L’OTTOCENTO

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Gustav Klimt

L’Albero della vita

LA STORIA

Palazzo Stoclet, e tutto quanto in esso è contenuto, è un’opera d’arte totale, nella quale architettura, pittura, scultura e decorazione convivono come se fossero un unico elemento. A Gustav Klimt viene chiesto di realizzare la decorazione della sala da pranzo: l’artista progetta un insieme decorativo di grande efficacia, in cui pavimenti, mobilio e pareti si esaltano vicendevolmente.

IL SOGGETTO

Klimt immagina una decorazione astratta per la parete del lato corto mentre sulle due pareti lunghe fa correre i tralci stilizzati dell’Albero della vita che fanno da sfondo a due figure allegoriche, l’Attesa e il Compimento. I cartoni preparatori per le raffigurazioni destinate alle due pareti frontali sono oggi conservati a Vienna e rispecchiano fedelmente il risultato finale.

L’opera racconta


1

Il soggetto predominante, che fa da filo conduttore a tutta la composizione, è l’Albero della vita: realizzato sulle pareti lunghe, è costituito da un grande tronco dal quale partono rami d’oro spiraliformi che, simulando i tralci di vite, si estendono su tutta la superficie quasi come a voler entrare, occupandolo dolcemente, in tutto lo spazio vitale.
L’albero è ricco di decorazioni di vario genere, tra le quali si riconoscono figure geometriche, occhi raffigurati alla maniera egizia tipici dello stile di Klimt, piccoli triangoli verdi in successione a simulare le foglie e un uccello scuro.

2

L’Attesa, a sinistra, è una danzatrice che ricorda le figure egizie: è ripresa frontalmente, con il volto di profilo e gli occhi marcati da un profondo contorno che guardano lontano. L’abito, smisuratamente lungo e decorato con triangoli di vari colori, ne appiattisce la figura contro lo sfondo.

3

Il Compimento, a destra, rappresenta il ricongiungimento di due amanti. Le due figure, immerse nell’oro e nei colori, sono riconoscibili solo attraverso la testa e le braccia. Il mantello dell’amante è decorato in prevalenza da cerchi. L’unico elemento che turba l’idillio è il rapace, simbolo di morte, che spicca per il colore scuro.

 

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La composizione è priva di profondità spaziale: è completamente bidimensionale, a esclusione dei volti dei personaggi che sono invece realizzati con evidente realismo plastico e cromatico. Il colore predominante è l’oro, che crea forti contrasti soprattutto con i toni più scuri utilizzati per realizzare alcune parti degli abiti e del prato.
Klimt sceglie il mosaico, tecnica che aveva appreso durante il soggiorno a Ravenna: su un fondo di marmo bianco inserisce decorazioni in rame, maioliche colorate e foglie d’oro e d’argento.

Il filo dell’arte - volume B
Il filo dell’arte - volume B
Dalla Preistoria ai nostri giorni