EUROPA – REGIONE IBERICA

GEOSTORIA

I nazionalismi basco e catalano

Nonostante i lunghi secoli di unità politica sotto la bandiera della Spagna, molti abitanti della Catalogna e dei Paesi Baschi coltivano ancora aspirazioni di autonomia o indipendenza dal Governo centrale, che qualche volta li vedono in dura contrapposizione, anche violenta, con il Governo di Madrid. Il periodo di maggiore tensione fu quello della dittatura del generale Francisco Franco. Questi aveva imposto una rigida politica centralista, che riconosceva solo il carattere “spagnolo” dello Stato a scapito delle particolarità locali, e i partiti e movimenti nazionalisti baschi e catalani furono considerati fuorilegge.
Nel 1959 alcuni giovani appartenenti al Partito Nazionalista Basco fondarono l’ETA (Euskadi Ta Askatasuna, “Paese Basco e libertà”), un’organizzazione separatista, il cui obiettivo principale è appunto la secessione dei Paesi Baschi dalla Spagna e la creazione di uno Stato basco indipendente. L’ETA è un movimento armato che nel corso dei decenni ha compiuto attacchi e attentati sia contro militari e figure istituzionali sia contro la popolazione civile, ed è considerato un gruppo terrorista dal Governo spagnolo e dall’Unione Europea. Una delle tattiche di attacco preferite dall’ETA erano le autobombe, che venivano fatte esplodere sotto le abitazioni di giudici e politici spagnoli, oppure fatte detonare con telecomandi al passaggio di auto della polizia o veicoli militari. Nei corso dei decenni sono state oltre 800 le persone uccise dagli attacchi del gruppo: poliziotti, soldati ma anche semplici cittadini. Nel 2011 i capi dell’ETA hanno annunciato un “cessate il fuoco” permanente e la fine della lotta armata, dichiarando di voler proseguire la battaglia per l’indipendenza basca non più con le armi ma con i mezzi non violenti della politica e della società civile. Finora la tregua ha retto, ma il Governo spagnolo continua a considerare l’ETA un’organizzazione criminale, e i suoi membri sono ancora ricercati.
Carattere più pacifico hanno i movimenti autonomisti e indipendentisti catalani, che aspirano a una maggiore autonomia o alla secessione della Catalogna, la regione della Spagna orientale con capitale Barcellona. Oggi la comunità autonoma di Catalogna gode già di un’ampia autonomia amministrativa, ma il Parlamento e il Governo della regione sono controllati da una coalizione di partiti nazionalisti che si sono detti favorevoli alla completa secessione della regione dalla Spagna. Negli ultimi anni questi movimenti hanno promosso manifestazioni ed eventi di massa per protestare contro il Governo spagnolo e chiedere l’indipendenza della Catalogna. Nel 2012, per esempio, nel giorno della festa nazionale catalana (l’11 settembre), oltre un milione di persone hanno manifestato a Barcellona in favore dell’indipendenza, e l’anno successivo, l’11 settembre 2013, più di un milione e mezzo di individui hanno formato una “catena umana” di 480 chilometri lungo la costa catalana nella manifestazione chiamata “Via Catalana all’Indipendenza”. Nel 2014 il Governo catalano ha annunciato di voler indire entro pochi anni un referendum in cui la popolazione della regione dovrà esprimersi sull’indipendenza dalla Spagna e la nascita di un nuovo Stato. Il Governo centrale spagnolo ha però dichiarato che si opporrà al referendum e non lo considererà valido, perché la Costituzione stabilisce che la Spagna è una e indivisibile, e quindi qualsiasi tentativo di smembrare il suo territorio, anche con mezzi democratici come quelli del referendum, è illegale secondo la legge spagnola.


Per approfondire: www.giuntitvp.it/blog/geoblog/l-europa-degliindipendentismi-%E2%80%93-parte-i/
Guarda anche la straordinaria “catena umana” formata dai manifestanti per chiedere l’indipendenza della Catalogna su www.rtve.es/alacarta/videos/la-tarde-en-24-horas/miles-personas-forman-cadena-humana-diada-independencia-cataluna/2016888/

Geoblog - volume 2
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