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LA GRAN BARRIERA CORALLINA, una meraviglia vivente

La Gran Barriera Corallina è il più esteso deposito di corallo del pianeta. I coralli sono organismi formati dalla simbiosi di minuscoli animali marini, polipi bianchi delle dimensioni di pochi millimetri, e alcune specie di alghe. Sviluppano caratteristici e coloratissimi gusci, che accumulandosi in grande quantità nel corso di milioni di anni formano le barriere coralline, spettacolari “muraglie” sottomarine, e le isole coralline, dette anche atolli.
La Gran Barriera Corallina è una “super muraglia” formata da 2900 distinte formazioni coralline e circa 900 tra isole e isolotti. Scorre parallela alla costa orientale dell’Australia per circa 2300 km, dallo Stretto di Torres alla città di Mackay, in corrispondenza dello Stato federale del Queensland. La Barriera è così vasta che può essere vista dallo spazio ed è la più grande struttura mai realizzata da organismi viventi, battendo quindi qualsiasi opera artificiale dell’uomo.
Il canale marino che la separa dal continente ha un’ampiezza variabile tra i 16 e i 240 km ed è di difficile navigazione a causa degli isolotti e degli scogli di cui è disseminato. L’insieme delle formazioni coralline costituisce qui una straordinaria diga naturale che separa dall’oceano un tratto di mare di 344.000 km2, all’interno del quale si è sviluppato un ricchissimo habitat in cui vivono oltre 40 specie di coralli, 1500 di pesci e 4000 di molluschi. Tra gli animali più caratteristici della Barriera ci sono lo squalo martello, il pesce pagliaccio, la murena, il cavalluccio marino e la manta gigante.
Gran parte della Barriera è protetta da un Parco marino, istituito nel 1975 con l’obiettivo di preservare il suo ambiente naturale dallo sfruttamento eccessivo da parte dell’uomo. Nell’area della Barriera si praticano infatti la pesca e attività turistiche: gli straordinari paesaggi, uniti alla spettacolare vita sottomarina, attirano ogni anno oltre 2 milioni di visitatori.
Nel 1981 la Barriera è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO.

PERCHÉ VIENE TUTELATA

Il ricchissimo ma delicato ambiente della Gran Barriera Corallina è minacciato dall’azione dell’uomo, in particolare dalla pesca eccessiva e dall’aumento del turismo. Inoltre le sostanze inquinanti presenti nei fiumi australiani che sfociano nelle acque della Barriera, rimanendo intrappolate in questa sorta di diga naturale, ne contaminano l’ecosistema.
Ma la più grave minaccia alla sopravvivenza della Barriera, e delle altre formazioni coralline presenti nel mondo, è il riscaldamento globale. Il corallo predilige le acque calde (è per questo che barriere e atolli si sviluppano soprattutto nelle aree tropicali), ma temperature eccessivamente alte possono turbare il delicato equilibrio simbiotico tra gli organismi che formano il corallo. In particolare, le acque troppo calde inducono i polipi a espellere le alghe a cui sono legati. Poiché sono proprio le alghe a donare al corallo i suoi vivaci colori, in questo stato il guscio si schiarisce fino a diventare completamente bianco; è il fenomeno noto come “sbiancamento dei coralli”. Se la temperatura dell’acqua resta troppo elevata e il corallo rimane “sbiancato” per più di qualche giorno, è destinato a morire. Nella Gran Barriera Corallina si sono finora verificati fenomeni estesi di sbiancamento dei coralli nelle calde estati del 1998, del 2002 e del 2006, e si prevede che, con il progressivo aumento delle temperature globali, questi eventi siano destinati a essere sempre più frequenti.

Geoblog - volume 3
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