Terre, mari, idee - volume 2

Unità 12 LA RINASCITA CAROLINGIA E IL FEUDALESIMO >> Capitolo 33 – Carlo Magno e il nuovo impero

La conquista dell’Europa centrale e orientale

Una seconda direttrice espansiva puntò a est, verso i territori dell’Europa centrale: a partire dal 772 Carlo intraprese una guerra contro i Sassoni con l’obiettivo di conquistarne i territori, nella regione compresa tra i fiumi Reno ed Elba. La guerra contro questa popolazione, ancora legata ai culti della tradizione germanica, fu legittimata dai Carolingi con il pretesto di una missione evangelizzatrice, che mirava cioè alla conversione al cattolicesimo di barbari ancora pagani. In realtà la spedizione aveva lo scopo di conquistare nuove terre da distribuire ai guerrieri franchi e assicurare così la loro fedeltà al sovrano. Essa venne condotta spietatamente e la popolazione sassone, che si difese strenuamente, alla fine fu convertita al cristianesimo in seguito a massacri e deportazioni cui furono sottoposti tutti coloro che vi si opponevano.
La sottomissione dei Sassoni permise di estendere il predominio franco anche sui territori vicini, abitati dai Bavari e dagli Alemanni. Da queste regioni i cavalieri di Carlo Magno, nel 796, mossero guerra contro gli Avari, da più di due secoli insediati in Pannonia, lungo la valle del Danubio. Con questa campagna militare i Franchi posero fine alle loro scorrerie e imposero la propria influenza su vaste regioni dell’Europa centrale e dei Balcani.

L’incoronazione di Carlo Magno

Con la sua travolgente espansione territoriale Carlo Magno aveva trasformato il regno dei Franchi in una vera e propria potenza, in grado di competere, almeno dal punto di vista militare, con gli altri due organismi statali che in quel periodo si contendevano il dominio del mondo mediterraneo: l’impero bizantino ma soprattutto quello arabo.
La posizione di Carlo era rafforzata dall’alleanza con il papato, basata su reciproci interessi: se l’appoggio del papa era stato fondamentale per legittimare il potere dei sovrani carolingi, la potenza militare dei Franchi costituiva una sicurezza per la Chiesa di Roma. Il sodalizio tra Carlo e il pontefice fu confermato il giorno di Natale dell’anno 800 a Roma, con l’incoronazione di Carlo Magno a imperatore da parte di papa Leone III.
Le motivazioni di un gesto così rilevante da parte del papa si spiegano con le dinamiche diplomatiche del periodo. L’autorità di Leone III era infatti stata incrinata dall’opposizione delle famiglie aristocratiche romane, che lo accusavano di aver occupato illecitamente il soglio pontificio. Nel 799 egli era stato addirittura imprigionato con l’accusa di comportamenti immorali, ma era riuscito a fuggire in Sassonia, dove Carlo gli aveva offerto rifugio. Grazie alla mediazione del sovrano franco, Leone III fu assolto da ogni colpa e la sua autorità venne ristabilita, anche se ormai indebolita agli occhi dei vescovi e specialmente di Carlo; in questo contesto, l’incoronazione di Carlo Magno rappresentò forse una sorta di ricompensa, sebbene alcuni storici l’abbiano interpretata soprattutto come un mezzo messo in atto dal papa per imporre il proprio controllo sulla nomina imperiale.

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La nascita del Sacro Romano Impero

Con la proclamazione di Carlo a rex Francorum atque Langobardorum, Romanum gubernans imperium nasceva dunque un nuovo impero, idealmente erede di quello romano ma fondato sulla legittimazione da parte della Chiesa. Per queste sue caratteristiche, è stato definito dagli storici posteriori Sacro Romano Impero, con un’espressione che non ricorre mai nelle fonti del tempo. Carlo fu in effetti abile nello sfruttare l’idea dell’eredità romana a fini propagandistici: il sigillo utilizzato per certificare i suoi atti ufficiali recava una formula onorifica composta dai titoli Pius, Felix, Perpetuus, Augustus (“pio, prospero, eterno, augusto”), gli stessi usati dagli antichi imperatori romani. Sull’altro lato del sigillo era inoltre raffigurata un’immagine di Roma con l’iscrizione Renovatio romani imperii (“restaurazione dell’impero romano”). In realtà, però, le caratteristiche geografiche e politiche del nuovo organismo imperiale erano molto diverse da quelle dell’impero romano: mentre il baricentro di quest’ultimo era stato sempre in Italia e nel Mediterraneo, il cuore dei domini carolingi era situato molto più a nord, attorno alla capitale Aquisgrana (attuale città di Aachen, in Germania). Inoltre, le sue strutture statali e burocratiche, come vedremo fra breve, erano completamente diverse, come pure le dinamiche che ne caratterizzavano la vita economica e sociale.
Bisogna tuttavia osservare che l’attribuzione del titolo imperiale a Carlo era in aperto contrasto con le pretese dei sovrani bizantini, che si consideravano i diretti discendenti dei Romani. L’impero d’Oriente non aveva però la reale possibilità di opporsi al corso degli eventi, poiché era scosso al suo interno da lotte di potere che avevano condotto alla deposizione dell’imperatore Costantino VI da parte della madre Irene (797) e a successive guerre civili, in cui furono coinvolti anche i domini bizantini nell’Adriatico; la situazione di stallo durò fino all’812, quando Carlo accettò di restituire ai Bizantini alcuni territori conquistati (la città di Venezia e le coste dell’Istria e della Dalmazia) in cambio del riconoscimento ufficiale del suo titolo di imperatore. Anche Bisanzio si piegò all’autorità di Carlo Magno, sovrano di un impero ormai esteso su buona parte dell’Europa occidentale.

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Da Roma imperiale all’anno Mille