AMERICA – AMERICA ANDINO-AMAZZONICA

GEOPATRIMONIO

IL PANTANAL, uno scrigno di biodiversità

Al confine tra Brasile, Bolivia e Paraguay si trova la più grande zona umida del mondo, una pianura alluvionale con una superficie di 190.000 km2, pari a circa due terzi dell’intera Italia. Il suo nome, Pantanal, deriva dal portoghese pântano, cioè “pantano”: l’80% della regione è infatti costituito da un’immensa palude, che si allaga completamente durante la stagione delle piogge, tra novembre e marzo. In questo periodo il paesaggio prevalente del Pantanal è un immenso stagno, punteggiato da una miriade di isole e isolette e coperto da una lussureggiante vegetazione acquatica; l’unico modo per spostarsi è in barca. Durante la stagione secca, invece, una parte della pianura riaffiora e, poiché il terreno è stato reso estremamente fertile dai depositi portati dall’alluvione (un po’ come accadeva con la Valle del Nilo al tempo degli antichi Egizi), gran parte della sua superficie è sfruttata per l’agricoltura e il pascolo dai circa 200.000 abitanti della regione. Le colture più diffuse sono quelle degli ambienti umidi, come il riso, la soia e la canna da zucchero; l’allevamento più praticato è quello bovino, e i manzi vengono ancora portati al pascolo dai rancheros a cavallo, proprio come fanno i cowboys negli Stati Uniti.
L’abbondanza di acqua e il clima favorevole hanno fatto del Pantanal un ricchissimo scrigno di biodiversità: nella regione vivono circa 1000 specie di uccelli, 400 di pesci, 300 di mammiferi e 400 di rettili. Tra le specie più caratteristiche ci sono il tapiro, il giaguaro, il capibara (un grande roditore adattato agli ambienti acquatici), l’ara giacinto (il più grande pappagallo del mondo) e il temibile anaconda giallo, un serpente che può raggiungere i 5 m di lunghezza. Il Pantanal ospita anche la più grande popolazione mondiale di caimani, grandi rettili appartenenti alla famiglia dei coccodrilli: ce ne sono oltre 10 milioni, cioè 20 per ogni abitante dell’intera regione!
Nel 2000 l’UNESCO ha dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità un gruppo di quattro aree protette, conosciute collettivamente come Area di conservazione del Pantanal. La loro superficie totale è però di “soltanto” 1870 km2, corrispondenti quindi ad appena l’1% dell’estensione complessiva della regione.

PERCHÉ VIENE TUTELATO

Nel Pantanal sono state istituite numerose aree protette, come il Parco Nazionale del Pantanal Matogrossense in Brasile e il Parco Nazionale del Pantanal di Otuquis oltre il confine con la Bolivia. Queste aree coprono però solo una percentuale molto ridotta del territorio, in grandissima parte regolarmente e intensamente sfruttato a fini economici dalla popolazione; uno sfruttamento che potrebbe compromettere il ricco ma delicato ecosistema del Pantanal.
Tra le maggiori minacce ambientali ci sono la pesca eccessiva, che rischia di impoverire l’ambiente acquatico, e l’inquinamento delle acque causato dalle sostanze chimiche – tra cui il mercurio – usate nelle miniere di oro, ferro e manganese attive nell’area. Le zone più elevate, non occupate dalle paludi, sono inoltre coperte da fitte foreste pluviali soggette a un’intensa attività di disboscamento. A questi pericoli si aggiunge l’opera dei bracconieri, che cacciano e catturano specie rare, soprattutto di rettili e pappagalli, per rivenderle a caro prezzo sul mercato nero internazionale.

Geoblog - volume 3
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