L’incastellamento e la fine delle invasioni
Fu in quest’epoca che ebbe un notevole impulso la fortificazione dei centri urbani e la costruzione dei ▶ castelli all’interno dei feudi. La diffusione di strutture difensive fortificate in tutta l’Europa carolingia – fenomeno che gli storici definiscono “incastellamento” – era iniziata con lo sviluppo del feudalesimo e con l’affermazione sempre più netta dell’autonomia nobiliare. La costruzione dei castelli si intensificò soprattutto in risposta alle scorrerie di Normanni, Arabi e Ungari, e costituì per molte popolazioni europee l’unica difesa dalle distruzioni che colpirono i loro territori.
I castelli, edificati su personale iniziativa dei proprietari che disponevano delle forze necessarie per allestire una fortificazione, sorgevano generalmente in luoghi elevati e in posizioni strategiche per consentire il controllo delle terre circostanti. Il loro scopo era offrire una protezione sicura alle famiglie dei feudatari ma anche, in caso di attacco nemico, alla popolazione delle campagne, che veniva accolta all’interno delle mura. L’incastellamento determinò una trasformazione degli insediamenti umani in una parte delle campagne europee, che subirono un fenomeno di accentramento, almeno dove il castello costituì un polo di attrazione in grado di dar vita, nelle epoche successive, a nuovi insediamenti urbani: i borghi.
La situazione di anarchia feudale che impedì agli eredi dei Carolingi di respingere con forza le ultime invasioni – che, a loro volta, contribuirono a indebolire i poteri statali – ebbe fine soltanto nella seconda parte del X secolo, quando si esaurirono le incursioni straniere in Europa: i Normanni avevano ormai creato regni stabili e posero termine alle azioni di rapina; i Saraceni furono coinvolti dalla decadenza dell’impero islamico, dovuta all’espansione dei Turchi.
La fine delle invasioni favorì la ripresa economica e politica dell’Europa e l’affermazione di nuovi regni, primi nuclei storici delle attuali nazioni del continente.