GEO STORIA - L’altra Cina: Taiwan

ASIA – ESTREMO ORIENTE

Ateismo di Stato e cinese mandarino

Il regime comunista ha sempre scoraggiato ogni pratica religiosa e promosso invece l’ateismo, tanto che oltre il 60% della popolazione oggi si dichiara non credente. Del restante 40%, molti seguono il Confucianesimo o il Taoismo; inoltre ci sono 100 milioni di buddisti (principalmente nella regione autonoma del Tibet), 50 milioni di cristiani e circa 20 milioni di musulmani.
Nella sua forma ufficiale, detta mandarino, il cinese è la lingua più diffusa sulla Terra. È la lingua ufficiale della Cina e di Taiwan, è parlata da consistenti minoranze in Indonesia, Malaysia, India e nei “quartieri cinesi” presenti nelle più grandi città del mondo. Nelle varie regioni si usano dialetti diversi, con differenze di pronuncia tali che chi parla un determinato dialetto può non essere in grado di capirne un altro. Per scrivere in cinese si utilizza un gran numero di ideogrammi differenti, con segni che indicano ciascuno un oggetto, un’idea, una qualità, un’azione.

Nuovo benessere e modernizzazione

L’immagine della Cina che si aveva fino a pochi decenni fa in Occidente, cioè quella di un popolo arretrato, sottoposto ai rigidi dettami di un regime totalitario, è oggi decisamente superata. Il recente benessere economico ha modificato la vita di gran parte dei cinesi (in particolare di quelli che vivono nelle città), che ora ha accesso a beni di consumo prima impensabili: frigoriferi, televisori, telefonini hanno fatto il loro ingresso nella quotidianità, così come le automobili, comprese le auto di lusso.
Oggi la Cina vuole essere il centro economico e culturale del mondo, e sempre più spesso ci riesce, come dimostrano i grandi eventi mondiali organizzati nel Paese, per esempio le Olimpiadi di Pechino del 2008. Per molti aspetti la società cinese resta legata alla tradizione, mentre per altri si sta decisamente “modernizzando”. Il Governo cinese, nonostante abbia rivisto alcuni aspetti dell’ideologia comunista, rimane un regime autoritario: cerca di assecondare le nuove spinte sociali se possono facilitare la crescita economica e produttiva, ma più spesso vi si oppone quando si tratta di rivendicazioni di maggiori libertà civili e di espressione. Lo dimostra l’atteggiamento ambiguo tenuto nei confronti delle nuove tecnologie di comunicazione (Geo Oggi pagina 201).

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L’ECONOMIA

La Cina è ormai la seconda potenza economica mondiale, superata solo dagli Sati Uniti. Ma gli esperti prevedono che il sorpasso tra i due Paesi avverrà molto presto, entro pochi anni.

Produzioni da primato

Il settore primario cinese è vario e ogni produzione è spinta al limite per poter nutrire oltre 1,3 miliardi di persone. Il Paese è ai primi posti nelle graduatorie delle maggiori produzioni alimentari, come frumento, riso, patate, patate dolci, frutta, arachidi e tè, e di altri prodotti agricoli come cotone, lino e tabacco.
Nell’allevamento è al primo posto per numero di capi suini, ovini, caprini, equini e volatili, così come per la carne, le uova e la pesca, con il 50% del totale mondiale di crostacei e molluschi. Quanto alle risorse del sottosuolo è al primo posto per l’estrazione di carbone, ferro, piombo, stagno, zinco e alluminio.

La maggiore economia industriale

La Cina ha già superato gli Stati Uniti per quanto riguarda la produzione industriale. Ogni anno entrano nel mondo del lavoro circa 10 milioni di ragazzi e ragazze, pronti a lavorare sodo per stipendi molto modesti. Questa manodopera a buon mercato assicura bassi costi alle industrie cinesi, che si moltiplicano in tutti i settori e forniscono una grande quantità di beni per il consumo interno e per l’esportazione.
Il Paese è il primo produttore mondiale di molte materie di base (acciaio, ghisa, cemento, soda caustica, acido solforico, fertilizzanti) così come di beni di consumo (frigoriferi, lavatrici, televisori, telefoni, pneumatici, biciclette), e sta rapidamente sviluppando anche i settori ad alta tecnologia della microelettronica e dell’informatica. Anche capi d’abbigliamento, tessuti e giocattoli a basso prezzo sono fra i prodotti più esportati.

GEOSTORIA

L’altra Cina: Taiwan

Oggi esistono due Paesi che si chiamano ufficialmente “Cina”, e tutti e due dichiarano di essere il “vero” Stato cinese.
Sono la Repubblica Popolare Cinese, detta anche Cina continentale, e la Repubblica di Cina, conosciuta anche come Cina insulare o Taiwan (nella foto, la capitale Taipei). Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Cina fu teatro di una guerra civile tra il Partito Comunista Cinese, guidato dal leader rivoluzionario Mao Zedong, e il Partito Nazionalista (Kuomintang) del generale Chiang Kai-shek. Nel 1949 il Partito Comunista prese il controllo del Paese e fu proclamata la Repubblica Popolare Cinese, di cui Mao Zedong fu il primo Presidente. Chiang Kai-shek e i suoi sostenitori si rifugiarono sull’isola di Taiwan e fondarono la Repubblica di Cina. La più grande e potente Repubblica Popolare avrebbe potuto sottomettere Taiwan, se quest’ultima non avesse avuto il sostegno degli Stati Uniti, decisi a sfruttare Taiwan in funzione anticomunista.
Da allora i due Stati coesistono senza riconoscersi l’un l’altro, dichiarando di far parte di “una sola grande Cina”. Nel 2015 i Presidenti si sono incontrati per la prima volta, ma poiché nessuno dei due riconosceva l’autorità dell’altro, si sono chiamati semplicemente “signore” e non “presidente”.

Geoblog - volume 3
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