LA POLITICA ESTERA DI GIUSTINIANO
La carta offre uno sguardo d’insieme della situazione geopolitica tra la deposizione di Romolo Augustolo, che segna la fine dell’impero romano d’Occidente, e la morte di Giustiniano. Al momento della sua ascesa al trono (527) l’impero romano d’Oriente è di poco più esteso rispetto ai confini del 476. Dopo aver sedato la rivolta popolare a Costantinopoli, il nuovo imperatore concentra gli sforzi militari su un’espansione verso Occidente, poiché l’Oriente è saldamente presidiato dall’impero sasanide. È il dominio navale del Mediterraneo che consente a Giustiniano l’espansione. Seguendo la cosiddetta “traiettoria marittima”, egli individua come primo obiettivo di conquista le isole e le coste dell’Africa affacciate sul Mediterraneo. Rapidamente sconfitti i Vandali, arriva fino alle isole Baleari, avamposti per la conquista del Mediterraneo fino alle colonne d’Ercole. Nella sua strategia espansionistica la conquista dell’Italia rappresenta il passo successivo, in primo luogo per motivi economici e commerciali, in secondo luogo per ragioni ideologiche.
Nell’Europa continentale, la situazione non è stabile bensì in evoluzione: Svevi e Visigoti difendono a fatica i territori conquistati, mentre i Franchi si preparano a espandere il proprio potere nell’area nord occidentale. Ai margini meridionali dell’area scandinava vi sono i Longobardi, che stanziatisi per un breve periodo in Pannonia, riescono a penetrare nella penisola italiana dopo appena tre anni dalla morte di Giustiniano.