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ASIA – SUBCONTINENTE INDIANO

Ordinamento dello Stato: repubblica federale

L’India è una repubblica federale composta da 28 Stati, ad amministrazione e legislazione autonome, e da 7 Territori amministrati direttamente dal Governo centrale. Il Presidente è eletto dal Parlamento e dalle assemblee degli Stati federali e resta in carica cinque anni; a lui spetta la nomina del Primo Ministro, che solitamente è il leader del partito di maggioranza. Il Parlamento è diviso in un Consiglio degli Stati e in una Camera del popolo.
Il Governo indiano si trova spesso nelle condizioni di dover mediare con i numerosi conflitti etnico-religiosi interni e con i movimenti separatisti attivi nel Jammu-Kashmir (Geo Storia pagina 153), nell’Assam, nel Punjab, nel Tripura.

Una moltitudine di lingue ed etnie

La popolazione dell’India è costituita da un insieme di gruppi etnici diversi, cui si aggiungono le componenti europea, cinese e tibetana. Le lingue ufficiali sono l’hindi e l’inglese (retaggio dell’appartenenza all’Impero britannico), inoltre sono diffuse numerose lingue locali, come bengali, marathi, tamil, telugu, urdu e altre.
Gli induisti sono oltre l’80% della popolazione, i musulmani circa il 13%; esistono poi minoranze sikh, buddiste, cattoliche e protestanti.

Popolazione in aumento e caste

La popolazione dell’India supera già il miliardo di persone (poco meno di un quinto dell’intero genere umano) e sta aumentando a un tasso dell’1,2% annuo. È un tasso elevatissimo, quasi tre volte maggiore di quello cinese, che in proiezione porterebbe la popolazione indiana all’incredibile totale di circa 5 miliardi di persone entro la fine del secolo. A poco a poco questo ritmo di crescita probabilmente rallenterà, ma nel frattempo potrebbe comunque raggiungere livelli incompatibili con le risorse disponibili (Geo Oggi pagina 152).
Un altro problema è rappresentato dalla perdurante ripartizione della società indiana in caste, antiche classi sociali che traggono la loro origine dalla religione induista e che tuttora separano i vari strati della popolazione indiana, giustificando la povertà delle classi inferiori (in particolare quella dei paria, gli “intoccabili”) e ostacolando la mobilità sociale.

L’ECONOMIA

L’India è stata per lunghi secoli uno dei Paesi più poveri del mondo, ma negli ultimi anni il “gigante indiano” ha compiuto straordinari progressi, arrivando ad affermarsi come la sesta potenza economica del pianeta.

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Tra crescita economica e povertà estrema

La crescita del Paese è però molto irregolare, con fortissime disuguaglianze tra i diversi gruppi etnici e sociali, tra regione e regione, tra città e campagna. Mentre alcuni hanno raggiunto livelli di ricchezza e di benessere paragonabili al mondo occidentale, altri hanno ricavato da tale crescita solo un modesto beneficio e si stima che ancora circa un quarto della popolazione viva sotto la soglia di povertà.

Un’agricoltura dai grandissimi numeri

Soddisfare la domanda di cibo di circa un miliardo e 250 milioni di persone non è facile, e per farlo le produzioni alimentari raggiungono volumi elevatissimi. L’India è il primo produttore mondiale di frutta tropicale e il secondo produttore mondiale di riso, di frumento, di canna da zucchero e di patate. È il Paese con il più alto numero di bovini, il secondo al mondo per i caprini e il terzo per gli ovini. La religione induista vieta il consumo di carne bovina (gli animali vengono però ancora usati per il lavoro nei campi, a dimostrazione di quanto sia arretrata almeno una parte del settore primario); per questo l’India risulta solo al quinto posto per consumo di carne, mentre è al primo posto per il latte e il burro.

Molte materie prime, poche risorse energetiche

L’India esporta numerosi prodotti, tra cui (secondo produttore mondiale), caffè e tabacco, cotone (secondo produttore mondiale), caucciù e legname (con essenze pregiate come teak, sandalo e legno di rosa).
Le risorse minerarie comprendono ferro, rame, bauxite, diamanti, titanio, uranio e fonti di energia come carbone, petrolio e gas naturale, ma in quantità insufficienti a fornire tutta l’energia di cui il Paese ha bisogno per sostenere la sua rapida crescita industriale. Il ricco potenziale idroelettrico non è pienamente sfruttato, mentre si stanno moltiplicando le centrali nucleari.

Il futuro nell’alta tecnologia

Oggi l’India ha un apparato industriale molto articolato, in cui convivono impianti modernissimi, per esempio nel settore siderurgico, e piccole aziende familiari semiartigianali, come nel settore tessile.
Il punto di forza dell’economia indiana è rappresentato dai moderni settori dell’alta tecnologia, aeronautica, elettronica, ricerca scientifica, informatica, sviluppo di software.

Turismo e servizi anche grazie all’inglese

La buona conoscenza dell’inglese incoraggia le società straniere, specie quelle britanniche e statunitensi, a stabilire in India molte loro sedi; inoltre favorisce il crescente afflusso turistico (oltre 20 milioni di turisti stranieri nel 2015). L’India infatti è uno dei Paesi con il maggior numero di luoghi e monumenti considerati dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità; e, oltre a tradizioni e cultura, può vantare una straordinaria varietà ambientale.

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Bangalore capitale della tecnologia

Bangalore, capitale dello Stato di Karnataka, è il principale polo tecnologico indiano ed è ormai conosciuta nel mondo come la “Silicon Valley dell’India”.
La sua Università, la più grande e prestigiosa del Paese con oltre 300.000 iscritti, è rinomata in particolare per le facoltà di ingegneria e informatica che “sfornano” ogni anno migliaia di giovani laureati dall’eccellente preparazione.
Questa circostanza, unita al fatto che gli stipendi medi dei lavoratori indiani sono molto inferiori rispetto a quelli dei loro colleghi europei e statunitensi, ha indotto molte aziende tecnologiche americane e inglesi (ma anche australiane, canadesi ecc.) a spostare in India il proprio servizio di assistenza tecnica via Internet o telefono. Questo significa che se un americano ha un problema con un computer o un quasiasi altro dispositivo tecnologico, e decide di chiamare il numero dell’assistenza, è molto probabile che all’altro capo del filo risponda un cortese ragazzo indiano che vive e lavora a Bangalore, dall’altra parte del mondo!

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