche culturali di una comunità o di una popolazione.
La comune radice etimologica di queste due parole dimostra la stretta relazione che, fin dalle origini, intercorre tra la formazione dei primi centri urbani e il progresso civile e culturale delle comunità umane.
L’urbanesimo, ossia lo spostamento della popolazione dalle campagne alle città e la diffusione di forme strutturate di occupazione del territorio, è stato un fenomeno importante nelle maggiori civiltà antiche, ma ha assunto dimensioni rilevanti soprattutto in età contemporanea, dopo la Rivo­luzione industriale. Nel XXI secolo il tasso mondiale di urbanizzazione (che indica la parte di popolazione residente in aree urbane) ha superato per la prima volta il 50%.

Dai villaggi alle città

I nuovi centri abitati avevano caratteristiche diverse da quelle tipiche dei villaggi neolitici: 

  • erano innanzitutto più vasti, poiché lo sviluppo demografico aveva reso necessaria l’estensione delle abitazioni, realizzate con materiali più solidi e duraturi rispetto a quelli impiegati per le capanne neolitiche;
  • erano circondati da mura, innalzate allo scopo di difendere le scorte alimentari dagli assalti dei popoli nomadi;
  • erano ricchi, e il loro magazzino rappresentava il centro politico, economico e religioso della comunità.

Questi centri abitati, sia dal punto di vista della struttura territoriale, sia per quanto riguarda l’organizzazione sociale, erano paragonabili ai grandi centri urbani moderni: erano sorte le prime città della storia. Tra le più importanti si ricordano Eridu, Nippur, Ur e Uruk.
In queste città e nei loro territori limitrofi venivano svolte tutte le attività necessarie alla vita e allo sviluppo della comunità: la produzione di cereali, la realizzazione di utensili e di strumenti di lavoro, la vendita delle merci importate dai mercanti, l’amministrazione dei beni del magazzino e il controllo militare dei confini. Erano quindi, in realtà, dei piccoli staterelli autonomi e indipendenti; per questo motivo gli storici le hanno definite città-Stato.

La sacralità dei magazzini 

Nelle città della Mesopotamia, i cereali in eccedenza, ossia il “tesoro” della comunità, venivano portati al magazzino. Per questo motivo, i magazzini acquisirono un valore immenso, fino a diventare luoghi sacri. Come nelle comunità neolitiche si offrivano le primizie alle divinità per assicurarsi il loro favore e dunque la fertilità dei terreni coltivati, così per le civiltà fluviali la consegna dei prodotti dei campi ai magazzini divenne a tutti gli effetti un’offerta sacra, capace di garantire un futuro di benessere a tutta la popolazione.
Il magazzino si trasformò in un tempio e divenne il centro della comunità. La persona incaricata di custodire le riserve di cereali, in virtù del controllo che esercitava sulle risorse economiche, con il tempo acquisì grande prestigio, fino a diventare di fatto il capo della comunità. I custodi del tempio-magazzino divennero membri della classe sacerdotale e iniziarono a svolgere anche compiti amministrativi e politici: nelle prime comunità mesopotamiche furono chiamati re-sacerdoti.

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La stratificazione sociale delle città-Stato

L’organizzazione sociale di queste prime città era molto più articolata e complessa rispetto a quella dei villaggi neolitici. Grazie alla ricchezza derivata dall’abbondanza dei cereali, una parte della popolazione poteva dedicarsi ad altre attività oltre che alla coltivazione dei campi. Si svilupparono perciò mestieri diversi, generando di fatto una differenziazione dei ruoli sociali, in quanto, in base al prestigio del loro compito, gli individui occupavano posti diversi nella scala gerarchica della società.
Gli artigiani producevano armi, attrezzi per l’agricoltura, utensili per i lavori domestici; i mercanti vendevano i prodotti provenienti da terre lontane, ottenuti dallo scambio con i cereali; gruppi stabili di soldati si occupavano della difesa della città dagli assalti delle popolazioni nomadi, un compito che inizialmente era stato svolto dai contadini.
Ai vertici della società si trovavano i capi politici e religiosi: i re-sacerdoti, coadiuvati nei loro compiti da una classe di funzionari. Tra questi ultimi un ruolo importante era svolto dagli scribi, che prendevano nota delle quantità di cereali in entrata e in uscita dai magazzini per le esigenze alimentari o come merce di scambio. In questo modo era possibile avere sempre a disposizione una specie di registro delle attività del magazzino, mentre chi aveva consegnato i cereali poteva ottenere una “ricevuta”.
La maggior parte della popolazione rimaneva comunque impegnata nello svolgimento delle attività agricole: erano infatti i contadini a fornire i beni primari, indispensabili alla vita di tutta la comunità. Con il passare del tempo i sacerdoti e la classe dei funzionari acquisirono un potere effettivo sempre più vasto, mentre i contadini continuarono a svolgere il lavoro agricolo senza possedere la proprietà della terra né la gestione dei suoi prodotti.

L’organizzazione politica delle città-Stato

L’aumento della popolazione e l’estensione dei territori controllati dalle città-Stato rendevano necessario un coordinamento più efficace da parte di chi deteneva il potere politico. L’estensione territoriale, inoltre, richiedeva sia una maggiore organizzazione delle forze militari, per difendere il territorio dagli attacchi di popolazioni nomadi nemiche o di altre città straniere, sia una più attenta amministrazione delle attività economiche, attraverso la raccolta e l’immagazzinamento dei beni alimentari e la gestione dei prodotti artigianali e delle merci importate tramite gli scambi commerciali.
Nelle città-Stato il re-sacerdote rappresentava allo stesso tempo il capo religioso (in quanto sommo sacerdote era considerato il tramite tra gli uomini e gli dèi, oltre che il garante del sostegno divino alla prosperità della città), politico (nella sua qualità di re), militare (in quanto capo dell’esercito), amministrativo (per i compiti di giudice che svolgeva) ed economico (a lui spettava, infatti, il coordinamento dei lavori idraulici e delle attività dei magazzini). Il sovrano era affiancato da una classe di funzionari che svolgevano compiti di comando ed erano in grado di influenzare le sue scelte nei diversi ambiti dell’amministrazione statale. Essi avevano un ruolo di prestigio all’interno della società e si distinguevano nettamente dal resto della popolazione: il loro gruppo sociale costituisce il primo esempio storico di affermazione della nobiltà.
La stabilità economica e politica delle città sumere dipendeva dalla fertilità dei campi: se la gestione delle acque dei grandi fiumi non era eseguita in modo adeguato si rischiavano inondazioni o, al contrario, periodi di siccità che avrebbero comportato carestie, causando un impoverimento delle città. Una situazione di crisi economica, a sua volta, avrebbe potuto favorire scontri sociali o ribellioni della parte più povera della popolazione. Anche l’organizzazione dell’esercito diventò, quindi, fondamentale: il comandante dei guerrieri, in origine scelto direttamente dal re-sacerdote, acquisì sempre più importanza, fino a conquistare di fatto il controllo politico della comunità. Poco alla volta le città-Stato si trasformarono così in veri e propri regni, che giunsero in alcuni casi a estendere il proprio controllo su vaste aree, sottomettendo diverse popolazioni. Si parla, in questo caso, di imperi.

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Il potere dall’alto

Le città-Stato sumere erano dominate dalle ziqqurat (dall’antico mesopotamico zaqaru, “luogo alto”), cioè da templi costruiti su luoghi elevati. Questi edifici avevano molteplici funzioni: 

  • erano osservatori astronomici, dai quali i sacerdoti potevano studiare i fenomeni celesti e naturali (come l’alternanza delle stagioni), oltre che osservare il corso dei fiumi per prevederne in tempo utile le piene;
  • costituivano efficaci torri di avvistamento, dalle quali era possibile accorgersi dell’arrivo di nemici o dell’insorgere di disordini e rivolte popolari all’interno della città; rendevano quindi più agevole la difesa dei magazzini;
  • sulla loro sommità, infine, si ergeva il tempio, che rappresentava il centro politico e religioso della città; data la sua posizione elevata, il tempio era ben protetto dalle piene improvvise e dagli attacchi dei nemici;
  • fungevano da magazzini.

GUIDA ALLO STUDIO

  • In quale area geografica e in quale periodo nacquero i primi centri urbani?
  • Quali erano le differenze tra le prime città e i villaggi neolitici?
  • Perché i magazzini erano considerati luoghi sacri? 
  • Come erano organizzate la città-Stato sumere?
  • Perché le ziqqurat venivano costruite in luoghi elevati?

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana