L'Unione Europea

EUROPA E UNIONE EUROPEA

L’Unione Europea

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945, gran parte dell’Europa era in macerie: intere città erano state rase al suolo, le industrie erano devastate, milioni di europei erano morti sui campi di battaglia, nelle città bombardate e nei campi di sterminio nazisti. Al termine del conflitto cominciò una gigantesca opera di ricostruzione: le città vennero liberate dalle macerie e nuovi quartieri, fabbriche e attività economiche sorsero sulle rovine dei precedenti. Al compito di ricostruire l’economia si affiancò quello ancora più difficile di risanare lo spirito degli europei, scosso dalle ferite della guerra e segnato da sentimenti di ostilità. Per evitare che potesse ripetersi un nuova guerra, i leader dei più grandi Paesi dell’Europa Centro-Occidentale decisero di dare il via al processo di integrazione europea, destinato a far aumentare sempre più il grado di cooperazione economica, politica e culturale tra gli Stati d’Europa, e a ripristinare la fiducia reciproca tra i popoli.
Tale processo è stato lungo e difficile, e non è affatto concluso, ma ha portato a un grande risultato: la nascita dell’Unione Europea. L’Unione Europea (abbreviata in UE o EU, da European Union) è un’organizzazione intergovernativa che comprende 28 Paesi, in cui abitano complessivamente oltre 500 milioni di persone. In altre parole, è una confederazione di Stati a cui i Paesi membri aderiscono per cooperare su moltissimi temi di grande importanza, dall’economia alla sanità, dalle politiche sociali alla politica estera, dalla cultura alla tutela dell’ambiente e ai trasporti.

DALLA CECA ALLA CE

La prima “antenata” dell’Unione Europea fu la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio). Fondata nel 1951 da Francia, Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, stabilì il primo mercato comune tra gli Stati membri: al suo interno i prodotti delle industrie siderurgiche (fondamentali per la ricostruzione postbellica) potevano essere commerciati liberamente senza pagare i dazi, le tasse che devono essere versate quando determinati prodotti attraversano la frontiera tra due Paesi.

Con i Trattati di Roma del 1957 i sei Stati della CECA diedero poi vita alla CEE (Comunità Economica Europea), che prevedeva l’istituzione di un’area di libero scambio, la quale di fatto estendeva l’abolizione dei dazi sul carbone e sull’acciaio a moltissimi altri prodotti (Atlante pagina 14). Si trattava di un importante passo avanti verso l’integrazione economica, che avrebbe favorito la libera circolazione delle merci e dunque lo sviluppo economico dei Paesi appartenenti alla Comunità. Contemporaneamente fu fondato l’Euratom per coordinare la ricerca nel settore dell’energia nucleare. Nel 1967 CECA, CEE ed Euratom si riunirono in un organismo chiamato semplicemente Comunità Europea (CE).
Forte dei suoi successi, la Comunità Europea cominciò ad allargarsi ad altri Stati del continente: nel 1973 aderirono il Regno Unito, l’Irlanda e la Danimarca, mentre negli anni ’80 si aggiunsero anche la Grecia (1981), la Spagna e il Portogallo (1986).
Un cambiamento importante avvenne nel 1979, quando i membri del Parlamento Europeo, istituito nel 1952, furono scelti per la prima volta direttamente dai cittadini degli Stati aderenti nel corso delle elezioni europee.

GEOSTORIA

I padri fondatori dell’UE

È stato soprattutto grazie alla straordinaria lungimiranza e alla volontà di collaborazione di alcuni grandi statisti, che erano alla guida dei maggiori Paesi europei tra gli anni ’40 e ’50 del secolo scorso, che il sogno di un’Unione Europea è diventato realtà. Da parte sua, l’UE riconosce il loro ruolo e li considera ufficialmente i suoi “padri fondatori”. Uno di essi è Konrad Adenauer, Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca dal 1949 al 1963, che si impegnò per superare le divisioni causate dalla Seconda Guerra Mondiale e favorire la riconciliazione tra Francia e Germania. Un altro “padre fondatore” è il ministro degli Esteri francese Robert Schuman, che nel 1950 fu uno dei promotori della CECA, primo nucleo della futura UE. Anche l’Italia può vantare di aver contribuito con due padri fondatori. Uno è Alcide De Gasperi, Presidente del Consiglio in Italia e uno dei primi Presidenti del Parlamento Europeo, che nel 1954 pronunciò uno storico discorso dal titolo “La nostra patria Europa”. L’altro è Altiero Spinelli, che mentre si trovava al confino forzato imposto dalle autorità fasciste sull’isola di Ventotene, nel 1941, fu tra i primi a proporre la creazione di una federazione degli Stati europei.


Per saperne di più: www.europa.eu/europeanunion/about-eu/history/founding-fathers_it

 >> pagina 14 

MAASTRICHT E LA NASCITA DELL’UE

Dal 1° novembre 1993 la CE cambiò nome in Unione Europea (UE), in accordo con quanto deciso con il Trattato di Maastricht (nei Paesi Bassi), che era stato firmato l’anno prima. Il Trattato di Maastricht prevedeva anche l’unione monetaria degli Stati aderenti, ponendo le basi per la nascita di una moneta unica europea, il futuro euro. Stabilì inoltre i simboli ufficiali della nuova UE: la bandiera con dodici stelle gialle in campo blu e, come inno musicale, l’Inno alla Gioia tratto dalla Sinfonia n. 9 di Ludwig van Beethoven. Con la nascita dell’UE la confederazione europea si poneva sempre più come organo non solo economico, ma anche politico.
A partire dagli anni ’90 molti altri Stati europei hanno aderito all’UE. Nel 1995 sono entrate Austria, Svezia e Finlandia, nel 2004 Malta e Cipro. E sempre nel 2004 ci fu l’epocale allargamento a est, con l’adesione di 8 Paesi dell’Europa Orientale che avevano fatto parte del blocco comunista e che si erano riavvicinati al resto d’Europa in seguito alla disgregazione dell’Unione Sovietica avvenuta nel 1991: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Nel 2007 ci fu l’adesione di Bulgaria e Romania, e nel 2013 l’ingresso della Croazia.

GLI ACCORDI DI SCHENGEN

Nati inizialmente al di fuori della normativa dell’Unione Europea e firmati da 5 Stati nel 1985 a Schengen (in Lussemburgo), gli Accordi di Schengen hanno istituito un’unione doganale tra i Paesi aderenti: nell’Area Schengen merci e persone possono circolare liberamente, senza barriere, passaporti e dogane. Con i Trattati di Amsterdam e di Maastricht, gli Accordi di Schengen sono poi divenuti parte integrante dell’Unione Europea e oggi sono compresi nell’Area Schengen 22 Paesi membri dell’UE e quattro Paesi che non fanno parte dell’UE: Norvegia, Islanda, Svizzera e Liechtenstein (Atlante pagina 15). Complessivamente, sono oltre 400 milioni gli europei che vivono nei Paesi aderenti.
Dei 6 Paesi membri dell’UE che non appartengono dell’Area Schengen, Bulgaria, Cipro, Croazia e Romania dovrebbero entrarvi in un prossimo futuro, perché così prevedono gli accordi di adesione all’Unione Europea che questi Stati hanno firmato; Irlanda e Regno Unito, invece, hanno ottenuto la speciale facoltà di “restare fuori” dagli Accordi di Schengen e non prevedono di sottoscriverli.

Geoblog - volume 2
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