4 - La morte di Carlo Magno e la frammentazione dell’impero

Unità 12 LA RINASCITA CAROLINGIA E IL FEUDALESIMO >> Capitolo 33 – Carlo Magno e il nuovo impero

4. La morte di Carlo Magno e la frammentazione dell’impero

Agli inizi del IX secolo l’impero carolingio costituiva lo Stato più potente sorto in Europa dopo la fine dell’impero romano d’Occidente. Al suo interno, tuttavia, presentava già i sintomi della successiva decadenza, che emersero con chiarezza dopo la morte di Carlo Magno, avvenuta nell’814, dopo 46 anni di governo.

La fragilità delle strutture politiche ed economiche

Le lotte dinastiche per la successione avrebbero condotto alla disgregazione un impero la cui stabilità era compromessa dalla mancanza di un solido apparato burocratico e di un’efficiente struttura amministrativa per la riscossione dei tributi, come pure dalla necessità di continue guerre di espansione, indispensabili per soddisfare le pretese dei vassalli. Terminata la spinta espansionistica, infatti, i sovrani carolingi si trovarono nell’impossibilità di disporre di nuove terre da distribuire ai propri cavalieri e la loro autorità si indebolì. La situazione economica e politica dell’impero, inoltre, faceva pensare, più che a uno Stato solido e stabile, a un territorio caratterizzato in misura preponderante dall’anarchia: l’economia ben poco dinamica delle ville curtensi non stimolava la produttività agricola; la scarsità degli scambi commerciali, influenzata dalle difficoltà dei collegamenti dovute a vie di comunicazione insicure, limitava qualsiasi prospettiva di sviluppo economico e impediva il controllo delle realtà periferiche da parte dei sovrani. Insomma, l’impero non controllava una quantità di risorse sufficienti a mantenerlo efficiente ed economicamente stabile.

Le contese dinastiche e le azioni ecclesiastiche

Con la successione al trono di Ludovico il Pio (814-840), figlio di Carlo, l’impero entrò a tutti gli effetti in una fase di turbolenza. Le tendenze autonomistiche della nobiltà ripresero vigore, dando luogo a ribellioni al potere del sovrano analoghe a quelle che avevano contraddistinto l’anarchia di epoca merovingia. Ludovico dovette affrontare numerose rivolte, e nell’833 fu addirittura deposto dai nobili franchi: anche se fu ben presto reintegrato nelle funzioni di governo, egli perse definitivamente il proprio prestigio. In questo contesto si inserì anche l’azione delle autorità ecclesiastiche, che in un concilio tenutosi a Parigi nell’829 proclamarono la supremazia dei vescovi sul potere del re.
Nell’824 però era stata emanata la cosiddetta Constitutio romana, con la quale si vincolava la consacrazione papale a un giuramento di fedeltà all’imperatore rafforzando dunque la compenetrazione tra poteri politici e ambito ecclesiastico.
Le ragioni della durissima opposizione nobiliare nei confronti di Ludovico dipendevano anche dall’incertezza delle sue stesse scelte politiche. Nell’817 egli aveva stabilito, nella sua Ordinatio imperii, di suddividere l’impero tra i suoi tre figli: Lotario, Pipino e Ludovico il Germanico. Dopo la morte della moglie, però, il sovrano si risposò ed ebbe un nuovo erede, Carlo, in seguito soprannominato il Calvo. Di conseguenza, nell’823 egli modificò le sue precedenti disposizioni ereditarie, suscitando la ribellione degli altri figli e dei rispettivi vassalli che li appoggiavano nelle loro pretese dinastiche. Le contese continuarono anche dopo la scomparsa di Pipino (838), e alla morte di Ludovico, nell’840, si scatenarono nuove guerre civili per il predominio politico nell’impero. I contrasti proseguirono, causando gravissime devastazioni nei territori franchi, fino all’842, quando con il giuramento di Strasburgo – che costituisce anche uno dei più antichi documenti storici redatti sia in lingua tedesca sia in francese – Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo si allearono contro Lotario, che era il legittimo imperatore, e si giurarono reciproca fedeltà davanti ai rispettivi eserciti. Soltanto l’anno successivo, con la firma del trattato di Verdun, Lotario accettò infine di spartire i territori dell’impero con i suoi due rivali.

Terre, mari, idee - volume 2
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Da Roma imperiale all’anno Mille