Dal Medioevo ellenico alla nascita dell’identità greca

3.3 LA GRECIA ARCAICA

IL RACCONTO DELLA STORIA

Dal Medioevo ellenico alla nascita dell’identità greca

Abbiamo visto che dopo il crollo improvviso della civiltà micenea, avvenuto intorno al 1200 a.C., l’area greca entrò in una lunga fase di regresso economico, che si concluse solo nell’VIII secolo a.C. Il declino non riguardò soltanto l’economia, ma anche le strutture politiche e la cultura: in quest’epoca scomparve persino l’uso della scrittura, mentre la contrazione dei commerci ridusse i contatti con il Vicino Oriente, escludendo la Grecia dalla diffusione delle innovazioni tecnologiche e culturali provenienti da quelle terre. In riferimento al regresso economico e culturale che la caratterizzò, gli storici hanno descritto questo periodo – il più arcaico della civiltà greca – con espressioni come “secoli bui”, “età oscura”, “Medioevo ellenico” ( FOCUS).

FOCUS • LE PAROLE NEL TEMPO

MEDIOEVO TRA CRISI E RINASCITA
Il termine “Medioevo” fu utilizzato per la prima volta dallo storico umanista Flavio Biondo verso la metà del XV secolo per definire il periodo compreso tra la fine dell’impero romano (V secolo d.C.) e l’età rinascimentale (XV secolo d.C.).
Nel XVIII secolo, i pensatori illuministi ripresero il concetto di Medioevo per indicare i “secoli bui” seguiti all’età classica, che furono caratterizzati dal trionfo dell’ignoranza e della superstizione. Queste definizioni, ispirate a un preconcetto che considera esclusivamente gli aspetti negativi del periodo compreso tra la grandezza dell’età greca e romana e la sua eredità raccolta dall’Umanesimo rinascimentale, furono in seguito estese dagli storici anche ad altre fasi di decadenza di alcune civiltà, come per esempio il periodo che seguì la fine della civiltà micenea in Grecia. In realtà, durante il Medioevo propriamente detto, accanto agli elementi di crisi si manifestarono anche evidenti aspetti di continuità con le epoche precedenti, oltre che importanti fattori di innovazione tecnologica e culturale senza i quali non sarebbe stata possibile la rinascita umanistica.
Allo stesso modo, durante il cosiddetto Medioevo ellenico, che in passato era descritto come un periodo esclusivamente negativo, si formarono le premesse della futura affermazione della civiltà greca.

Tra crisi e trasformazione 

Durante il Medioevo ellenico le condizioni di vita nella penisola Ellenica peggiorarono drasticamente e la popolazione subì una netta diminuzione. Tuttavia, questo periodo non fu privo di importanti novità, che avrebbero svolto un ruolo fondamentale per la successiva rinascita economica, sociale e politica della Grecia. Fu in questi secoli che si sviluppò l’autonomia politica dei piccoli centri urbani, non più sottomessi al controllo dei grandi organismi statali e ormai capaci, in virtù della diffusione delle armi in ferro, di organizzarsi militarmente in modo efficace. Inoltre, gli stanziamenti territoriali delle varie etnie presenti in Grecia assunsero un assetto definitivo, che avrebbe caratterizzato la storia della penisola nei secoli successivi. Nell’ambito del flusso migratorio definito prima colonizzazione greca, i Dori (che provenivano dal Nord della penisola Balcanica) occuparono le regioni settentrionali e il Peloponneso e, in seguito, la parte insulare della Grecia ( CARTA). Durante queste migrazioni si mescolarono alle popolazioni già presenti sul territorio: gli Ioni (che occupavano l’Attica, l’Eubea e le coste dell’Asia minore) e gli Eoli (stanziati in Beozia e in alcune isole del mar Egeo). I gruppi che si stabilirono sulle coste dell’Anatolia furono i primi protagonisti della ripresa economica e culturale, grazie ai contatti con i prosperi regni del Vicino Oriente.
La forza dei regni orientali, in questo periodo, non arrivò a minacciare l’Egeo, garantendo alle varie stirpi elleniche la possibilità di estendere la propria influenza politica e commerciale in tutto il Mediterraneo, ormai libero da una potenza marittima egemone. Questa situazione contribuì in modo decisivo al progresso economico e civile dei popoli ellenici e all’affermazione di una loro identità autonoma, fondata sulle caratteristiche culturali che li distinguevano dalle altre popolazioni.

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La nascita dell’identità greca

Il nome Greci deriva dai Graikói, un popolo anticamente stanziato nell’Epiro (una regione nordoccidentale della penisola Ellenica), attraverso il quale i Romani stabilirono i primi contatti con il mondo greco. Il termine con cui i Greci definivano se stessi, invece, era Ellèni, derivante probabilmente dal nome dei sacerdoti (Hélloi) dell’antico culto rivolto a Zeus nel santuario di Dodona. In seguito all’invasione dei Dori, le tribù di Elleni si dispersero in varie regioni del Mediterraneo orientale, ma l’esistenza di una lingua condivisa – pur distinta nelle varianti regionali dei dialetti dorico, ionico-attico, arcadico ed eolico – contribuì a mantenere la loro identità comune, tanto che esse continuarono a riconoscersi come parte di un unico popolo.
Con la fine del Medioevo ellenico e l’inizio della rinascita economica, sociale e politica della Grecia, l’identità culturale che accomunava queste etnie si rafforzò. Anche in questo caso l’elemento di coesione determinante era quello linguistico: gli Elleni definivano tutti gli stranieri, indistintamente, barbari, termine che derivava dal suono onomatopeico barbar, usato per indicare la persona balbuziente e, per estensione, chiunque si esprimesse in una lingua diversa dalla propria e dunque incomprensibile.

I caratteri distintivi dei popoli greci 

Oltre alla lingua, le caratteristiche culturali comuni ai popoli che si definivano Elleni in contrapposizione ai barbari riguardavano altri aspetti: 

  • le tradizioni mitologiche e letterarie risalenti all’epoca micenea e raccolte nei poemi epici Iliade e Odissea, che contribuivano a radicare la consapevolezza delle comuni radici storiche della popolazione ellenica;
  • le affinità nelle usanze quotidiane e nelle tradizioni popolari, per esempio nelle forme che regolavano le relazioni di parentela, nelle norme sull’eredità dei patrimoni familiari e nelle tipologie delle feste e delle celebrazioni;
  • la diffusione di culti religiosi comuni, ulteriore elemento di identità che si esprimeva nei santuari panellenici (dal greco pân, “tutto”, ed hellenikón, “greco”), cioè appartenenti a tutte le popolazioni greche, dove si stipulavano anche accordi militari o commerciali tra i centri urbani.

L’oligarchia dei proprietari terrieri 

La caduta della civiltà micenea aveva determinato una profonda trasformazione nelle gerarchie sociali: al sovrano acheo, che accentrava nelle proprie mani il potere politico e il controllo di ogni attività economica, subentrarono i nobili guerrieri di stirpe dorica. Con la forza delle armi, essi si erano appropriati delle terre occupate, assumendo un ruolo dominante e costringendo le popolazioni sottomesse a lavorare in condizioni servili. Grazie al monopolio dell’uso delle armi, essi difendevano da invasioni straniere le piccole comunità agricolo-pastorali, ma allo stesso tempo impedivano qualsiasi velleità di rivolta della popolazione contadina. Fin quando l’alfabeto non conobbe un’ampia diffusione, inoltre, i nobili continuarono a far valere le consuetudini non scritte e le tradizioni giuridiche stabilite e applicate a loro esclusivo vantaggio.
Quella del Medioevo ellenico e della prima età arcaica era dunque una società aristocratica (dal greco áristoi, “migliori”, e kratéo, “comandare”) in cui i nobili, forti del possesso della terra e delle armi, si autolegittimavano a detenere il potere in quanto “migliori” e più adatti al governo. Poiché i governi aristocratici erano costituiti da un gruppo ristretto di persone, sono spesso definiti anche oligarchici (dal greco olígoi, “pochi”, e árkho, “governare”), per indicare come essi fossero l’espressione di un’esigua minoranza che coincideva con l’élite della società.

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Le fratrìe aristocratiche 

L’ordinamento aristocratico che caratterizzava le comunità greche nei primi decenni dell’età arcaica era basato sulla fratrìa (dal greco phráter, “fratello”), l’insieme delle famiglie nobili discendenti da un antenato comune e perciò “affratellate”, cioè strette da un vincolo di parentela. Al loro interno le fratrìe erano suddivise in ghéne (“stirpi”, gruppi parentali meno estesi e paragonabili ai clan tipici dell’organizzazione sociale di alcune popolazioni dell’Europa settentrionale) formati da più famiglie aristocratiche. Presentandosi come discendente di un dio o di un eroe leggendario, ogni famiglia nobile rafforzava il proprio diritto a detenere il potere trovando legittimazione nel mito o nella religione.

Il resto della società 

Ogni fratrìa governava una comunità autosufficiente e tendenzialmente autarchica, che produceva i beni necessari al sostentamento di tutti i suoi membri e rimaneva isolata dalle altre, con scambi commerciali e culturali assai ridotti. A capo della comunità c’era solitamente un re, il basiléus, affiancato dal consiglio degli anziani, i gérontes, che si occupavano principalmente di questioni giuridiche e diplomatiche. Le fratrìe costituivano una minoranza della popolazione; il resto della comunità, il popolo (démos), lavorava al servizio degli aristocratici ed era composto da contadini, piccoli proprietari terrieri, pastori, artigiani, mercanti e marinai. Il démos poteva riunirsi in assemblea per deliberare su faccende riguardanti la collettività, ma le decisioni prese non erano assolutamente vincolanti per il basiléus e i gérontes. Costretti a lavorare per vivere, costoro non potevano partecipare alla vita politica né alla difesa militare dei loro territori, un compito che solo i nobili potevano svolgere in quanto erano gli unici a potersi permettere l’elevato investimento necessario per l’acquisto delle armi e per il mantenimento dei cavalli.
All’ultimo gradino della scala sociale si trovavano gli schiavi, che erano generalmente nemici catturati in guerra o contadini impoveriti dalle carestie e dallo sfruttamento imposto dai proprietari terrieri ai quali spesso, per sopravvivere, erano costretti a cedere i propri beni e persino la propria persona.

GUIDA ALLO STUDIO

  • Che cosa si intende con l’espressione “Medioevo ellenico”?
  • Quali aspetti economici e sociali lo caratterizzarono?
  • Quali elementi definivano l’identità dei popoli greci?
  • Come era organizzata la società greca arcaica?

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana