L’Atene di Solone

3.3 LA GRECIA ARCAICA

L’Atene di Solone

A differenza del Peloponneso, l'Attica non subì l'invasione dei Dori. Anche grazie alla comune appartenenza etnica alla stirpe ionica, fin dall'età arcaica l'Attica instaurò proficui scambi commerciali con le città della costa anatolica, che si riunirono pacificamente sotto il controllo politico e militare di Atene, fin da allora città egemone nella regione.
Se Sparta rappresentò il modello più importante di regime oligarchico, Atene, sorta anch'essa dall'unificazione di villaggi vicini, fu al contrario la pólis in cui nacquero i primi ordinamenti politici democratici ( FOCUS, p. 194), il cui sviluppo venne favorito dalle trasformazioni della struttura sociale e dalla fioritura culturale seguite al grande incremento delle attività commerciali.

Atene ai tempi dell’oligarchia

Durante l'età arcaica, il potere era mantenuto dall'oligarchia degli eupàtridi, composti da varie fratrie di nobili proprietari terrieri. Tra questi venivano eletti annualmente nove magistrati, chiamati arcònti (da árkho, “comandare”): sei di loro erano tesmotèti, cioè “custodi delle leggi” della città (da thesmós, “legge”, e títhemi, “proporre”); gli altri tre svolgevano rispettivamente le funzioni di comandante supremo dell'esercito (polemàrco, da pólemos, “guerra”), di sommo sacerdote (basiléus, termine anticamente riferito al re, che celebrava i culti dedicati alla dea Atena, protettrice della città) e di capo dell'amministrazione cittadina (l'arconte epònimo, così chiamato perché il suo nome, in greco ónoma, identificava anche l'anno in cui governava negli atti ufficiali degli archivi cittadini). Alla fine del loro mandato gli arconti entravano a far parte dell'areòpago, un consiglio di anziani con funzioni di controllo sulle attività degli arconti e di amministrazione della giustizia ( LABORATORIO DELLE FONTI). Il suo nome derivava dal colle (págos) dedicato ad Ares (dio della guerra), presso cui si riuniva questa istituzione. Fino a quando le leggi non furono messe per iscritto, i membri dell'areopago ebbero la possibilità di interpretarle a favore della nobiltà, che perciò godette a lungo di notevoli privilegi nella società ateniese. 
Tutti i cittadini ateniesi maschi e liberi partecipavano all'ecclesìa (in greco “convocazione”). Questa assemblea eleggeva gli arconti e poteva approvare o respingere le loro proposte di legge, ma, pur essendo consultata dalle autorità su temi di particolare importanza, non aveva la facoltà di prendere decisioni definitive. 

Laboratorio DELLE FONTI I TESTI

L’amministrazione della giustizia nell’Atene arcaica

Secondo la leggenda, l'areopago fu fondato dalla dea Atena per porre fine alle vendette personali che contrapponevano le famiglie aristocratiche in età arcaica. Un'eco di questa tradizione è contenuta nei seguenti versi del poeta tragico Eschilo (V-IV secolo a.C.), in cui la dea protettrice della città lancia un'importante esortazione agli Ateniesi: 

Ascoltate ora le norme che fisso, o genti dell'Attica, che giudicate la prima volta una causa di sangue. Anche per gli anni a venire tra il popolo egeo rimarrà sempre questo consesso di giudici. Qui sul colle di Ares [...] Rispetto e Timore uguali d'origine, nel giorno e nella notte tratterranno i cittadini dal commettere ingiustizia, perché non inaspriscano essi stessi le leggi con torbidi vortici: chi contamina col fango l'acqua lucente, non ne potrà più bere. Né anarchia né dispotismo: questo consiglio affido all'ossequio dei cittadini.” 

Eschilo, Eumenidi, 685-697, trad. di C. Carena, Einaudi, Torino 1956. 


Atena pensierosa in un rilievo risalente al 470 circa a.C.


  • Perché, nelle sue parole, la dea Atena fa riferimento a “Rispetto e Timore”? 
  • In che modo, secondo Atena, si possono evitare l'anarchia e il dispotismo? 

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Commerci e rinnovamenti politici

Nel corso del VII secolo a.C. il regime politico ateniese subì importanti trasformazioni. Lo stimolo al cambiamento fu provocato anche ad Atene dalla crisi agraria che colpì tutta la Grecia e che generò ovunque gravi conflitti sociali tra il démos e gli aristocratici. Mentre altre póleis trovarono una valvola di sfogo alle tensioni interne nella fondazione delle colonie, ad Atene l'importanza che avevano acquisito i ceti mercantili creò le condizioni per una soluzione diversa, consistente in un radicale rinnovamento dell'assetto politico della città.
L'ascesa economica delle classi mercantili si tradusse nella rivendicazione di un maggiore peso politico da parte dei commercianti, già in parte riconosciuto loro con la possibilità di accedere all'esercito come opliti.
Un altro passo importante in questa direzione fu rappresentato dalla stesura di leggi scritte a opera del leggendario legislatore Dracone, ottenuta dal démos di Atene nel 621 a.C. Divenute proverbiali per la loro severità (come ricorda infatti il significato dell'aggettivo “draconiano”), esse erano ispirate alla tradizione giuridica arcaica e tutelavano ancora i privilegi degli aristocratici.

Le riforme sociali di Solone

Ben più incisive furono le riforme promosse dall'arconte Solone, eletto nel 594 a.C. Egli suddivise la popolazione ateniese in quattro classi basate sul censo, cioè sulla ricchezza prodotta annualmente dalle terre in possesso dei cittadini:

  • i pentacosiomedìmni, cioè i proprietari di terreni che producevano più di 500 (in greco pentakósioi) medimni di grano (un medimno corrisponde a circa 50 kg) o 500 metrèni di olio o di vino (un metreno equivale a circa 40 litri); 
  • i cavalieri, proprietari di terre che producevano almeno 300 medimni, un reddito sufficiente a mantenere il loro cavallo. Essi costituivano la cavalleria dell'esercito cittadino;
  • gli zeugìti, proprietari di terre che producevano almeno 200 medimni, un reddito sufficiente a mantenere una coppia (zeûgos) di buoi;
  • i teti (da thétes, “debitore”), i cittadini con redditi inferiori o nullatenenti.
Con la riforma di Solone, le classi sociali più ricche versavano maggiori imposte allo Stato, ma erano anche le uniche ad avere accesso alle cariche pubbliche
L'esercizio del potere politico rimaneva subordinato al possesso della terra, ma per la prima volta non era più legato esclusivamente alla discendenza nobiliare. Inoltre, Solone promosse altri atti in favore del démos: attraverso la cosiddetta seisáchtheia (da séio, “scuotere”, e áchthos, “peso”, “debito”) eliminò i debiti dei piccoli proprietari terrieri colpiti dalla crisi agraria e liberò i contadini costretti a vendersi come schiavi per ragioni economiche ( LABORATORIO DELLE FONTI).  

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Laboratorio DELLE FONTI I TESTI

L’impegno di Solone per la concordia civile

Oltre che legislatore, Solone fu anche un letterato. In questi brani tratti dalle sue opere egli rivendica i successi della sua azione riformatrice nel progresso sociale e civile della città di Atene.  

Questo mi detta il cuore d'insegnare agli Ateniesi: il Malgoverno è fonte di rovina; il Buongoverno è fonte d'ordine e di misura, getta spesso i colpevoli in catene, appiana asprezze, limita la sazietà, cancella la prepotenza, secca in boccio i fiori del male, addrizza le sentenze storte, mitiga la superbia, sopisce la discordia, la bile dei dissidi funesti: allora gli uomini non hanno che saggezza ed equità. 

Solone, fr. 3 D, trad. di F.M. Pontani, I lirici greci, Einaudi, Torino 1969.


E in quest’Atene fondata dai numi quante persone riportai, vendute ingiustamente o giustamente! E gli esuli per la fame, che a furia di vagare, non parlavano più la nostra lingua, e quanti in patria, turpemente schiavi, tremavano agli umori dei padroni li ho fatti tutti liberi. Al potere, io conciliai la forza e la giustizia e compii ciò, secondo le promesse. Per sancire i diritti di ciascuno scrissi norme per umili e potenti. [...]
In mezzo a questi io stetti, termine di confine. Se una volta fossi stato d’accordo coi nemici, e poi con gli altri nei loro complotti, di molti la città sarebbe vedova. Mi rinsaldai perciò da tutti i lati: lupo tra molti cani mi aggirai.
 

Solone, fr. 24 D, trad. di F.M. Pontani, I lirici greci, Einaudi, Torino 1969.

L'arconte Solone.


  • In che cosa consiste, secondo Solone, il “Buongoverno”? 
  • Sei in grado di spiegare la metafora che conclude il secondo brano? Perché Solone si paragona a un lupo? Chi sono i cani?  

Novità nell’esercito e nelle assemblee

La suddivisione operata da Solone valeva anche per l'organizzazione dell’esercito: le prime due classi formavano il reparto della cavalleria; gli zeugiti militavano come opliti, con armature pesanti; i teti, infine, erano dotati di armature leggere oppure erano arruolati come rematori negli equipaggi delle navi.
Dal punto di vista politico, pentacosiomedimni e cavalieri potevano accedere alle cariche di arconti (e di conseguenza all'areopago, una volta terminato il loro mandato annuale); alle ultime due classi era invece concessa solo la partecipazione all'ecclesia, che con Solone acquisì maggiori poteri, poiché ottenne la facoltà di eleggere gli arconti, prima scelti solo dai membri dell'aristocrazia. All'interno dell'assemblea dei cittadini, inoltre, venivano ora sorteggiati i giudici dell'elièa, un tribunale popolare introdotto per sottrarre all'areopago l'esclusività sull'amministrazione della giustizia e limitare così i privilegi degli aristocratici. 
I membri delle prime tre classi potevano anche essere eletti nel consiglio dei quattrocento, un organo con funzioni consultive (non poteva opporsi alle scelte operate dagli arconti) suddiviso su base territoriale fra le tribù dell'Attica. 
Le riforme di Solone erano state motivate dall'urgenza di rivitalizzare l'esercito ateniese che, in seguito alla crisi agraria e al fallimento di molti piccoli proprietari terrieri, aveva visto ridursi sensibilmente il numero dei fanti delle falangi oplitiche. Questa esigenza aveva però condotto a un allargamento della cittadinanza ateniese, riservata unicamente a chi possedeva terre nell'Attica, un tempo quindi soltanto ai nobili. Infatti, sebbene le ricchezze ottenute con i commerci rimanessero escluse dal calcolo del reddito previsto dal sistema censitario di Solone, i ricchi mercanti e gli artigiani (anche provenienti da altre città), investendo i loro guadagni nell'acquisto di terre nella regione, potevano ora ottenere la cittadinanza ateniese. In questo modo essi accedevano alle cariche pubbliche, assicurando nel contempo nuove forze allo schieramento militare della pólis. 

GUIDA ALLO STUDIO

  • Quali erano le principali istituzioni ateniesi nell'età arcaica? 
  • Quali fattori favorirono un rinnovamento politico di Atene? 
  • Quali riforme furono promosse da Solone? 
  • In che cosa consisteva il sistema censitario introdotto da Solone?
  • Da chi era composto e quali funzioni aveva il consiglio dei quattrocento?
  • Come riuscirono mercanti e commercianti a partecipare alla vita politica ateniese?

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana