Unità 11 TRA ORIENTE E OCCIDENTE >> Capitolo 29 – I Longobardi nella penisola e l’affermazione della Chiesa

passato&presente

Le parole longobarde nella lingua italiana

Il contributo linguistico dato dalla dominazione longobarda alla nostra lingua (così come a molti dialetti) è stato importante e decisivo. Infatti, molte delle parole che usiamo quotidianamente sono riconducibili ai Longobardi. È interessante ricordare che quasi tutte le parole di tale origine entrate nell’uso rimandano all’esperienza quotidiana e agli aspetti della vita pratica, che proprio a contatto con questa dominazione in molti casi venne modificata.
Spesso, di fronte al corrispondente termine latino, il termine di derivazione longobarda rimanda a un significato di poco ordine o disciplina, come per esempio trincare rispetto a bere, sguazzare rispetto a bagnarsi, russare rispetto a dormire, arraffare rispetto a prendere. La stessa sfumatura negativa si riscontra anche in numerosi aggettivi italiani formati con i suffissi germanici -aldo (spavaldo), -esco (animalesco, militaresco); -ingo (ramingo, guardingo); -ardo (beffardo, bugiardo). Grande successo hanno avuto anche i nomi di persona germanici, alcuni dei quali sono ancora oggi comunissimi: Aldo, Corrado, Guglielmo, Roberto, Guido, Carlo, Federico. Provengono dal longobardo anche alcuni toponimi, che hanno mantenuto nel nome la loro origine, come Fara Novarese, Fara Sabina, Fara d’Adda, che derivano da fara, il termine che designava il gruppo familiare; Sala Monferrato, Sala Biellese, Sala Vercellese, Sala Consilina, che derivano invece da sala, il termine con il quale si definiva l’abitazione.

 

LONGOBARDO

SIGNIFICATO

airone

haigiro

uccello di grande taglia, con collo e zampe allungati

anca

hanka

parte del corpo tra la coscia e la parte bassa del tronco

arraffare

hraffôn

strappare con violenza

arruffare

rauffen

agitare, cioè scompigliare

balcone

balk

palco di legname, finestra con una balaustra o ringhiera

bara

bàra

lettiga, un telaio di legno con stanghe sporgenti ai due capi, per portare a spalla i morti

baruffa

biroufan

litigio rumoroso fra diverse persone

faida

faihida

ostilità, nell’antico diritto germanico indicava l’inimicizia tra la parentela dell’ucciso o dell’offeso e quella del responsabile del delitto

federa

fèdara

penna, piuma, involucro di tessuto, a forma di sacco, per guanciali da letto

fresco

frisk

 

gnocco

knohha

nodo, il bocconcino di patata lessata e schiacciata, impastato di farina

graffio

krapfo

uncino, da cui anche il verbo graffiare

gruzzolo

gruzzi

nel significato di mucchio di roba inservibile

guancia

wankja

 

guarire

warjan

mettere riparo, difendere, diventato poi ristabilire, rimettere in salute

melma

melma

terra sabbiosa, diventato poi terra fangosa

palco

palk

trave, ripiano formato da travi fra loro connesse

palla

palla

 

patta

paita

veste, indicava il risvolto esterno delle tasche

pizzo

(s)pizzo

cioè la punta, la cima, e quindi un modo di tenere la barba, rasata sulle guance e terminante a punta sul mento

riga

rīga

 

russare

hrūzzan

 

schiena

skena

 

schifo

skif

 

sterzo

sterz

per i Longobardi era il manico dell’aratro, cioè il dispositivo con il quale si comandava l’attrezzo, diventato poi lo strumento attraverso cui si controllano le ruote dell’auto

striscia

strihha

linea

tuffare

auff(j)an

immergere un oggetto in un liquido

zazzera

zazza

ciocca di capelli

zuffa

zupfa

ciuffo, cioè mettere in disordine i ciuffi

Terre, mari, idee - volume 2
Terre, mari, idee - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille