Le contese dinastiche e le azioni ecclesiastiche
Con la successione al trono di Ludovico il Pio (814-840), figlio di Carlo, l’impero entrò a tutti gli effetti in una fase di turbolenza. Le tendenze autonomistiche della nobiltà ripresero vigore, dando luogo a ribellioni al potere del sovrano analoghe a quelle che avevano contraddistinto l’anarchia di epoca merovingia. Ludovico dovette affrontare numerose rivolte, e nell’833 fu addirittura deposto dai nobili franchi: anche se fu ben presto reintegrato nelle funzioni di governo, egli perse definitivamente il proprio prestigio. In questo contesto si inserì anche l’azione delle autorità ecclesiastiche, che in un concilio tenutosi a Parigi nell’829 proclamarono la supremazia dei vescovi sul potere del re.
Nell’824 però era stata emanata la cosiddetta Constitutio romana, con la quale si vincolava la consacrazione papale a un giuramento di fedeltà all’imperatore rafforzando dunque la compenetrazione tra poteri politici e ambito ecclesiastico.
Le ragioni della durissima opposizione nobiliare nei confronti di Ludovico dipendevano anche dall’incertezza delle sue stesse scelte politiche. Nell’817 egli aveva stabilito, nella sua Ordinatio imperii, di suddividere l’impero tra i suoi tre figli: Lotario, Pipino e Ludovico
il Germanico. Dopo la morte della moglie, però, il sovrano si risposò ed ebbe un nuovo erede, Carlo, in seguito soprannominato il Calvo. Di conseguenza, nell’823 egli modificò le sue precedenti disposizioni ereditarie, suscitando la ribellione degli altri figli e dei rispettivi vassalli che li appoggiavano nelle loro pretese dinastiche. Le contese continuarono anche dopo la scomparsa di Pipino (838), e alla morte di Ludovico, nell’840, si scatenarono nuove guerre civili per il predominio politico nell’impero. I contrasti proseguirono, causando gravissime devastazioni nei territori franchi, fino all’842, quando con il giuramento di Strasburgo – che costituisce anche uno dei più antichi documenti storici redatti sia in lingua tedesca sia in francese – Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo si allearono contro Lotario, che era il legittimo imperatore, e si giurarono reciproca fedeltà davanti ai rispettivi eserciti. Soltanto l’anno successivo, con la firma del trattato di Verdun, Lotario accettò infine di spartire i territori dell’impero con i suoi due rivali.