La diffusione della cultura ellenica
Gli interventi legislativi non riuscirono comunque a fermare la penetrazione della cultura greca nella società romana. Il fenomeno risaliva del resto all’epoca arcaica, ai primi rapporti tra Roma e le colonie della Magna Grecia. L’origine stessa dell’alfabeto latino, pur attraverso la mediazione etrusca, è riconducibile al mondo greco, e le leggi delle Dodici tavole (V secolo a.C.) non solo si ispiravano alle norme dei legislatori ellenici, ma contenevano addirittura citazioni in lingua greca tratte direttamente dalle leggi dell’ateniese Solone.
Nel II secolo a.C., la diffusione dell’arte e della cultura greche ebbe un notevole impulso, contribuendo in modo determinante allo sviluppo culturale della civiltà romana. In questo periodo furono tradotte in latino tutte le principali opere della
letteratura greca (l’Iliade, l’Odissea, le tragedie e le commedie) e vennero allestite le prime rappresentazioni teatrali, sul modello dei successi del teatro greco. Anche nel campo delle arti figurative l’influenza ellenica ebbe un grande impatto: acquistati dai ricchi collezionisti della nobiltà romana o giunti a Roma come parte dei bottini di guerra, i dipinti e le statue realizzati dagli artisti greci divennero un modello estetico da imitare.
Le influenze greche arricchirono il patrimonio culturale delle élite romane, contribuendo a creare una classe dirigente in grado di reggere il confronto con gli intellettuali che giungevano a Roma dai territori sottomessi e di recepire gli aspetti positivi che l’apertura ai nuovi influssi culturali comportava. Esempio del nuovo atteggiamento dei Romani verso la cultura greca (e la cultura in generale) fu la consuetudine, diffusa tra le famiglie nobili più aperte, di adottare come insegnanti e precettori privati dei propri figli
intellettuali greci giunti a Roma come schiavi. Dopo essere stati liberati e aver acquisito la condizione di liberti, essi erano ospitati dalle famiglie romane in cambio della loro attività di insegnamento.
Sorsero così importanti circoli culturali filoellenici, il più rilevante dei quali fu quello degli Scipioni, frequentato da intellettuali come lo storico Polibio (liberto degli Scipioni) e il filosofo stoico Panezio. Al suo interno fu promossa anche l’attività letteraria di importanti poeti e commediografi romani come
Lucilio e Terenzio.
Il primato culturale che il mondo greco esercitò sulla società romana a partire dal II secolo a.C. è testimoniato infine anche da altri aspetti. Tra la nobiltà si diffuse l’abitudine di parlare correntemente la lingua greca e di usare il latino solo per gli atti pubblici ufficiali, mentre un lungo soggiorno ad
Atene, considerata il più importante centro culturale del mondo allora conosciuto, divenne una tappa obbligata nell’istruzione dei giovani membri delle famiglie nobili, che potevano così approfondire gli studi e ampliare i propri orizzonti culturali.
Mosaici, rilievi e dipinti del teatro romano