Paesaggi naturali e antropici

MONTAGNA E COLLINA

Paesaggi naturali e antropici

Rispetto alla montagna, la collina è un ambiente più favorevole all’insediamento e alle attività umane. Il motivo è legato soprattutto a due fattori: 

  • la ridotta pendenza del terreno;
  • l’altitudine inferiore.

A mano a mano che si sale rispetto al livello del mare, infatti, le condizioni ambientali diventano più difficili: la temperatura diminuisce, gli inverni si allungano, aumentano le precipitazioni nevose; anche la vegetazione, di conseguenza, si fa più scarsa. Questo spiega perché, mentre le colline sono da sempre abitate, in montagna la presenza dell’uomo è più ridotta, concentrata soprattutto nei fondovalle, cioè le zone più basse e pianeggianti di una valle, o sui versanti più esposti al sole.

COLLINE DA SEMPRE ABITATE

Il paesaggio collinare appare in gran parte modellato dall’uomo, che fin dall’antichità ha scelto di abitare sulla sommità dei colli, sia per motivi difensivi sia per evitare il clima malsano delle zone paludose di pianura, infestate dalle zanzare: basti pensare ai sette colli su cui è sorta Roma o ai numerosi borghi medievali.
Anche i pascoli e i boschi che un tempo rivestivano le colline hanno lasciato progressivamente il posto, in molti casi, a un paesaggio antropizzato: campi di cereali si alternano a filari di viti e ulivi, spesso ricavati sui versanti grazie a opere di terrazzamento, cioè “gradoni” scavati sui fianchi delle colline.
Non è però così ovunque: esistono ancora, soprattutto nell’Europa Settentrionale, paesaggi collinari più “selvaggi”, in cui predominano praterie e boschi.

GEOPATRIMONIO

Le Crete senesi

Se non fosse per i pochi, pittoreschi borghi medievali appollaiati sulle alture che punteggiano il paesaggio, chi si trovasse a passare per le Crete potrebbe pensare di essere capitato sulla Luna o su un altro pianeta. In realtà siamo in Toscana, a sud di Siena: è qui che si distendono queste colline scabre e biancastre, il cui terreno è costituito prevalentemente da argilla (da cui il nome “crete”). I versanti, friabili, sono segnati da profondi calanchi, cioè solchi scavati dall’erosione delle acque piovane e di ruscelli ormai inariditi, che danno alle colline un aspetto selvaggio, anche perché la caduta continua di materiale impedisce la crescita della vegetazione.
Nel cuore delle Crete si trova una zona nota fin dal Medioevo con un nome da saga fantasy: Deserto di Accona, un paesaggio così desolato da essere stato scelto come casa, nei secoli passati, da molti eremiti che volevano ritirarsi dal mondo. Oggi gli eremiti non ci sono più, sostituiti dai numerosi turisti che vengono qui ad ammirare il paesaggio e a gustare i prodotti tipici della zona, come i vini e i tartufi.

Per scoprire tutti i tesori delle Crete senesi: www.terresiena.it/crete-senesi

 >> pagina 79 

LA MONTAGNA: UN AMBIENTE DIFFICILE

Nel paesaggio montano generalmente le coltivazioni si estendono solo nei fondovalle, con cereali di montagna (segale, orzo e grano saraceno), ortaggi e alberi da frutto. I versanti montani sono invece caratterizzati da una vegetazione più incontaminata rispetto al paesaggio collinare, con foreste di latifoglie (betulle, faggi, querce, castagni) che, salendo di quota, lasciano progressivamente il posto a boschi di conifere (pini e abeti).
Oltre i 2000 metri, poi, la vegetazione si riduce all’erba dei pascoli, che dà un gusto inconfondibile al latte dei bovini, importante risorsa dell’economia di montagna. Salendo ancora, la nuda roccia diventa predominante, fino al limite delle nevi perenni, cioè la quota (sulle Alpi è intorno ai 3000 metri) oltre la quale il freddo è talmente intenso che la neve non si scioglie mai del tutto e può accumularsi dando vita ai ghiacciai (Atlante p. 34).

Il “ritorno” alla montagna

Un tempo le comunità montane erano abbastanza isolate, anche per la difficoltà dei collegamenti, e le uniche attività economiche erano quelle legate all’allevamento, alla caccia e alla raccolta del legname. Oggi, invece, la situazione appare profondamente modificata: dai fondovalle, le vie di comunicazione sono risalite fino ai paesi in quota, trafori e gallerie consentono di passare facilmente da una valle all’altra, l’uomo ha creato dighe e laghi artificiali per produrre elettricità, e lo sviluppo del turismo ha portato alla costruzione di strutture alberghiere, impianti sciistici e funivie (7)

Se questo “ritorno alla montagna” ha permesso di contrastare il fenomeno dello spopolamento, oggi l’impegno deve essere quello di limitare l’impatto che lo sfruttamento delle risorse ha sul territorio. In particolare: 

  • prevenire il dissesto idrogeologico, cioè fenomeni come frane, alluvioni, smottamenti dovuti all’azione erosiva dell’acqua, spesso aggravata dall’intervento dell’uomo che ha costruito troppo e ha trascurato la cura dei boschi e dei letti dei fiumi; 
  • salvaguardare la ricchezza di flora e fauna attraverso la creazione di parchi e riserve protette. 
GUIDA ALLO STUDIO

FISSO I CONCETTI
1 Perché l’ambiente della collina è più favorevole alla vita dell’uomo?
2 Quali sono le coltivazioni tipiche della collina?
3 Come varia la vegetazione alpina in base all’altitudine?
4 Com’è cambiata l’economia di montagna?

Geoblog - volume 1
Geoblog - volume 1
L’Italia e l’Europa