Le gerarchie industriali
Le trasformazioni che hanno accompagnato la diffusione su larga scala delle attività industriali hanno influito profondamente sull’evoluzione dell’economia e della società globale, contribuendo a creare un sistema industriale organizzato a livello gerarchico, all’interno del quale gli Stati sono suddivisi in gruppi eterogenei, la cui composizione è soggetta anche alle continue fluttuazioni delle economie nazionali. Il fattore determinante di tale suddivisione è il Pil, cioè il prodotto interno lordo, che stabilisce il livello di ricchezza delle nazioni in base al calcolo del valore totale dei beni e dei servizi prodotti annualmente da un Paese.
I Paesi economicamente più forti, definiti a industrializzazione matura, per il fatto che da molto tempo sono stati interessati dal processo di espansione delle attività industriali, rientrano nel cosiddetto G8, costituito dai governi delle otto principali potenze economiche della Terra: Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada e Russia (ques'ultima attualmente sospesa dal Gruppo, infatti si parla di G7).
Appartengono ai Paesi di nuova industrializzazione, Nic (Newly Industrialized Countries), quelli che, dagli anni Sessanta in poi, si sono dotati di un produttivo apparato industriale raggiungendo un importante livello di sviluppo economico. Quasi tutti hanno beneficiato degli ingenti investimenti stranieri, favoriti dal decentramento produttivo, ma poi hanno continuato in autonomia dedicandosi soprattutto alla produzione di beni per l’esportazione. Tra questi Paesi si distinguono: Brasile, Russia (ora inserita anche nel G8), India, Cina e Sudafrica.
Infine vi sono i Paesi meno avanzati, scarsamente industrializzati, in cui si sono sviluppati soprattutto gli apparati produttivi dei settori siderurgico, meccanico e tessile, che necessitano di un elevato impiego di manodopera.