La società cretese e i palazzi
Al vertice della società cretese vi era una nobiltà di
proprietari terrieri e mercanti, la cui ricchezza derivava principalmente dalla produzione e dall'esportazione di olio e vino. I gradini più bassi della scala sociale erano invece occupati dai contadini e dagli schiavi, in gran parte stranieri rapiti dai marinai cretesi nelle loro spedizioni o scambiati nei mercati del Mediterraneo.
L’isola era organizzata in piccoli regni
indipendenti, sorti come evoluzione dei vecchi villaggi neolitici in seguito all'intenso sviluppo dei commerci, che aveva determinato l'esigenza di coordinare le attività dei mercanti sotto la guida di diverse autorità locali.
Il fulcro della vita economica e politica di questi regni era situato nei
palazzi, vaste strutture che svolgevano contemporaneamente la funzione di magazzini per la conservazione delle merci e di centri di
potere.
I principali palazzi cretesi sorsero a Cnosso, Festo, Haghìa Triada e Mallia tra il 2000 e il 1700 a.C., nel periodo definito dagli storici protopalaziale (cioè dei primi palazzi, dal greco prôtos, “primo”). Nel palazzo risiedeva il sovrano, che attraverso i suoi funzionari, membri della nobiltà, esercitava un forte controllo sulle risorse naturali dei territori circostanti, sulle attività agricole e sui traffici mercantili. All’interno dell'edificio venivano ammassati i prodotti alimentari, si organizzavano le spedizioni marittime, si gestiva l'armamento della flotta militare, si amministrava la giustizia (► LABORATORIO DELLE FONTI, pp. 162-163).
È piuttosto sorprendente che, nonostante svolgessero queste funzioni fondamentali, i complessi palaziali fossero privi di mura difensive. Ciò indica l'assenza di minacce esterne, che del resto i Cretesi potevano prevenire grazie al controllo dei mari esercitato dalla potente flotta.