Il filo dell’arte - volume A

La grammatica del linguaggio visuale SUPERFICI E TEXTURE PER ESPRIMERE EMOZIONI In genere le superfici lisce e omogenee evocano sensazioni di equilibrio, serenità e armonia, mentre quelle più spigolose, ruvide e irregolari ne suscitano di inquietanti e angosciose. Effetti particolari si ottengono poi accostando texture molto diverse tra loro. L uso espressivo della texture è molto diffuso nella storia della scultura ed è abbastanza frequente anche in pittura, soprattutto tra gli artisti del Novecento e quelli contemporanei: per aumentare l espressività delle loro opere, alcuni di essi non si sono limitati a creare le texture dipingendole, ma hanno sostituito tela e fogli tradizionali con altri materiali caratterizzati da texture vere , molto evidenti e spesso irregolari. Per esempio hanno scelto di dipingere o di tracciare segni su sacchi di canapa, cartone e pezzi di legno grezzo, o perfino sulla plastica fusa, sul cemento e così via. Donatello, uno dei maggiori esponenti del Rinascimento italiano, utilizza spesso la texture con uno scopo che è insieme descrittivo ed espressivo. Raffigurando i capelli che ricoprono tutto il corpo della Maddalena, l artista non solo ne riproduce le caratteristiche fisiche, ma riesce anche a esprimere lo stato d animo del personaggio. La donna, infatti, è raffigurata in un momento di grande tormento: l artista riesce a trasmettere questa sensazione accentuando le irregolarità e la spigolosità della texture. Donatello, Maddalena penitente, 1453-1455, legno. Firenze, Museo dell Opera del Duomo. Alcune statue scolpite da Michelangelo Buonarroti ci appaiono non finite , perché in molti casi l artista lascia intere parti in marmo grezzo, senza lucidarle o senza nemmeno definire le forme. Le statue non finite sono dunque caratterizzate da texture molto diverse: le parti concluse risultano lisce e lucide, quelle solo abbozzate hanno una superficie ruvida e opaca. Osservando le opere ci rendiamo conto che il contrasto fra le parti finite e quelle non finite trasmette intense emozioni. Per esempio, nell Atlante ci rimanda un idea di fatica: sembra che il titano stia facendo un terribile sforzo per prendere forma. Michelangelo Buonarroti, Prigione detto Atlante, 1530-1534, marmo. Firenze, Galleria dell Accademia. 126

Il filo dell’arte - volume A
Il filo dell’arte - volume A
Comunicazione visiva