Nigeria

AFRICA – AFRICA CENTRALE

NIGERIA

La Nigeria si trova nella parte occidentale dell’Africa, al centro del Golfo di Guinea. Confina a nord con il Niger, a est con il Ciad e il Camerun, a ovest con il Benin; a sud si affaccia sull’Oceano Atlantico.

IL TERRITORIO E IL CLIMA

Altopiani, pianure e due grandi fiumi

La Nigeria è solcata da est a ovest dal corso di due fiumi, il Benue e il Niger. A nord di essi il territorio è caratterizzato perlopiù da altopiani; a sud è invece prevalentemente pianeggiante, in particolare verso la costa, dove si sviluppa il delta del Niger, che ha una larghezza di molte decine di chilometri.
A est, avvicinandosi ai monti Adamaoua del Camerun, la pianura si eleva bruscamente: qui si erge il Chappal Waddi (2419 m), la cima più alta del Paese.
L’altopiano di Jos, con un’altitudine media di 1259 m, campeggia al centro della parte settentrionale: incombe a sud sulla pianura e sul Benue con una ripida scarpata, mentre a nord digrada dolcemente verso il Lago Ciad formando una pianura interrotta da colline sabbiose.

La regione del delta

Il Niger si getta nell’Oceano Atlantico con un vastissimo delta che occupa un’area di circa 24.000 km2 e più di un terzo dell’intera estensione costiera del Paese. È un intricatissimo dedalo di rami e canali, in parte paludoso e coperto da una fitta vegetazione di mangrovie, che nell’entroterra lascia spazio alle palme da olio.
Grazie alle risorse tradizionali derivate dalla pesca e dalla palma da olio, alle quali negli ultimi decenni si è aggiunto il petrolio, la regione del delta è molto popolata: vivono qui circa 31 milioni di nigeriani, divisi in una quarantina di etnie.

Foreste tropicali e savana

Sulla costa il clima è tropicale, cioè caldo e umido, con piogge persistenti, distribuite in tutto l’arco dell’anno, che favoriscono la crescita di una foresta rigogliosa, che si dispone a galleria lungo il corso dei fiumi. Nell’interno, spostandosi verso nord, le precipitazioni diminuiscono notevolmente e variano a seconda della stagione; la foresta cede a mano a mano il posto alla savana. A nord-est, verso il Lago Ciad, le temperature aumentano, anche per effetto dell’harmattan, un vento caldo e secco che soffia dal Sahara. Qui il clima è più arido e la vegetazione si dirada assumendo l’aspetto di steppa.

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GEOSTORIA

La guerra del Biafra

In seguito a un crescendo di tensioni e violenze tra etnie, nel 1967 le province sud-orientali della Nigeria, abitate in maggioranza dall’etnia ibo, dichiararono la propria indipendenza e la nascita della Repubblica del Biafra. La reazione dell’esercito nigeriano portò allo scoppio di una violenta guerra civile, nel corso della quale le forze governative strinsero d’assedio le province ribelli, impedendo il passaggio di qualsiasi rifornimento destinato alla popolazione. Il blocco provocò una terribile carestia e una serie di epidemie, che causarono la morte di oltre 3 milioni di persone e che proseguirono anche dopo la sconfitta dei ribelli, nel 1970.
L’emergenza umanitaria ebbe grande eco in tutto il mondo e molti Paesi organizzarono raccolte fondi e missioni di soccorso. Giunsero sul posto come operatori umanitari anche alcuni medici francesi, tra cui il dottor Bernard Kouchner.
Profondamente colpiti dalla sofferenza del popolo del Biafra, Kouchner e i suoi colleghi decisero di fondare l’organizzazione non governativa Medici senza Frontiere, che da allora si impegna a fornire aiuto e cure ai popoli dei Paesi afflitti da guerre e disastri naturali.


Per conoscere la storia di Medici senza Frontiere: www.medicisenzafrontiere.it/chi-siamo/storia

LA POPOLAZIONE

Con oltre 180 milioni di abitanti, la Nigeria è il più popoloso Paese africano. Le etnie sono numerose, ma circa due terzi della popolazione appartengono a una delle quattro etnie principali (hausa, fulani, yoruba e ibo). Lagos, che con la sua area metropolitana ospita circa 21 milioni di persone, è la seconda città africana per numero di abitanti.

Ordinamento dello Stato: repubblica federale presidenziale

La Nigeria è una repubblica federale presidenziale, composta da 36 Stati, più il territorio della capitale Abuja. Fa parte del Commonwealth britannico ed è governata da un Presidente che è anche capo del Governo. In molti Stati federali ha grande importanza la figura religiosa del sultano: il sultano dello Stato di Sokoto, per esempio, è la massima autorità religiosa islamica del Paese.
Ottenuta l’indipendenza dal Regno Unito nel 1960, la Nigeria è stata quasi sempre politicamente controllata dai militari, che hanno conquistato il potere con un susseguirsi di colpi di Stato e dittature.
La diffusa corruzione politica e le guerriglie portate avanti dai movimenti indipendentisti nel delta del Niger e dal gruppo fondamentalista islamico Boko Haram (Geo Oggi pagina 247), nelle regioni settentrionali, sono i problemi più gravi del Paese.

Un mosaico di lingue ed etnie

Accanto all’inglese, la lingua ufficiale, si parlano l’hausa, lo yoruba e l’ibo e oltre 300 dialetti di importanza locale.
Gli hausa e i fulani, agricoltori e allevatori, abitano la parte settentrionale del Paese. La regione sud-occidentale è abitata prevalentemente dagli yoruba, che forniscono gran parte dei quadri dell’amministrazione statale. Gli ibo, minoranza bantu all’interno di una maggioranza etnica sudanese, vivono prevalentemente tra la bassa valle del Niger e il Camerun; tra le quattro etnie principali, quella degli ibo è la più povera e discriminata.

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Le religioni, focolai di tensione

La religione è attualmente uno dei principali elementi di divisione e tensione tra la popolazione nigeriana. La maggioranza degli hausa e dei fulani pratica la religione islamica, ma vi sono cospicue minoranze cristiane. Negli ultimi anni, l’introduzione della legge islamica (la sharia) in alcuni Stati del Nord e l’azione di gruppi islamici armati ha provocato la protesta delle minoranze cristiane e violenti scontri tra le due comunità.
Gli yoruba seguono in maggioranza i culti animisti e tradizionali, ma tra essi vi sono anche molti cristiani, sia protestanti sia cattolici, e musulmani.
Gli ibo sono in prevalenza cristiani, soprattutto cattolici, o praticano le religioni tradizionali.

L’ECONOMIA

Nel 2015 la Nigeria ha superato il Sudafrica quale maggiore economia del continente africano. Nonostante questo primato e il grande balzo effettuato dall’economia nazionale negli ultimi anni, la Nigeria è un Paese dalle forti disparità economiche e sociali, dove permangono enormi sacche di povertà.

Agricoltura, allevamento e pesca

Fino agli anni Ottanta del Novecento, la Nigeria è stata un Paese essenzialmente agricolo. L’agricoltura è tuttora praticata con sistemi tradizionali e fornisce principalmente mais, riso, manioca, patata, sorgo e miglio. La produzione copre tuttavia solo una minima parte del fabbisogno nazionale. L’agricoltura di piantagione, rivolta all’esportazione, fornisce cotone, arachidi, cacao e palma da olio.
Sono inoltre diffusi l’allevamento nel Nord del Paese e la pesca, sia costiera sia fluviale. Le foreste garantiscono un rifornimento costante di legnami pregiati tra cui mogano, obeche, abura.

L’importanza del petrolio

Il petrolio, che copre circa l’85% delle esportazioni, è la principale risorsa del Paese e la prima fonte di valuta estera. L’estrazione è controllata in gran parte da multinazionali straniere, tra cui l’italiana ENI. Importante è anche la produzione di gas naturale, carbone e stagno.
L’industria, attiva nei settori automobilistico, siderurgico, tessile e chimico, è decollata solo negli ultimi anni. Il terziario deve la sua crescita soprattutto alla pubblica amministrazione.

GEOOGGI

Sviluppo a portata di telefonino

In molti Paesi avanzati, come l’Italia, il numero dei telefoni cellulari in uso è superiore a quello degli abitanti, ma la tecnologia della telefonia mobile ha avuto ricadute inaspettate anche nei Paesi meno sviluppati, soprattutto in Africa. Prima, vastissime aree rurali del continente non erano collegate alla rete telefonica, poiché le grandi distanze e la scarsa densità di centri abitati rendevano difficile e costoso installare le apparecchiature e i cavi per il funzionamento dei telefoni fissi. La telefonia mobile ha cambiato tutto e i cellulari stanno vivendo un autentico boom: in Nigeria, per esempio, i cellulari erano solo 30.000 nel 2000, mentre oggi superano i 170 milioni.
Perché la telefonia mobile è così importante per lo sviluppo di Paesi afflitti da problemi molto gravi? Perché i cellulari rompono l’isolamento delle comunità rurali, permettendo a coltivatori, artigiani e imprenditori locali di comunicare con fornitori e clienti lontani. Così possono vendere i loro prodotti a prezzi migliori, evitando che il loro lavoro sia sfruttato e non adeguatamente ricompensato.

Geoblog - volume 3
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