Polonia

EUROPA – REGIONE SARMATICA

POLONIA

La Valle Gasienicowa e i Monti Tatra, nei Carpazi.

Affacciata a nord sul Mar Baltico, la Polonia confina a nord-est con il territorio russo di Kaliningrad e la Lituania, a est con Bielorussia e Ucraina, a sud con Slovacchia e Repubblica Ceca, a ovest con la Germania.

IL TERRITORIO E IL CLIMA

Il territorio è montuoso nella fascia meridionale, dove si innalzano la catena dei Sudeti, di origine antica, e quella più giovane dei Carpazi Occidentali. Al centro si estende un’ampia pianura, attraversata dal più lungo fiume polacco: la Vistola (1087 chilometri); altro importante corso d’acqua è l’Oder (912 chilometri), che segna a ovest la frontiera con la Germania.
A nord si trova un’ampia zona collinare, ricca di laghi, che si affaccia sul Mar Baltico. Qui si aprono il Golfo di Pomerania a ovest e il Golfo di Danzica, dove si trova l’omonima e importante città portuale, a est. Il clima è continentale, con una forte escursione termica stagionale, che determina inverni molto freddi ed estati calde e umide.

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LA STORIA E L’ORDINAMENTO POLITICO

La religione cattolica ha sempre giocato un ruolo importante nelle vicende storiche del Paese. La Polonia entrò a far parte della storia europea con la conversione del re dei Polani Mieszko I, nel 966: da quel momento divenne un importante Stato feudale dell’Europa Orientale e contribuì a difendere i confini europei dalle invasioni turche.
Stretta in mezzo alle grandi potenze di Prussia, Austria e Russia, la Polonia fu più volte invasa e spartita tra queste nazioni, fino a essere smembrata alla fine del XVIII secolo. Riguadagnò l’indipendenza al termine della Prima Guerra Mondiale, ma fu invasa dalla Germania allo scoppio del secondo conflitto. Entrata nell’orbita sovietica alla fine della guerra, si sottrasse a questa influenza nel 1989, quando il movimento sindacale Solidarnosc vinse le elezioni.
Oggi è una repubblica parlamentare e dal 2004 è entrata a far parte dell’Unione Europea. La Polonia potrebbe essere uno dei prossimi Paesi ad adottare l’euro come moneta.

GEOSTORIA

Il mondo perduto degli ebrei polacchi

Se vi foste trovati a passare per la campagna polacca nei primi decenni del Novecento avreste potuto imbattervi in alcuni villaggi molto particolari. A prima vista sarebbero sembrati dei comuni paesini di campagna, poi però vi sareste accorti che quasi tutti gli uomini avevano la barba lunga, portavano pesanti cappotti e cappelli di feltro neri e parlavano una strana lingua che ricordava il tedesco. Erano gli shtetl, i villaggi ebraici un tempo diffusi in tutta l’Europa Orientale e soprattutto in Polonia. Erano abitati dagli ebrei ashkenaziti (nella foto), stabilitisi fin dal Medioevo in Germania e poi emigrati in molti Paesi dell’Europa Centro-Orientale, dove andarono a integrarsi nelle grandi città oppure fondando insediamenti autonomi, gli shtetl appunto. La loro lingua, tuttora parlata dai sopravvissuti alla catastrofe che si sarebbe abbattuta su di loro durante la Seconda Guerra Mondiale, è lo yiddish, che mescola parole dell’antico tedesco medievale ad altre derivate delle due lingue storiche del popolo ebreo, l’ebraico e l’aramaico.
Lo yiddish era e rimane una lingua molto ricca ed espressiva, usata per scrivere molte opere letterarie, tra cui i romanzi e i racconti dello scrittore polacco di origine ebraica, poi emigrato negli Stati Uniti, Isaac Bashevis Singer, che ricevette il premio Nobel per la Letteratura nel 1978. Tutto questo mondo fu cancellato in seguito all’invasione della Polonia da parte della Germania nazista nel 1939: quasi tre milioni di ebrei polacchi furono dapprima discriminati con feroci leggi razziali, poi imprigionati e infine deportati e uccisi nei campi di sterminio. Solo un decimo circa riuscì a salvarsi, emigrando in Palestina o negli Stati Uniti, oppure resistendo strenuamente in prigionia fino alla liberazione dei campi da parte dell’esercito sovietico nel 1945. Oggi gli ebrei residenti in Polonia sono solo poche decine di migliaia e gli shtetl non esistono più.


Per conoscere più a fondo la storia degli ebrei polacchi, vai su: www.ghettinazisti.it/premesse/gli-ebrei-polacchi-fino-allo-scoppio-della-seconda-guerra-mondiale.html

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LA POPOLAZIONE

La lingua nazionale è il polacco, ma esistono anche minoranze linguistiche tedesche e ucraine, ben integrate nella società. La religione più diffusa, ancora largamente praticata dalla popolazione, è il Cristianesimo cattolico.

Le città

La popolazione polacca risiede per il 60% nelle città, e si concentra in particolare attorno alla capitale Varsavia (1.740.000 abitanti), situata sul corso del fiume Vistola, e nell’area industriale che comprende i centri di Katowice (301.000 abitanti) e Cracovia (762.000 abitanti); quest’ultima è stata a lungo la capitale del Paese e mantiene ancora oggi una certa preminenza culturale e morale. Altra importante città è Lódź (715.000 abitanti).

GEOPATRIMONIO

Il centro storico di Cracovia

A differenza della capitale Varsavia, il cui centro storico fu quasi interamente distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, Cracovia conserva gran parte del suo patrimonio storico e artistico: per questo, oltre che per la presenza di un’importante università, la città è considerata la capitale culturale della Polonia. Il centro storico, dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1978, è dominato dalla Piazza del Mercato, la più grande piazza medievale d’Europa. Al suo centro si trova il Mercato dei Tessuti, grandioso edificio medievale che ora ospita un mercato storico. Sulla piazza si affaccia anche la Basilica di Santa Maria, dove si mantiene una delle più antiche tradizioni polacche: a ogni ora del giorno un trombettista si affaccia dalla torre più alta e suona una breve melodia, l’Hejnał Mariacki. Altro luogo ricco di storia è la collina di Wawel, dove si trova il Palazzo Reale, che fu residenza dei sovrani di Polonia dal 1038 al 1596, quando la capitale fu trasferita a Varsavia. Nel Palazzo è esposto uno dei più grandi capolavori di Leonardo da Vinci, la Dama con l’ermellino.


Per conoscere meglio la città vecchia di Cracovia, visita il sito whc.unesco.org/en/list/29

Geoblog - volume 2
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