2.1 MESOPOTAMIA, DALLE CITTÀ AGLI IMPERI

L’AMBIENTE E LE RISORSE

La nascita dell’agricoltura irrigua

I concetti chiave

  • La nascita dell’agricoltura irrigua nella valle tra il Tigri e l’Eufrate
  • L’organizzazione delle città-Stato sumere
  • Le funzioni della ziqqurat
  • Le prime forme di scrittura
  • L’impero babilonese
  • Le leggi scritte del codice di Hammurabi

La rivoluzione agricola avvenuta nella mezzaluna fertile aveva favorito la nascita delle prime comunità sedentarie: al contrario dei nomadi, costretti a spostarsi periodicamente alla ricerca di nuove zone più ricche di risorse naturali dopo aver sfruttato ed esaurito quelle del luogo, gli agricoltori-allevatori costituirono comunità stabili. La produzione di cereali, però, dipendeva dal regime delle piogge ed era perciò limitata; nei periodi di siccità, infatti, si riduceva in modo sensibile, tanto da minacciare la sussistenza dei gruppi di agricoltori. Questo tipo di sfruttamento dei campi, strettamente legato alle piogge, è stato definito agricoltura pluviale.
Nei millenni successivi, nella zona che oggi viene definita Vicino Oriente, si verificò un importante cambiamento. Qui, infatti, l’agricoltura ricevette un notevole impulso grazie all’abbondante disponibilità di acqua garantita dalla vicinanza di grandi bacini fluviali.

La fertilità dall’acqua dei fiumi 

Il Vicino Oriente era caratterizzato da un territorio pianeggiante e da un clima arido; l’acqua piovana non era dunque sufficiente allo sviluppo dell’agricoltura. Con le piogge stagionali, però, aumentava di molto la portata dei grandi fiumi che, straripando, coprivano temporaneamente i terreni di un fango ricco di sostanze minerali e organiche (microrganismi, resti di piante e animali), efficace come fertilizzante naturale. Sebbene nel periodo delle piene i campi fossero inondati, e dunque non coltivabili, non appena le acque si ritiravano i terreni fangosi risultavano estremamente produttivi e fornivano raccolti molto più abbondanti di quelli ottenuti con l’agricoltura pluviale.
Per la centralità che i fiumi ebbero nel loro sviluppo, le comunità insediate in queste aree sono state definite civiltà fluviali.

La valle del Tigri e dell’Eufrate

Tra il IV e il III millennio a.C. in Mesopotamia, la regione compresa tra i grandi fiumi Tigri ed Eufrate (in greco Mesopotamia significa proprio “tra i fiumi”) ( CARTA), i Sumeri, che per primi si insediarono in questo territorio, raggiunsero livelli elevatissimi di sviluppo economico, civile e culturale, grazie all’impiego delle acque fluviali a scopi agricoli.
La ricchezza dei fiumi e del fertile fango che trasportavano, tuttavia, non poteva essere sfruttata senza la rea­lizzazione di imponenti opere di contenimento e di canalizzazione delle acque. Le piene del Tigri e dell’Eufrate, infatti, erano violente e improvvise e potevano causare grandi danni alle coltivazioni. Inoltre, la loro influenza si limitava alle zone limitrofe al fiume, poiché le acque non raggiungevano i terreni più lontani dalle rive. Per far fronte a questi problemi, i Sumeri impararono a regolare il flusso dei grandi fiumi: costruendo argini, dighe e canali riuscirono a convogliare le piene e a irrigare campi che altrimenti sarebbero rimasti sempre aridi. I canali e gli altri lavori idraulici consentirono inoltre di bonificare le zone paludose, rendendole coltivabili ed estendendo così la superficie di terra produttiva.

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L’agricoltura irrigua 

Ebbe inizio, in questo modo, una nuova forma di coltivazione dei campi, definita agricoltura irrigua, che determinò un aumento della produzione agricola garantendo maggiore benessere alle popolazioni locali, che potevano ora disporre di grandi quantità di cereali, in particolare orzo e grano. L’agricoltura irrigua permise inoltre la produzione di legumi e la coltivazione di altre piante utilizzate per realizzare tessuti, come il cotone e il lino. 

GUIDA ALLO STUDIO

  • Che ruolo svolsero i fiumi nello sviluppo delle civiltà fluviali?
  • Da cosa nasce l’esigenza di realizzare opere idrauliche lungo il corso dei fiumi? Quali vantaggi ne derivano?
  • Che cosa si intende con l’espressione “agricoltura irrigua”? In che cosa si differenzia da quella pluviale? 

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana