Afghanistan

ASIA – ASIA CENTRALE

AFGHANISTAN

L’Afghanistan si trova al centro del continente asiatico. Confina a nord con il Turkmenistan, l’Uzbekistan, il Tagikistan, a nord-est con la Cina, a est e a sud con il Pakistan, a ovest con l’Iran. È privo di sbocchi sul mare.

IL TERRITORIO E IL CLIMA

Aspre e difficili montagne

Il territorio afghano è quasi interamente coperto da alture: oltre l’80% del Paese è situato a un’altitudine superiore ai 600 m. Si tratta di un insieme di altopiani e sistemi montuosi dominato dalla catena dell’Hindukush, che si allunga per un migliaio di chilometri fino al nodo montuoso del Pamir, nell’Himalaya. La vetta più alta è il Nowshak (7485 m), all’estremo confine nord-orientale con il Pakistan.

Molti altopiani e poche pianure

Le montagne diventano meno aspre verso sud e sud-est, lasciando il posto ad altopiani desertici e depressioni saline, e verso nord-ovest, dove si estende l’area pianeggiante della Battriana, attraversata dal fiume Amudar’ja. Altri fiumi come l’Helmand (1400 km) e l’Hari (1230 km) si perdono impaludandosi nei bacini desertici; solo le acque del Kabul (700 km), che arriva a confluire nell’Indo, giungono fino al mare.
Le guerre e le occupazioni straniere hanno causato lo spostamento e la fuga di milioni di persone, fenomeni tuttora in corso, che hanno portato all’abbandono e alla parziale desertificazione del poco suolo coltivabile.

LA POPOLAZIONE

L’ultimo censimento ufficiale nel Paese risale al 1979 e, nel frattempo, decenni di guerre hanno provocato la fuga e l’esilio di milioni di afghani. Il tasso di natalità nel Paese è comunque molto alto e la popolazione è assai “giovane” (l’età media è di soli 18 anni), per cui recentemente il numero degli abitanti è tornato a crescere.

Ordinamento dello Stato: repubblica islamica

Nel XX e XXI secolo l’Afghanistan ha vissuto una lunga serie di guerre e invasioni. Dopo essere stato un protettorato britannico, divenne indipendente nel 1919. Nel 1978 un colpo di Stato appoggiato dall’esercito sovietico instaurò un regime comunista, che suscitò una lunghissima resistenza interna. Nel 1996 presero il potere i talebani, un movimento politico e militare islamico accusato di essere coinvolto in numerosi atti terroristici.

Nel 2001, in risposta all’attentato dell’11 settembre, l’Afghanistan fu occupato dall’esercito statunitense e dagli alleati della NATO (Geo Oggi pagina 136). Oggi è una repubblica islamica presidenziale, in cui però si garantisce libertà di culto a ogni religione.

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Pashtun, pashto e Islam sunnita

Il gruppo etnico maggioritario nel Paese è quello dei pashtun (o pathan, o afghani) che costituisce circa il 40% della popolazione. Altri gruppi consistenti sono quelli dei tagichi (intorno al 30%) e degli hazari, accanto ai quali ci sono minoranze uzbeche e turkmene.
I pashtun parlano il pashto, che è lingua ufficiale del Paese insieme al dari, affine al farsi parlato in Iran.
La religione dominante è quella musulmana sunnita, con una consistente minoranza sciita.

Uno dei Paesi meno urbanizzati al mondo

L’Afghanistan ha uno dei tassi di urbanizzazione più bassi del mondo (26% circa), e le città sono poche e poco popolose. La capitale, Kabul, è l’unica vera metropoli e conta oltre 3 milioni di abitanti (4 milioni nell’area metropolitana).
Oltre tre quarti della popolazione sono invece distribuiti in insediamenti sparsi di piccole o minime dimensioni. Anche per questo motivo, il Paese è difficilmente controllabile da parte del Governo centrale, la cui autorità raramente è riuscita a estendersi oltre l’area della capitale.

L’ECONOMIA

L’Afghanistan è potenzialmente ricco di risorse, ma i danni causati da decenni di guerra, dai bombardamenti sovietici prima e degli eserciti occidentali poi, la guerra civile e la dittatura degli integralisti islamici talebani hanno ridotto il Paese in condizioni economiche e di vita fra le peggiori al mondo.

Un Paese fondamentalmente agricolo

Oltre due terzi della popolazione attiva sono impiegati nel settore primario, che però contribuisce per meno di un terzo alla formazione del PIL. L’allevamento di ovini, caprini e bovini, comprese le pregiate pecore karakul, fornisce latte, carne e lana.
Dal sottosuolo si ricavano petrolio, gas naturale e alcuni minerali metalliferi; è attiva inoltre qualche miniera di diamanti.

Industria scarsa e artigianato di qualità

Molte industrie afghane furono avviate durante l’occupazione sovietica, con un primo sviluppo di impianti tessili, di zuccherifici, cementifici, fabbriche di scarpe e di beni di prima necessità. Fra le attività artigianali ha una certa importanza la fabbricazione di tappeti e di gioielli, gli unici prodotti afghani (a parte l’oppio) ampiamente esportati all’estero.

GEOOGGI

La via dell’oppio e delle armi

Le statistiche ufficiali sull’economia afghana non tengono conto della principale fonte di ricchezza del Paese: la coltivazione del papavero da oppio, illegale in quanto materia prima per la produzione di eroina. Il papavero da oppio afghano copre più dell’80% dell’intera produzione mondiale e il suo commercio vale un terzo del Prodotto Interno Lordo del Paese, oltre a dare lavoro a più di 2 milioni di persone. L’oppio viene esportato per le stesse vie clandestine attraverso le quali passano, in entrata, le armi usate da gruppi armati come i talebani, e in uscita gli afghani che fuggono dal Paese per chiedere asilo all’estero, in particolare in Europa. Questi commerci — oppio, armi ed esseri umani — costituiscono la principale fonte di finanziamento dei talebani, pertanto sono da anni oggetto di una dura campagna di repressione da parte del Governo centrale e dell’ONU.


Per approfondire, consulta www.eurasia-rivista.org/loppio-in-afghanistan-salvezza-e-rovina/

Geoblog - volume 3
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