3.3 LA GRECIA ARCAICA

CITTADINANZA & COSTITUZIONE

La cittadinanza: diritti e doveri dal mondo greco a oggi

Art. 22 “Nessuno può essere privato, per motivi politici, della capacità giuridica, della cittadinanza, del nome”

La cittadinanza è la condizione giuridica degli appartenenti a uno Stato, dotati, in virtù di questa relazione di appartenenza, di un insieme di diritti e di doveri. I diritti riguardano in primo luogo la facoltà di esprimere il voto in libere elezioni (elettorato attivo) e la possibilità di ricoprire le cariche pubbliche (elettorato passivo). I doveri riguardano la fedeltà nei confronti dello Stato, il dovere di difendere la patria e l’obbligo di attenersi alle sue leggi.
Il concetto di cittadinanza e la sua concreta applicazione legislativa hanno una lunga storia, le cui origini risalgono alle póleis greche, dove per la prima volta la partecipazione politica si allargò e gli individui smisero di essere sudditi di un potere assoluto. Nel mondo greco, però, la cittadinanza fu sempre una condizione “esclusiva” di una parte della popolazione, mentre gli schiavi, le donne e gli stranieri, anche se liberi, rimasero privi di diritti politici.
La natura esclusiva, non universale, del diritto di cittadinanza è sopravvissuta fino a un'epoca molto recente; in Italia, per esempio, è soltanto dal 1946 che le donne hanno il diritto di voto. Tuttavia, già con l'Illuminismo e con la Rivoluzione francese del 1789 il concetto di cittadinanza acquisisce il suo significato moderno. La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, infatti, afferma esplicitamente una serie di diritti e di doveri dei membri della comunità politica, che divengono così partecipi della sovranità nazionale. Con la Rivoluzione francese vengono sanciti due principi fondamentali del concetto moderno di cittadinanza: l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge e l'inviolabilità della libertà individuale.
La Costituzione Italiana, come gran parte delle carte costituzionali dei Paesi europei, ha le sue radici culturali nel pensiero giuridico elaborato in quel contesto culturale; ma è anche figlia della storia recente del nostro Paese, e in particolare della tragica esperienza della dittatura fascista. L'articolo 22 della Carta, vietando la revoca della cittadinanza per motivi politici, esprime proprio la volontà di evitare il ripetersi di ciò che era avvenuto sotto il fascismo, quando molti italiani erano stati discriminati o privati della cittadinanza per motivi politici ed etnici.
Al di là di questo aspetto generale, la disciplina concreta del diritto di cittadinanza è affidata in Italia alla legislazione ordinaria, che prevede tre criteri per la sua acquisizione: è cittadino italiano chi nasce da almeno un genitore italiano (ius sanguinis); chi nasce in territorio italiano (ius soli), ma solo nel caso in cui i suoi genitori siano ignoti o apolidi (cioè privi di qualsiasi cittadinanza); chi faccia richiesta della cittadinanza italiana e possieda i requisiti per ottenerla (un legame di parentela con un cittadino italiano o la residenza in Italia per almeno 10 anni).
Attualmente è in discussione in Parlamento una legge sul diritto di cittadinanza basata sullo ius soli temperato e sullo ius culturae: il primo criterio prevede il riconoscimento della cittadinanza a chi è nato in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno abbia un permesso di soggiorno a tempo indeterminato; il secondo criterio richiede invece che il minore straniero, nato in Italia o immigrato prima dei dodici anni di età, per almeno cinque anni abbia frequentato con regolarità uno o più cicli scolastici.
Dal 1992 (Trattato di Maastricht), accanto a quella del proprio Paese i cittadini degli Stati membri dell'Unione europea godono anche della cittadinanza europea. Non si tratta però di una doppia cittadinanza, ma, come ha stabilito il Trattato di Amsterdam del 1997, di un «complemento della cittadinanza nazionale» (art. 1). Grazie a essa, ogni cittadino europeo ha il diritto di circolare, soggiornare, studiare e lavorare liberamente in ogni Paese dell'Unione; di votare e di essere eletto nelle istituzioni locali o nel Parlamento europeo; di disporre, infine, della tutela diplomatica di qualsiasi Stato dell'Unione qualora si trovi al di fuori di essa.

  • Quali sono i diritti e i doveri che derivano dall'essere cittadino di un certo Paese?
  • Spiega con parole tue la differenza tra essere suddito o cittadino.
  • Quali sono le norme che regolano il diritto di cittadinanza in Italia?

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
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