AFRICA – AFRICA CENTRALE

GEOOGGI

Tra guerre etniche e religiose

La maggioranza dei Paesi dell’Africa Centrale è stata teatro, negli ultimi decenni, di conflitti etnici, che cioè hanno visto contrapporsi movimenti e fazioni appartenenti a etnie diverse.
L’Africa ha conosciuto fin da tempi remoti importanti movimenti migratori, e a molti di questi si sono accompagnati conflitti più o meno violenti. Ad approfondire il solco tra le varie etnie è stato anche il colonialismo europeo, che ha avvantaggiato alcuni gruppi a scapito di altri. In seguito, nei fragili Stati sorti dalla decolonizzazione, le divisioni etniche sono state appoggiate dalle classi dirigenti africane, spesso avide e corrotte, o incapaci di assicurare un’equa distribuzione delle risorse e un buon funzionamento della pubblica amministrazione. In molti casi l’etnia è stata usata come “paravento” per nascondere le ragioni economiche di sanguinosi conflitti.
Alle divisioni etniche si aggiungono quelle religiose, cavalcate da movimenti fondamentalisti, ispirati da una visione distorta delle fedi islamica e cristiana, e anche di alcune religioni locali. Dietro la maschera del conflitto etnico e religioso si nasconde spesso la sete di potere di individui senza scrupoli, i “signori della guerra”, i quali radunano bande armate che commettono ogni atrocità, come il massacro di civili o la riduzione in schiavitù di bambini, trasformati poi in soldati. Uno dei più pericolosi tra questi gruppi è l’Esercito di Resistenza del Signore, fondato nel 1987, che opera tra Uganda e Sudan. Fondatore e capo del gruppo è Joseph Kony, che comanda i propri uomini sfruttando un miscuglio di estremismo ideologico, fanatismo religioso e carisma personale.
A partire dagli anni Duemila, l’Africa centro-occidentale deve però affrontare una minaccia ancora più pericolosa, quella del gruppo fondamentalista islamico Boko Haram, nato nel 2002 nello Stato nigeriano di Borno, nella parte nord-orientale del Paese. Boko Haram significa letteralmente “l’educazione occidentale è proibita”, e l’obiettivo del gruppo è appunto tagliare ogni legame con le influenze occidentali, infiammare le tensioni religiose tra cristiani e musulmani e stabilire nei Paesi della regione uno Stato basato su un’interpretazione fondamentalista della legge islamica.
I miliziani di Boko Haram sono responsabili di una guerriglia che insanguina il Nord della Nigeria e i Paesi vicini, tra cui Camerun, Ciad e Niger, e nel corso degli anni si sono resi colpevoli di numerose atrocità: esecuzioni di massa di cristiani o musulmani moderati, attentati suicidi che hanno provocato centinaia di morti, e la cattura di bambini e ragazzi che vengono costretti a combattere al loro seguito.
Particolare indignazione ha destato in tutto il mondo il rapimento da parte dei miliziani di Boko Haram di 276 ragazze cristiane da una scuola della città di Chibok, nel 2014. La liberazione di 21 di loro nel 2016, in seguito a negoziati condotti dal Governo nigeriano con l’appoggio della Croce Rossa Internazionale, ha confermato i peggiori sospetti della comunità internazionale: le ragazze sono state costrette a convertirsi all’Islam e date in “sposa” ai membri del gruppo. Nel 2015 i leader di Boko Haram hanno giurato fedeltà all’autoproclamatosi Califfato islamico, l’ISIS.

Geoblog - volume 3
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