3. La rinascita culturale carolingia
Nei secoli successivi al crollo dell’impero romano, monasteri e istituzioni ecclesiastiche erano rimasti gli unici centri in grado di conservare e tramandare il sapere, non solo quello religioso, ma anche quello laico e pagano, salvando dall’oblio parte del patrimonio culturale dell’antichità classica. Carlo Magno, consapevole dell’importanza della diffusione della cultura, si appoggiò dunque ai ▶ chierici per incoraggiare l’apertura di nuove scuole e favorire una maggiore alfabetizzazione. Egli stesso promosse alcune iniziative in quest’ambito, a partire dalla fondazione della Schola palatina. Sebbene fosse uomo d’armi e non di cultura, Carlo comprese l’importanza di riprendere una tradizione di studi e scambi culturali, che era stata una manifestazione qualificante dell’impero romano e che, con la crisi dell’impero e le invasioni barbariche, rischiava di svanire. Gli storici posteriori hanno definito “rinascita carolingia” questa ripresa degli studi e periodo di fermento culturale, una fase che avrebbe esercitato un’influenza fondamentale su tutta l’epoca successiva.