Unità 9 ROMA: L’ETÀ IMPERIALE >> Capitolo 22 – Nascono le dinastie: da Tiberio a Domiziano

TESTIMONIANZE DELLA STORIA

I COSTI DELLA ROMANIZZAZIONE

I due brani riportati qui di seguito e posti a confronto appartengono alle opere di due storici, quasi contemporanei, che raccontano vicende legate alla romanizzazione dell’impero. Nel primo, Tacito, il cui obiettivo è mostrare l’equilibrio e la saggezza del suocero Agricola in Britannia, ricostruisce quello che ritiene un verosimile discorso di Calgaco, capo di una popolazione della Scozia, rivolto ai suoi guerrieri per spingerli a combattere i Romani, facendo leva sulle atrocità e ingiustizie subite. Nel secondo, lo storico Flavio Giuseppe, ebreo ben integrato nella classe dirigente romana (il suo nome originario era Yosef ben Matityahu), vissuto nel I secolo d.C., racconta il momento conclusivo della presa del tempio di Gerusalemme a opera di Tito (70 d.C.). Il brano è tratto dalla Guerra giudaica, scritta nel 75-79 d.C. prima in aramaico e poi in greco, in cui sono narrate le atrocità di questa guerra.

Il britanno Calgaco descrive la crudeltà dei Romani
Ma dopo di noi non ci sono più popoli, bensì solo scogli e onde e il flagello peggiore, i Romani, alla cui prepotenza non fanno difesa la sottomissione e l’umiltà. Predatori del mondo intero, adesso che mancano terre alla loro sete di totale devastazione, vanno a frugare anche il mare: avidi se il nemico è ricco, arroganti se povero, gente che né l’Oriente né l’Occidente possono saziare; loro soli bramano possedere con pari smania ricchezze e miseria. Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto, dicono che è la pace.
La natura ha voluto che ciascuno abbia carissimi i figli e i congiunti: i primi ci sono strappati con l’arruolamento per svolgere altrove il loro servizio; le spose e le sorelle, se pure sfuggono alle voglie del nemico, vengono macchiate da chi si fa passare per amico e ospite. I nostri beni se ne vanno con il pagamento dei tributi; il lavoro di un anno nei campi è il frumento che dobbiamo loro consegnare; anche il nostro corpo e le nostre braccia si logorano, tra bastonate e insulti, a costruire strade in mezzo a paludi e foreste. Chi nasce schiavo lo si vende una sola volta e poi pensa il padrone a nutrirlo; la Britannia compra ogni giorno la sua servitù, ogni giorno la nutre.


Publio Cornelio Tacito, Agricola, XXX, 31, trad. di M. Stefanoni, Garzanti, Milano 2014

Dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme
Poiché i soldati erano oramai stanchi di uccidere, mentre continuava a venir fuori una gran massa di superstiti, Cesare1 ordinò di sopprimere soltanto chi aveva armi e opponeva resistenza, e il resto di farli prigionieri. Ma i soldati, oltre alle persone specificate nell’ordine ricevuto, uccisero anche i vecchi e i deboli, mentre i giovani e i validi li ammassarono nel tempio rinchiudendoli nel recinto delle donne.2 [...] Frontone3 mise a morte tutti i ribelli e i guerriglieri che si incolpavano vicendevolmente, e tra i giovani scelse i più alti e di bell’aspetto mettendoli da parte per il trionfo. Tutti gli altri, di età superiore ai 17 anni, li mandò in catene a lavorare in Egitto, ma moltissimi Tito ne inviò in dono nelle varie province a dare spettacolo nei teatri morendo di spada o dilaniati dalle belve feroci; chi non aveva ancora 17 anni fu venduto in schiavitù. Nei giorni che Frontone impiegò per decidere, morirono di fame 11 000 prigionieri, alcuni perché non ebbero da mangiare per la spietatezza delle guardie, altri perché, pur avendolo avuto, non lo toccarono; inoltre la moltitudine, era tanta, che vi era anche scarsezza di grano. Il numero complessivo dei prigionieri catturati nel corso dell’intera guerra fu di 97 000, quello dei morti dal principio alla fine dell’assedio fu di 1 100000 .


Flavio Giuseppe, La guerra giudaica, VI, 9,2/3, trad. di G. Vitucci, Mondadori, Milano 1997

PER FISSARE I CONCETTI
  • Quali sono le differenze fra i trattamenti riservati ai Britanni e agli Ebrei? A che cosa sono dovute?
  • Prova a estrapolare dal confronto dei due brani il diverso punto di vista degli autori.

Terre, mari, idee - volume 2
Terre, mari, idee - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille