Le prime civiltà neolitiche europee

3.1 GLI ALBORI DELLA CIVILTÀ EUROPEA

IL RACCONTO DELLA STORIA

Le prime civiltà neolitiche europee

Le principali civiltà preistoriche europee svilupparono a partire dal IV millennio a.C. nelle isole Cìcladi (nel Mediterraneo orientale) e in alcune zone prevalentemente costiere dell’Europa occidentale, dove si affermarono le civiltà megalitiche. Nel cuore del continente, invece, nel corso del II millennio si stanziarono alcune tribù celtiche provenienti dall’Europa orientale, che arrivarono a occupare una vasta area compresa tra il Danubio e il Reno.

La civiltà cicladica

Le Cicladi sono un arcipelago di oltre duecento piccole isole situate tra la Grecia continentale, Creta e l’odierna Turchia. Il loro nome deriva dal termine greco kúklos (“cerchio”) e fa riferimento alla loro disposizione circolare al centro del mar Egeo. Verso la fine del IV millennio a.C., in questi territori insulari si affermò una fiorente civiltà, che toccò il massimo sviluppo tra il 2600 e il 2200 a.C., quando fu inglobata dalla civiltà cretese.
La ricchezza degli abitanti di queste isole derivava in gran parte dal commercio dell’ossidiana. Altra materia prima diffusa nelle Cicladi era il marmo. Proprio il ritrovamento di numerose statuette di marmo testimonia dell’evoluzione culturale della civiltà cicladica; esse dimostrano infatti l’abilità degli artigiani dell’area, in grado di scolpire con grande maestria diverse tipologie di figure antropomorfe. Molte statuette rappresentano divinità femminili ed erano probabilmente dedicate al culto, di origine paleolitica, della fecondità della natura.

Le civiltà megalitiche

In altre regioni costiere dell'Europa continentale e nelle isole britanniche ( ATLANTE, pp. 10-11) si svilupparono invece le cosiddette civiltà megalitiche (dal greco mégas, “grande”, e líthos, “pietra”), la cui denominazione deriva dai complessi monumentali di pietra realizzati dai popoli di queste terre in un'epoca compresa tra il 4500 e il 1500 a.C. circa.
Lo studio dei numerosi reperti archeologici di queste strutture, costruite con grossi blocchi di pietra sovrapposti, sembra indicare che fossero utilizzate come santuari o tombe dalle comunità neolitiche ( FOCUS). Le enormi pietre dei complessi megalitici venivano trasportate da luoghi lontani anche decine di chilometri per mezzo di slitte e tronchi di legno, che favorivano lo scorrimento dei blocchi di pietra sul terreno. Una volta raggiunto il luogo stabilito per l'edificazione del monumento, le pietre venivano appoggiate nei pressi di apposite buche del terreno e collocate in posizione verticale con leve di legno, funi e terrapieni. 
I monumenti potevano essere composti da un'unica grande pietra o da più pietre disposte in circolo. Nel primo caso si parla di menhir, un vocabolo della lingua bretone che significa “pietra lunga”; nel secondo caso di dolmen (“tavola di pietra”) o cromlech (“pietra rotonda”).

  › pagina 159   

FOCUS • IERIOGGI

STONEHENGE 
II più noto santuario megalitico, Stonehenge (dall'inglese stone, “pietra”, e henge, derivato di hang, “sospendere”), fu edificato tra il 2500 e il 2000 a.C. nell'attuale Inghilterra. Il complesso è formato da strutture trilitiche (cioè costituite da una pietra orizzontale poggiata su due pietre verticali) affiancate l'una all'altra a formare due cerchi concentrici. Il cerchio interno contava in origine 30 grandi pietre; quello esterno 56. Questi numeri, che corrispondono rispettivamente ai giorni del mese e agli anni che separano le eclissi di Luna, sono stati a lungo interpretati come il segno che Stonehenge fosse un monumentale calendario di pietra e un osservatorio astronomico, utilizzato per calcolare la ricorrenza delle eclissi e dei solstizi. L'ipotesi era rafforzata, tra l'altro, dal fatto che l'orientamento dei megaliti sembrava essere stato deciso in base all'inclinazione dei raggi del Sole nel giorno del solstizio d'inverno. Di recente queste teorie sono state messe in discussione dagli archeologi, i quali tendono a privilegiare l'idea che Stonehenge sia un luogo di sepoltura e di celebrazione di riti periodici legati al rapporto tra vita e morte. Il monumento faceva infatti parte di un sito molto ampio, in cui erano presenti altri cerchi di pietre e di legno. Tutto il complesso era probabilmente dedicato ai riti funerari, come suggeriscono anche comparazioni con siti analoghi presenti in altre aree del continente.

Veduta aerea del santuario megalitico di Stonehenge, con i tipici blocchi di pietra sovrapposti.

I Celti nell’Europa centrale

Nel II millennio a.C. varie regioni d’Europa erano state occupate da popolazioni nomadi di origine indoeuropea. Tra queste vi erano i Celti, un insieme di tribù indipendenti e spesso in lotta tra loro. Nel corso del I millennio a.C., l'espansione territoriale dei Celti interessò tutta l'Europa ( CARTA): le tribù dei Britanni, dei Cimri e dei Gaeli si stabilirono nelle isole britanniche, i Celtiberi nella penisola Iberica, i Galli in Francia e nell'Italia settentrionale, i Gàlati nei Balcani e in Anatolia. Le tribù, guidate da capi guerrieri ;che facevano parte di famiglie nobili, avevano spesso un atteggiamento bellicoso nei confronti delle popolazioni con cui entravano in contatto, e le incursioni armate volte a conquistare bottini di guerra svolgevano un ruolo non indifferente nelle strategie per reperire risorse economiche. 

La principale ricchezza economica dei Celti era comunque costituita dall’agricoltura e dall’allevamento. In Europa centrale, tra le attività praticate dalle tribù celtiche raggiunse un certo grado di sviluppo anche l’artigianato metallurgico. Essi inventarono tra l'altro il vomere di ferro, che consentì importanti progressi delle tecniche agricole.

GUIDA ALLO STUDIO

  • Quali furono le prime civiltà del continente europeo?
  • A che cosa si deve lo sviluppo della civiltà cicladica? 
  • Che cosa si intende con l'espressione civiltà megalitiche? 
  • Dove si diffusero i Celti? 

Il nuovo Storia&Geo - volume 1
Il nuovo Storia&Geo - volume 1
Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana