ASIA – SUBCONTINENTE INDIANO

GEOPATRIMONIO

TAJ MAHAL, la più bella dichiarazione d’amore

“Una lacrima sulla guancia del tempo”: così il grande poeta indiano Rabindranath Tagore descrisse il Taj Mahal in una delle sue opere. Oggi questa meraviglia di marmo bianco, il cui nome significa “Palazzo della Corona”, è uno dei simboli dell’India ed è visitata ogni anno da milioni di persone, eppure, in origine, fu costruita (tra il 1632 e il 1648) per celebrare una sola, speciale persona. Si tratta infatti di un mausoleo che ospita la tomba di Mumtaz Mahal, l’amatissima moglie di Shah Jahan (1592-1666), potente imperatore della dinastia Moghul, morta nel 1631 dando alla luce il quattordicesimo figlio.
Il complesso di cui fa parte il Taj Mahal sorge nella città di Agra, nell’India Settentrionale, sulla sponda meridionale del fiume Yamuna. Considerato il capolavoro assoluto dell’arte islamica in India, comprende, oltre al mausoleo vero e proprio, una moschea e uno splendido giardino con grandi aiuole fiorite, vasche e fontane. Una delle immagini più celebri del Taj Mahal è quella in cui il mausoleo si riflette nelle limpide acque della vasca centrale, dando l’impressione che ci siano due edifici, uno diritto e uno capovolto. Gli interni sono interamente decorati con bassorilievi di marmo e mosaici di pietre preziose, che riproducono i motivi geometrici e le forme della calligrafia araba tipici dell’arte islamica, la quale proibisce di rappresentare la figura umana. Il cuore del complesso è la tomba vera e propria, dove si trovano i sarcofagi riccamente ornati di Shah Jahan e di Mumtaz Mahal. Dominano l’edificio la grande cupola centrale, alta 35 m, e i quattro minareti dai quali cinque volte al giorno il muezzin, il cantore della moschea, invita i fedeli musulmani alla preghiera.

PERCHÉ VIENE TUTELATO

Il Taj Mahal è uno dei monumenti più fotografati del pianeta. È stato nominato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1983, e nel 2007 è stato incluso nella lista delle nuove Sette Meraviglie del Mondo. Eppure questo tesoro, visitato da oltre 8 milioni di persone ogni anno, è minacciato dallo stesso impetuoso sviluppo industriale che ha reso l’India una delle maggiori potenze economiche mondiali. Il bacino del fiume Yamuna ospita una grande concentrazione di industrie pesanti, che scaricano i loro rifiuti nelle sue acque e inquinano l’atmosfera. Parte delle sostanze nocive presenti nell’aria ricadono a terra con la pioggia (è il fenomeno delle “piogge acide”), che è perciò corrosiva e in grado di danneggiare edifici e monumenti. Le piogge acide e le altre forme di inquinamento atmosferico stanno facendo ingiallire i bianchissimi marmi del Taj Mahal, che necessita di continue puliture e restauri per conservare il suo splendore. Per proteggerlo, il Governo indiano ha istituito nel 1996 la Taj Trapezium Zone, una vera e propria “riserva culturale” di oltre 10.000 km2 intorno al Taj Mahal, nella quale le emissioni inquinanti sono strettamente regolamentate.

Geoblog - volume 3
Geoblog - volume 3
Il mondo