Andorra

EUROPA – REGIONE IBERICA

L’ECONOMIA

Negli ultimi decenni del Novecento l’economia spagnola ha conosciuto una forte espansione: tutti i settori economici sono stati ammodernati e la Spagna ha scalato la classifica dei Paesi più industrializzati del mondo.
Il fenomeno della crescita economica spagnola, e del corrispondente tenore di vita dei cittadini, è stato di proporzioni tali da guadagnarsi il nome di Reconquista económica, anche se nel 2008, a causa della crisi finanziaria mondiale, ha subito una brusca battuta d’arresto. In particolare preoccupa l’aumento della disoccupazione, conseguenza delle difficoltà economiche delle aziende. Grave anche la crisi delle finanze pubbliche, tanto che alcune Comunità Autonome (tra cui la Catalogna) sono state costrette a chiedere fondi al Governo centrale per evitare la bancarotta.

L’agricoltura e le materie prime

Con lo sviluppo economico del Paese, anche la produttività dell’agricoltura è molto migliorata grazie all’estesa meccanizzazione e alla maggiore irrigazione, soprattutto lungo la costa. Tra i prodotti simbolo dell’agricoltura spagnola figurano gli agrumi, l’olio e il vino, di cui la Spagna è uno dei primi produttori mondiali. Nelle zone meno irrigate, quelle dell’entroterra, si coltivano cereali, primo fra tutti l’orzo.
Tra gli allevamenti spicca quello degli ovini; il più redditizio è quello delle pecore di razza merinos.
Esteso è anche lo sfruttamento delle foreste, mentre lungo le coste atlantiche è fiorente la pesca. La Spagna è infine il primo produttore mondiale di sughero. Tra le risorse del sottosuolo abbonda il mercurio, oltre a zinco, ferro e carbone.

L’industria

I settori più produttivi dell’industria spagnola sono quelli metallurgico, siderurgico, automobilistico e chimico. Le principali aree industriali sono situate, per quanto riguarda la siderurgia e l’industria pesante, nei Paesi Baschi, in Catalogna e nella regione delle Asturie, mentre l’area di Madrid è importante soprattutto per il settore chimico.
Come naturale conseguenza delle estese e pregiate coltivazioni di vite e ulivo, è molto sviluppato anche il settore agroalimentare, in particolare nell’ambito della lavorazione dell’olio e della produzione del vino; le aziende agroalimentari si concentrano principalmente nella zona di Barcellona.

GEOOGGI

La crisi economica e gli indignados

Nei primi anni Duemila la Spagna ha vissuto una grande crescita economica, soprattutto dei settori bancario e finanziario.
Questa espansione è stata tuttavia interrotta dalla grave crisi che ha colpito l’economia mondiale a partire dal 2008. In Spagna la crisi ha interessato soprattutto i settori industriale e bancario, oltre a quello immobiliare: i prezzi delle case sono crollati e le persone che avevano investito in case e terreni hanno perso gran parte dei loro risparmi.
Il taglio dei servizi pubblici e l’aumento della disoccupazione hanno poi provocato un forte disagio sociale nella popolazione, che si è espresso in frequenti manifestazioni e scioperi di massa organizzati dal movimento detto degli indignados (indignati).
Gran parte della popolazione spagnola accusa la classe politica di pensare solo ai propri privilegi e di favorire le grandi aziende e gli speculatori ai danni della gente comune.
Questo risentimento ha favorito la nascita di nuovi partiti che hanno fatto proprie le istanze di protesta degli indignados, come Podemos, fondato nel 2014, che è cresciuto fino a diventare uno dei maggiori schieramenti politici del Paese.

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I servizi

Il settore più importante dell’economia spagnola è quello turistico: la Spagna è al terzo posto tra i Paesi più visitati del mondo, con 68 milioni di turisti che arrivano qui ogni anno. Di conseguenza, sono molto sviluppate le attività connesse a questo settore, come quella alberghiera e della ristorazione.
Sviluppato è anche il settore dei trasporti, sia stradale sia autostradale, e assai efficiente è la rete ferroviaria ad alta velocità, che collega molte delle principali città spagnole e raggiunge il confine francese, mentre i lavori per la realizzazione di un collegamento ad alta velocità con il Portogallo sono stati sospesi nel 2012 a causa della crisi economica.
Rivestono un’importanza crescente anche il traffico portuale (Barcellona è il più attivo porto del Mediterraneo) e quello aereo. La forte espansione dei settori commerciale e finanziario, come anche di quello immobiliare, è stata recentemente interrotta dalle conseguenze della crisi economica mondiale.

ANDORRA

Andorra la Vella.

Piccolo principato situato a cavallo dei Pirenei Orientali, fin dal XII secolo Andorra ha preservato orgogliosamente la propria indipendenza nei confronti delle grandi vicine Francia e Spagna. Il territorio del Paese è montuoso, dominato da pascoli e foreste.
Andorra è, più precisamente, un coprincipato: è retto cioè da due “principi” e riflette le storiche lotte tra esponenti delle istituzioni spagnole e francesi. Il sistema del coprincipato rappresenta infatti un compromesso escogitato nel XIII secolo in vigore ancora oggi: il primo principe è il vescovo della diocesi spagnola di Urgell; il secondo è stato dapprima il conte francese di Foix, poi, dopo l’abolizione delle cariche nobiliari, il titolo è stato attribuito (e lo è tuttora) al Presidente della Repubblica francese. Si tratta tuttavia di un potere rappresentativo, mentre il vero governo è nelle mani di un Consiglio dei Ministri.
La capitale è Andorra la Vella, caratteristica cittadina di circa 22.000 abitanti. Situata a un’altezza di 1023 metri, è la capitale più alta d’Europa.
Nonostante non faccia parte dell’UE, il Principato di Andorra ha adottato l’euro come unità monetaria.
Il pilastro dell’economia nazionale è il turismo, che rappresenta da solo circa l’80% del PIL nazionale: circa 2 milioni di visitatori entrano nel Paese ogni anno. L’altro settore trainante è quello finanziario: Andorra è infatti quello che si dice un “paradiso fiscale”, cioè uno Stato che offre particolari agevolazioni a tutti coloro che, anche stranieri, depositano denaro nelle sue banche.

Geoblog - volume 2
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