Nomadi e sedentari

1.1 DAL PALEOLITICO AL NEOLITICO

Nomadi e sedentari

Intorno al 10 000 a.C. Homo sapiens era da tempo l’unica specie umana sopravvissuta alla selezione naturale e, in seguito alle migrazioni, aveva gradualmente popolato il continente euroasiatico, le Americhe e l’Oceania. Per alcune migliaia di anni i gruppi di Homo sapiens continuarono a condurre una vita nomade, spostandosi periodicamente alla ricerca di nuove risorse alimentari.
Dopo la rivoluzione agricola, grazie alla domesticazione di piante e animali, i gruppi insediati in questa zona non dovettero più cambiare territorio per trovare nuove fonti di sostentamento. A partire dall’VIII millennio a.C. essi divennero dunque sedentari. Il passaggio in realtà fu graduale: inizialmente conducevano una vita seminomade, fermandosi in un luogo soltanto finché il terreno era in grado di fornire cereali sufficienti; poi, quando la popolazione aumentava e non poteva più essere sostenuta dalle risorse della terra, impoverita perché eccessivamente sfruttata, si spostavano per stabilirsi in nuove aree.

I primi villaggi neolitici

Grazie all’integrazione con l’allevamento e all’introduzione degli aratri, tra il VI e il V millennio a.C. la produttività dell’agricoltura migliorò sensibilmente, consentendo alle popolazioni della mezzaluna fertile di stabilirsi in via definitiva nei luoghi che abitavano. Nacquero così i primi villaggi, in principio simili agli accampamenti temporanei; le abitazioni erano infatti costituite da capanne di legno, fango e paglia; solo in seguito furono realizzate case più solide con i materiali presenti in loco (pietre o mattoni di argilla essiccati al sole). In alcuni villaggi le abitazioni erano addossate le une alle altre: non esistevano vie di accesso e, per entrare, si passava dai tetti, che erano piatti e dotati di aperture per raccogliere l’acqua piovana.
I legami di parentela che univano i membri dei villaggi assicuravano la concordia tra gli individui. Non esistevano d’altra parte differenze dovute al possesso di ricchezze: i campi erano di proprietà comune e il raccolto era diviso equamente tra tutta la popolazione.

Mura per difendersi 

La ricchezza derivante dalle attività agricole attirò l’attenzione delle popolazioni nomadi che vivevano ancora di caccia e pastorizia e si spostavano al seguito degli animali selvatici o delle greggi. La prosperità dei campi coltivati presso i villaggi rappresentava per loro un’abbondanza sconosciuta e molto attraente. Per questo i nomadi compivano frequenti scorrerie nei neonati villaggi, depredando le abitazioni dei gruppi sedentari.
Per difendersi da queste incursioni, già a partire dal V millennio a.C. i villaggi neolitici si dotarono di mura difensive. Gli insediamenti furono inoltre provvisti di cisterne per raccogliere l’acqua piovana. Infine, vennero individuati luoghi da adibire al culto delle divinità protettrici del villaggio. Si trattava di tempietti dove venivano portati i prodotti dei campi: un’offerta per assicurarsi, attraverso la protezione divina, la prosperità del villaggio.

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La divisione dei ruoli 

La maggiore disponibilità di risorse alimentari influì profondamente sull’organizzazione sociale dei villaggi. Poiché le coltivazioni e gli allevamenti producevano cereali e carni in abbondanza, alcuni individui potevano dedicarsi ad attività non agricole, come la fabbricazione di utensili e attrezzi utili per il lavoro nei campi e per la vita quotidiana.
Questa divisione del lavoro, che implicava la specializzazione di alcuni individui in una determinata attività, comportò il miglioramento della qualità degli strumenti fabbricati, da cui derivò un ulteriore incremento della produttività agricola. Agli agricoltori-allevatori si affiancarono così gli artigiani, che producevano attrezzi in pietra, legno e ceramica (materiale ottenuto dall’impasto di argilla e acqua, ottimo per la conservazione e la cottura dei cibi).

Dall’età del rame all’età del bronzo

Con la realizzazione dei primi manufatti in rame, a partire dal 4000 a.C. circa si diffuse nella mezzaluna fertile anche la lavorazione dei metalli ( DOSSIER), che richiedeva una manodopera specializzata. Per l’importanza che questa tecnologia ebbe nello sviluppo delle comunità umane, l’epoca della sua diffusione è stata definita età del rame.
Intorno al 2500 a.C., invece, fu introdotta la metallurgia del bronzo, una lega metallica ottenuta dalla fusione del rame con lo stagno. Per procurarsi lo stagno, che scarseggiava nella mezzaluna fertile, gli artigiani dovevano rivolgersi ad altre comunità: con i primi scambi commerciali nacquero dunque anche le attività mercantili. L’età del bronzo si concluse intorno al 1200 a.C., quando – come vedremo nell’Unità 2 – ebbe inizio l’età del ferro. 

DOSSIER TECNOLOGIA  La diffusione dei metalli: dal rame al bronzo

Un vaso decorato risalente all’età del bronzo.

La lavorazione del rame fu un’innovazione tecnologica determinante per lo sviluppo dei villaggi neolitici. Gli utensili realizzati con questo metallo erano molto meno fragili di quelli in pietra; le lame, in particolare, erano più taglienti e leggere.
Gli artigiani neolitici fondevano i pezzi di roccia che contenevano il minerale grezzo in forni rudimentali e a basse temperature, di poco superiori ai 1000 °C. Il metallo veniva così liberato dalle scorie e, mentre era ancora allo stato liquido, veniva colato in stampi di pietra appositamente preparati dagli artigiani per dare agli oggetti le forme che intendevano ottenere.
Lo stesso procedimento fu in seguito utilizzato per produrre manufatti in bronzo, una lega ottenuta dalla fusione di rame e stagno. Gli utensili realizzati con questa lega erano più resistenti di quelli in rame e, anche se la loro lavorazione risultava complessa, si diffusero con rapidità in tutto il Vicino Oriente.
Durante il neolitico era già conosciuto anche il ferro. Tuttavia, poiché i forni rudimentali del periodo non raggiungevano temperature abbastanza elevate, il minerale non perdeva tutte le scorie e i prodotti ottenuti risultavano meno resistenti di quelli in bronzo.

GUIDA ALLO STUDIO

  • Quali cambiamenti avvennero nella mezzaluna fertile in seguito alla rivoluzione agricola?
  • Come erano strutturati i primi villaggi stabili?
  • Quali nuovi mestieri nacquero in seguito alla specializzazione delle attività nei villaggi neolitici? 

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana