La koiné e la cultura ellenistica

3.5 L’ETÀ ELLENISTICA

La koiné e la cultura ellenistica

Le contese tra i diadochi provocarono la frammentazione politica dei regni ellenistici ma non intaccarono la loro unità culturale, legata alle tradizioni del mondo ellenico. L'evoluzione del dialetto ionico-attico, chiamata koiné (“comune”, sottinteso diálektos, “lingua”), divenne la lingua ufficiale dell'impero alessandrino e degli Stati che derivarono dalla sua divisione. Essa ebbe ampia diffusione anche al di fuori del mondo ellenistico: a Roma, come vedremo, la koiné fu utilizzata a partire dal II secolo a.C. come lingua internazionale per le relazioni diplomatiche e gli atti ufficiali, oltre che dagli intellettuali e dai membri delle classi più ricche che trovavano nella cultura greca i loro modelli di riferimento.

La diffusione della cultura

Le capitali dei regni ellenistici e le nuove città fondate da Alessandro, come Antiochia, Alessandria d’Egitto e Pergamo, furono le sedi di importanti biblioteche che diffusero la cultura classica e ne permisero la conservazione. Ad Alessandria, la dinastia dei Tolomei ne costruì addirittura due, in cui venivano raccolti volumi papiracei di testi provenienti da ogni parte del mondo allora conosciuto ( FOCUS). I sovrani riuscivano a ottenerli per via diplomatica o requisendoli ai mercanti e ai naviganti che attraccavano nel porto della città. I testi venivano poi copiati e andavano ad arricchire il patrimonio delle biblioteche.
Ad Alessandria si riunirono anche molti degli Ebrei fuggiti in seguito alla diaspora. In questo contesto fu realizzata la traduzione dell'Antico Testamento dall'ebraico al greco, dalla quale è derivata in seguito la versione latina della Bibbia. Si tratta della cosiddetta "traduzione dei Settanta", dal numero dei saggi ebrei che, secondo la tradizione, furono convocati ad Alessandria per tradurre il testo sacro.
Nella città di Pergamo, in seguito alla mancanza di rifornimenti di papiri dall'Egitto, fu invece inventata la pergamena, un supporto scrittorio realizzato con la pelle degli ovini. Essa sarebbe stata utilizzata nei secoli seguenti in tutta l'Europa, fino alla diffusione, in epoca medievale, della carta prodotta con la cellulosa.

FOCUS • IERIOGGI
BIBLIOTECA DI ALESSANDRIA 

La Biblioteca reale di Alessandria d'Egitto, realizzata dai sovrani egizi della dinastia dei Tolomei a partire dalla fine del IV secolo a.C. all'interno del palazzo reale, era la più fornita del mondo antico e, insieme all'annesso Museo, rappresentava uno dei principali poli culturali del mondo ellenistico. Nelle molteplici distruzioni che subì tra il 48 a.C. (probabile incendio) e il 642 d.C. (arrivo ad Alessandria degli Arabi), si persero innumerevoli e preziosissimi manoscritti. 
In memoria dell'importanza che essa ebbe nel mondo antico, alla fine del XX secolo è stata costruita l'attuale Bibliotheca Alexandrina, entrata in funzione nel 2002, nelle vicinanze del luogo in cui sorgeva l'antico edificio. Essa costituisce oggi il principale centro di cultura dell'area mediterranea: nei suoi scaffali c'è spazio sufficiente per otto milioni di libri e la struttura contiene tre musei, quattro gallerie d'arte, un planetario e un laboratorio per il restauro dei manoscritti antichi. Custodisce inoltre una copia dell'Internet Archive, l'archivio digitale dei siti Web, catalogati da un'istituzione culturale statunitense.

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Il Museo e i sapienti alessandrini

Annesso alla Biblioteca di Alessandria era l’edificio del Museo, un istituto in cui i migliori eruditi e intellettuali dell’epoca studiavano in comunità, a spese dei Tolomei. I sovrani si circondavano di intellettuali noti, non soltanto per dare lustro alla propria corte: essi intendevano creare le condizioni ideali in cui gli studiosi potessero elaborare progetti che garantissero loro il predominio tecnologico sul resto del mondo. Gli scritti elaborati dagli studiosi del Museo di Alessandria spaziavano in tutti i campi del sapere. Nel III secolo a.C. si sviluppò la riflessione teorica sistematica sulle macchine, secondo alcuni storici da considerarsi come la nascita della tecnologia. Ogni aspetto delle attività umane fu organizzato dagli studiosi alessandrini in precetti e principi catalogati in manuali specialistici: téchne (da cui deriva il termine “tecnica”), che in precedenza indicava semplicemente l’abilità manuale degli artigiani, divenne il nome con cui si designava l’arte di una determinata disciplina (medica, politica, militare ecc.).
Presso il Museo operò anche, intorno al 300 a.C., il matematico Euclìde. Nell’opera Elementi, un compendio delle conoscenze matematiche dell’epoca, egli formulò una sistemazione rigorosa della geometria, organizzando la disciplina secondo assiomi (definizioni e postulati indimostrabili) e risolvendo i teoremi per successive deduzioni. L’opera di Euclide fornì le basi teoriche agli scienziati dei secoli successivi. Ipparco di Nicea, nel II secolo a.C., fondò la trigonometria. Il geografo e grande erudito Eratòstene di Cirene (nominato direttore della Biblioteca di Alessandria intorno al 246 a.C.) calcolò con buona approssimazione la circonferenza della Terra. L’astronomo Aristarco di Samo (III secolo a.C.) stimò le dimensioni reali della Luna e del Sole e della loro distanza dalla Terra; sulla base di un’intuizione di un filosofo del V secolo a.C., Filolao, fu inoltre il primo a sostenere che la Terra e i pianeti ruotano intorno al Sole e non viceversa.
La sua teoria eliocentrica, che urtava contro le tradizioni religiose e culturali a sostegno della centralità della Terra nell'universo, fu aspramente combattuta già da alcuni astronomi contemporanei. Ci sarebbero voluti quasi duemila anni prima che la scienza moderna dimostrasse l'esattezza della tesi di Aristarco ( FOCUS, p. 235).
In quest'epoca, grandi studiosi e scienziati vissero e operarono anche altrove. A Siracusa, per esempio, è legata la figura di Archimede ( DOSSIER), i cui contributi spaziarono dall'idrostatica, alla meccanica, alla geometria (egli calcolò fra l'altro il rapporto tra circonferenza e diametro, il pi greco). 

FOCUS • IERIOGGI
LA TEORIA ELIOCENTRICA 

Fin dall'epoca in cui fu elaborata, la teoria eliocentrica, secondo cui al centro del sistema planetario vi è il Sole, in greco hélios, suscitò grandi dubbi tra gli studiosi. I contemporanei di Aristarco mossero contro la sua idea l'obiezione che, se la Terra non era ferma, le stelle visibili nella volta celeste dovevano apparire in movimento. Aristarco rispose ipotizzando, correttamente, che la distanza tra la Terra e le stelle fosse molto più grande del raggio dell'orbita terrestre, tanto da evitare l'effetto della "parallasse" (il fenomeno fisico in base a cui un oggetto sembra in movimento se cambia il punto da cui viene osservato).
Per secoli l'eliocentrismo continuò a essere avversato. Ancora nel XV secolo, infatti, la concezione prevalente sulla struttura dell'universo era quella aristotelico-tolemaica, secondo cui il Sole e gli altri corpi celesti ruotano intorno alla Terra, posta al centro dell'universo.
Nella prima metà del XV secolo un astronomo polacco, Niccolò Copernico (Nikolaj Kopernik, 1473-1543), elaborò però una nuova teoria che postulava la rotazione della Terra intorno al proprio asse e il suo moto di rivoluzione intorno al Sole, fermo pressoché al centro dell'universo. La sua teoria, osteggiata dalla Chiesa cattolica perché contraddiceva alcuni passi biblici, fu comunque ripresa e approfondita dal tedesco Keplero (1571-1630) e da Galileo Galilei, autore del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano (1632). Dopo due processi istruiti contro di lui dal Tribunale ecclesiastico del Sant'Uffizio, nel 1633 Galileo fu costretto all'abiura, cioè alla ritrattazione pubblica delle ipotesi elaborate durante i suoi studi.
Le teorie di Copernico, Keplero e Galileo sono state alla base degli studi astronomici di Isaac Newton (1642-1727), autore della legge di gravitazione universale, mentre una dimostrazione sperimentale della rotazione della Terra sul proprio asse è giunta nel 1851, grazie al sistema ideato dal fisico Léon Foucault (1819-1868), che fece oscillare un pendolo costituito da una grande sfera attaccata a un filo di 67 metri, dimostrando la correttezza dell'ipotesi di Copernico.

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Gli studi e le loro applicazioni

Applicando la geometria euclidea ai loro esperimenti, i dotti di Alessandria costruirono fenomenali macchine idrauliche e pneumatiche (mosse dall'energia dell'acqua o dell'aria), che però non ebbero un impiego produttivo. Gran parte degli studi di questo periodo ebbe in effetti un'applicazione pratica limitata. I progetti per l'invenzione di nuove macchine venivano finanziati dai sovrani alessandrini con lo scopo di dotare gli eserciti di macchine da guerra all'avanguardia (come le torri mobili per assaltare le mura delle città assediate o le catapulte per lanciare massi al loro interno) e di abbellire le loro regge con meccanismi scenografici capaci di stupire, non per fornire strumenti di lavoro utili agli artigiani e ai contadini. Un potente limite alla diffusione della tecnologia è stato individuato nella presenza massiccia di schiavi: la manodopera abbondante rendeva inutili i tentativi di creare macchine per risparmiare la forza lavoro.

L’epoca dell’incertezza

Le mutate condizioni politiche e sociali causarono cambiamenti anche nelle espressioni artistiche e letterarie e nell'evoluzione del pensiero filosofico. L'epoca alessandrina segnò un generale ripiegamento della cultura verso forme intimistiche e personali. Gli intellettuali si chiusero in se stessi, alla ricerca di una felicità che non era più possibile trovare nella vita pubblica. La scultura e la pittura produssero opere che esprimevano l'ansia per il futuro e l'angoscia per la perdita delle certezze che avevano caratterizzato il mondo classico ( LABORATORIO DELLE FONTI, pp. 238-239).
La fine dell'esperienza democratica delle póleis, con la conseguente impossibilità di discutere liberamente dei temi politici o delle condizioni della società, indussero poeti e scrittori a rifugiarsi in nuove forme di opere letterarie, in cui trovavano spazio le narrazioni di vicende amorose, comiche e di intrattenimento. Anche il teatro mutò le proprie caratteristiche: la tragedia sopravviveva solo nelle repliche dei successi dell'epoca classica, mentre gli autori comici, trascurando ogni riferimento all'attualità politica, mettevano in scena vicende rocambolesche di ritrovamenti e ricongiungimenti di amanti, con una marcata tipizzazione dei personaggi (il ricco sciocco, lo schiavo scaltro, il soldato millantatore) che sarebbe stata in seguito ereditata dalla commedia romana.

Religione e filosofia

In ambito religioso, la contaminazione e la fusione fra la cultura greca e le culture orientali viene indicata con il termine sincretismo. L'influsso delle religioni orientali, che promettevano la salvezza nella vita ultraterrena e un contatto più diretto con la divinità attraverso forme di misticismo, contribuì alla diffusione di concezioni che esortavano gli esseri umani a staccarsi dal mondo, a "ritirarsi" per non subire le angosce della vita quotidiana. Anche la filosofia rispecchiò queste nuove tendenze. La dottrina di Epicuro di Samo (341-270 a.C.), nota in seguito come epicureismo, proponeva il distacco dalle passioni umane e dall'impegno diretto nel mondo come modo per raggiungere la felicità; lo stoicismo di Zenone di Cizio (336-263 a.C. circa) predicava la necessità di aderire a valori etici di tolleranza universale, per vivere in armonia con la natura e liberarsi dalle paure.

GUIDA ALLO STUDIO

  • Quali furono i più importanti centri culturali dell'età ellenistica? 
  • Quali studi furono compiuti dai sapienti alessandrini? 
  • Quali applicazioni pratiche ebbe la scienza? 
  • Quali tendenze si affermarono nell'arte, nella religione e nella filosofia?   

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana