I rischi provocati dall’uomo
Accanto alle norme e alle azioni di prevenzione, tuttavia, sono molto diffuse forme di gestione del territorio e dell’ambiente che aggravano i rischi di catastrofi naturali. In Italia, per esempio, il dissesto idrogeologico causato dal disboscamento, dall’alterazione delle caratteristiche dei suoli e dalla “cementificazione” (lo sfruttamento intensivo del territorio per costruire infrastrutture e case) ha favorito i rischi di inondazioni e frane. Senza l’effetto di consolidamento dei terreni svolto dalle radici delle piante, infatti, i rilievi sono più facilmente soggetti all’erosione delle piogge violente: sono queste le premesse delle improvvise alluvioni che causano grandi danni ai centri abitati coinvolti e contribuiscono a loro volta a rendere più insicuro il territorio.
L’attenzione per la prevenzione dei rischi ricopre un ruolo particolarmente importante nel caso di fenomeni impossibili da predire scientificamente, quali i terremoti e i maremoti. Come hanno dimostrato i violenti sismi che hanno colpito l’Abruzzo nel 2009, l’Emilia nel 2012 e l’Italia centrale, con epicentro ad Amatrice e poi il Maceratese nel 2016, in questi casi l’intervento umano può essere improntato unicamente alla limitazione delle conseguenze. Per ridurre i danni provocati dai terremoti bisogna in primo luogo evitare di costruire nelle zone più a rischio e adottare metodi che rispettino sempre i criteri antisismici previsti dalle normative. Ancora oggi, tuttavia, queste prescrizioni sono spesso disattese, soprattutto perché comportano costi più elevati per i costruttori.
Queste considerazioni si inseriscono comunque in un quadro più ampio di rispetto delle leggi naturali: poiché la natura è in grado di autoregolarsi, dobbiamo essere consapevoli che i suoi processi di compensazione tendono a ristabilire, nel tempo, le condizioni ambientali compromesse dalle attività antropiche. Se lo sfruttamento del territorio ha comportato gravi squilibri, è quindi lecito aspettarsi che, prima o poi, possano derivarne sciagure ambientali. Al di là di ogni considerazione di interesse economico, dunque, per evitare gravi conseguenze per le comunità umane, è necessario salvaguardare il fragile equilibrio del pianeta, adottando politiche che tutelino l’ambiente e preservino le caratteristiche naturali dei territori.