4.5 LA FINE DELLA REPUBBLICA

CITTADINANZA & COSTITUZIONE

Il voto, strumento principe della democrazia

Art. 48 ”Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è un dovere civico“

Il voto è uno dei più importanti diritti politici, grazie al quale ogni cittadino può eleggere i propri rappresentanti nelle assemblee legislative previste dall’ordinamento. Il voto, inoltre, è lo strumento attraverso cui i cittadini – in presenza di forme di democrazia diretta, quali sono per esempio i referendum – o i loro rappresentanti politici – nel caso della democrazia delegata – possono esprimere la loro posizione su singole decisioni e approvare i provvedimenti legislativi. Nel primo caso, quello in cui serve a eleggere i rappresentanti politici, il voto è detto “elettivo”; nel secondo, quando esso verte su decisioni concrete, viene definito “deliberativo”.
La pratica del voto nelle assemblee politiche esiste già nell’antichità, nelle póleis greche e a Roma (nei comizi e nel senato). Ma è solo in epoca moderna che il diritto di voto si lega strettamente ai concetti di democrazia e di sovranità popolare. Nei sistemi politici antichi, infatti, non esiste l’idea che il voto sia una facoltà di cui è dotato ogni individuo, o perché nelle assemblee si vota collettivamente (per esempio per classi di censo, con il risultato che il voto dei più poveri ha meno peso di quello dei più ricchi), o perché intere categorie di popolazione ne sono escluse (per esempio le donne e gli schiavi). Il voto non è insomma concepito come un vero e proprio diritto, ma come una prerogativa dovuta all’appartenenza a una ristretta cerchia di persone privilegiate.
Il processo di allargamento del diritto di voto è avvenuto molto lentamente ed è giunto a compimento soltanto nel Novecento, con la conquista del suffragio universale maschile e femminile, cioè con l’estensione del diritto di voto a tutti i cittadini maggiorenni, uomini e donne. Il suffragio universale maschile è stato introdotto in Europa e in Nord America nella seconda metà dell’Ottocento, mentre quello femminile è giunto più tardi; in Italia, per esempio, solo nel 1946.
La nostra Costituzione sancisce l’universalità del suffragio all’articolo 48, dove afferma che il voto è un diritto che appartiene a «tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età» (cioè 18 anni, anche se per eleggere i rappresentanti per il Senato della Repubblica bisogna avere almeno 25 anni). La Costituzione afferma inoltre che il voto è «personale», cioè che ogni cittadino ha diritto a un solo voto, e che quindi non si può votare per procura (per qualcun altro) né delegare ad altri il proprio voto; «eguale», cioè che ogni voto ha lo stesso valore numerico e non esiste il voto plurimo, in base al quale un voto possa valere più di un altro; «libero», perché ognuno ha il diritto di scegliere come esprimere la propria preferenza senza costrizioni di alcun genere; «segreto», infine, perché ogni elettore ha il diritto di votare in maniera anonima e senza che nessuno possa assistere e influenzare il suo orientamento, a garanzia della libertà del voto.
In Italia e negli altri Paesi democratici il diritto di voto è legato alla nozione di cittadinanza. Per quanto riguarda l’Italia, infatti, hanno diritto di voto non solo coloro che risiedono nel territorio italiano, ma anche i cittadini che, pur vivendo all’estero, sono in possesso della cittadinanza italiana. È stata la legge n. 459 del 27 dicembre 2001 a dare attuazione al terzo comma dell’articolo 48 («La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività») stabilendo i requisiti necessari e le modalità di invio del voto. In una certa misura, è vero anche il contrario: anche i residenti in Italia privi di cittadinanza italiana possono votare alle elezioni, ma solo nelle consultazioni amministrative, non in quelle convocate per l’elezione del Parlamento.

  • Che cosa si intende per “voto elettivo”?
  • Qual è il significato di “voto deliberativo”?
  • Quali categorie erano escluse dal voto nell’antichità?
  • Quando si è giunti al “suffragio universale”?
  • Quali sono gli attributi riferiti al voto nella nostra Costituzione?

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana