L’architettura in ferro

L’OTTOCENTO

L’architettura in ferro

La Rivoluzione Industriale cambia il volto delle maggiori città europee: per far fronte all’aumento impetuoso della popolazione si creano nuovi quartieri, collegati ai vecchi centri storici da adeguate reti stradali. In queste aree, con soluzioni del tutto originali, si costruiscono monumenti che parlano il linguaggio della modernità, con uno stile comune alle capitali di entrambe le sponde dell’oceano Atlantico.
L’uso in architettura di nuovi materiali, come il ferro, il vetro e il cemento, libera l’immaginazione dei progettisti: nascono opere che hanno una decisa verticalità e che propongono soluzioni costruttive audaci, comunicando nuove emozioni e una nuova idea di bellezza. L’uso del ferro, in particolare, consente di realizzare opere di forte spettacolarità, che sembrano sfidare le leggi della fisica.

Una torre traforata

Il simbolo di questa nuova architettura è la Tour Eiffel (1), costruita dall’ingegnere Gustave Eiffel per l’Esposizione di Parigi del 1889. Al momento dell’inaugurazione la torre, alta più di 300 metri, suscita commenti contrastanti, ma tutti sono colpiti dalla novità del progetto.
Il profilo della torre, che domina l’intera città, è disegnato per resistere all’azione del vento: sono quindi gli aspetti costruttivi e strutturali a determinarne la forma.
Si tratta di un concetto del tutto nuovo nell’architettura, destinato a svilupparsi soprattutto nel Novecento. La torre ha una struttura a rete metallica, fatta con pezzi in ferro assemblati: rispetto a quanto accadeva in passato, la struttura delle costruzioni non viene più nascosta sotto l’intonaco o dentro le murature, ma è esibita – quasi con orgoglio – “a vista”, e sostituisce spesso le decorazioni.
La struttura a rete permette il passaggio mutevole della luce: la torre si relaziona così con lo spazio urbano in modo sempre diverso, con un forte effetto di dinamismo, sconosciuto all’architettura precedente.

L’uso dei nuovi materiali in Italia

Uno dei primi casi di utilizzo dei nuovi materiali in Italia è la Galleria Umberto I di Napoli, costruita tra il 1887 e il 1890. La zona in cui oggi sorge la Galleria era densamente abitata: a causa del sovrappopolamento e delle scarse condizioni igieniche, tra il 1835 ed il 1884, nell’area si erano verificate ben nove epidemie di colera. Per risolvere il problema, il governo italiano approvò la legge per il risanamento della città di Napoli: è in questo contesto che si capisce quanto fu innovativa l’idea di una galleria commerciale. L’edificio è formato da quattro braccia, che si uniscono al centro in una crociera ottagonale coperta da una cupola (2). L’interno della struttura è in ferro e vetro, come i più moderni esempi di architettura europea.

Il filo dell’arte - volume B
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Dalla Preistoria ai nostri giorni