GEO OGGI - Uno Stato “leggero”

AMERICA – AMERICA SETTENTRIONALE

Ordinamento dello Stato: repubblica presidenziale federale

Gli Stati Uniti sono una repubblica presidenziale federale, composta da 50 Stati più il distretto della capitale Washington. Ogni Stato elegge un proprio Governatore e una propria assemblea legislativa, ma il Governo centrale è retto da un Presidente eletto ogni quattro anni da un’assemblea di grandi elettori, che a loro volta sono votati da tutti i cittadini statunitensi. Il Presidente, il cui mandato può essere rinnovato una sola volta, gode di ampi poteri esecutivi, nell’esercizio dei quali viene assistito da capi di dipartimento da lui stesso nominati; ma può anche proporre leggi, esercitare su di esse il suo diritto di veto e nominare i giudici della Corte Suprema.
Il potere legislativo è esercitato dal Congresso, distinto in una Camera dei rappresentanti (eletti ogni due anni), che raccoglie i rappresentanti di ciascuno Stato federale (in numero proporzionale agli abitanti di ogni Stato), e nel Senato, i cui membri hanno un mandato di sei anni.

Le discriminazioni razziali

Fino a pochi decenni fa, negli Stati Uniti erano ancora in vigore leggi discriminatorie, che escludevano i neri da scuole, locali pubblici e mezzi di trasporto frequentati dai bianchi.
Oggi le leggi assicurano la completa parità, ma di fatto le condizioni di vita della popolazione di colore sono mediamente molto inferiori rispetto a quelle della popolazione bianca. Accanto ai pochi neri che riescono a raggiungere posti di grande prestigio in campo politico, economico e lavorativo, moltissimi altri devono fare i conti con la povertà, la disoccupazione, le insoddisfacenti condizioni abitative, educative e sanitarie.

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Uno Stato “leggero”

I cittadini statunitensi sono tra i più ricchi del mondo in termini di reddito pro capite, ma questo dato non si traduce necessariamente in un livello di benessere altrettanto elevato: negli Stati Uniti, per esempio, molti servizi che rientrano nel cosiddetto “Stato sociale” sono a pagamento perché forniti da privati, mentre in altri Paesi avanzati tali servizi sono pubblici, cioè erogati dallo Stato, che li finanzia con le tasse.
Un caso tipico è quello della sanità: negli Stati europei i cittadini hanno diritto all’assistenza sanitaria gratuita, mentre negli Stati Uniti è a pagamento e i cittadini sottoscrivono assicurazioni sanitarie con compagnie private, versando quote annuali piuttosto alte. La conseguenza è che molte famiglie a basso reddito non possono permettersi l’assicurazione e non hanno quindi accesso all’assistenza medica. Nel 2010 il Governo del Presidente Barack Obama ha varato una riforma, soprannominata “Obamacare”, per estendere la copertura sanitaria a oltre 50 milioni di statunitensi, ma la riforma è duramente contestata dai politici conservatori, i quali la accusano di incarnare una concezione dello Stato di tipo assistenzialista e di aver causato un intollerabile aumento delle tasse.

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L’ECONOMIA

Dal punto di vista delle attività industriali, commerciali, finanziarie, delle comunicazioni e dei trasporti, i centri più importanti degli Stati Uniti si concentrano sulla costa atlantica, su buona parte di quella pacifica e nella regione dei Grandi Laghi.

L’agricoltura più produttiva

L’ampia disponibilità di terre coltivabili e l’applicazione delle più moderne tecnologie fanno sì che l’agricoltura statunitense sia una della più produttive del mondo. Le zone agricole di maggior vastità sono localizzate nelle grandi pianure centro-orientali. Qui si estendono a perdita d’occhio, per centinaia e centinaia di chilometri, le “cinture” (belt) di colture specializzate in un particolare prodotto: si susseguono così la corn belt, la wheat belt e la cotton belt, dedicate rispettivamente alla coltivazione del mais, del frumento e del cotone. Ognuna di queste aree è più estesa dell’intera Italia.

Un gigante industriale e militare

Il comparto industriale statunitense è al primo o al secondo posto al mondo in molti settori: automobilistico, petrolchimico, farmaceutico, alimentare, informatico, e si distacca nettamente da tutti gli altri Paesi nel settore aerospaziale: gli Stati Uniti sono il primo e unico Paese al mondo ad aver conquistato il suolo lunare. Detengono inoltre un’enorme potenza militare, non solo per il numero di uomini (circa 1,5 milioni di soldati stabilmente in armi) ma anche per l’altissimo livello tecnologico e la micidiale efficacia degli armamenti prodotti e costantemente modernizzati.

All’avanguardia per scienza e tecnologia

Il primato statunitense in campo economico e militare si regge anche su solide basi scientifiche e culturali. Alle spalle delle nuove invenzioni e dei continui perfezionamenti che vengono introdotti in ogni campo ci sono avanzatissimi centri di ricerca come il MIT (Massachusetts Institute of Technology, presso Boston, uno dei luoghi di punta dell’avanguardia scientifica e tecnologica mondiale) e famosissime università considerate fra le migliori del mondo.
La percentuale di ragazze e ragazzi che accedono all’università è molto elevata, così come il numero di coloro che ogni anno conseguono una laurea, specialmente nelle materie scientifiche.

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Il problema delle armi

Gli Stati Uniti sono uno dei Paesi dove è più facile per un comune cittadino acquistare e possedere legalmente armi da fuoco: in circolazione ce ne sono oltre 350 milioni, più dell’intera popolazione del Paese.
Il diritto a portare armi è garantito dal Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, ma in anni recenti molte voci si sono levate per chiedere, se non la revoca, almeno la limitazione di questo diritto.
A innescare il dibattito sono state soprattutto le sparatorie di massa compiute negli Stati Uniti negli ultimi decenni, in scuole e altri locali pubblici. Tristemente famose sono la strage avvenuta nel liceo di Columbine in Colorado nel 1999, in cui due studenti uccisero 13 compagni, e quella consumatasi a Orlando in Florida nel 2016, dove un giovane ha aperto il fuoco in una discoteca, con un fucile d’assalto acquistato legalmente, uccidendo 49 persone. Le proposte per regolamentare il possesso di armi da fuoco sono però osteggiate dai produttori di armi e da molti politici conservatori, che le considerano un indebito tentativo da parte del Governo federale di limitare la libertà dei cittadini.

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