Terre, mari, idee - volume 1

Unità 7 L’ITALIA DELLE ORIGINI >> Capitolo 15 – L’Italia preromana

Una cultura urbana

Il progresso artistico e tecnologico della civiltà etrusca è testimoniato dalla raffinatezza dell’artigianato orafo e dalle opere architettoniche urbane. Furono gli architetti etruschi, tra l’altro, a inventare l’arco a tutto sesto, che i Greci non avevano mai impiegato e che sarebbe invece stato ereditato dai Romani.
La scelta dei siti urbani e la struttura delle città, in particolare, dimostrano l’elevato livello delle conoscenze etrusche nell’ambito dell’edilizia e dell’ingegneria civili. La fondazione degli insediamenti seguiva un rituale sacro, diffuso anche tra altri popoli dell’Italia centrale: dopo che gli aruspici avevano interrogato gli dèi per avere conferma dell’adeguatezza del luogo in cui si intendeva edificare la città, un aratro trainato da buoi bianchi tracciava un solco, che sarebbe diventato il fossato intorno alle mura.
Le città sorgevano in luoghi elevati, più facilmente difendibili, e in aree ricche di risorse naturali, come corsi d’acqua, terre fertili o miniere di ferro.
Con lo sviluppo delle attività commerciali il mare acquisì grande importanza nell’economia etrusca, ma prima di allora lungo le coste tirreniche vennero edificate solo semplici strutture portuali: i litorali sabbiosi e la presenza di paludi rendevano infatti difficile l’espansione degli insediamenti, oltre al fatto che sulle coste era sempre presente il rischio delle incursioni dei pirati.
Protette da grandi mura, le città erano dotate di acquedotti e fognature; le strade principali erano lastricate e spesso formavano una pianta regolare, con incroci ad angolo retto che avevano lo scopo strategico di permettere i rapidi movimenti dei soldati. Le case e i templi erano costruiti in legno e mattoni, con arredi molto semplici in vimini o in legno (la struttura delle abitazioni ci è nota esclusivamente dalle raffigurazioni praticate sulle urne cinerarie in cui venivano conservate le ceneri dei defunti all’interno delle tombe).
Nei campi che circondavano la città, e che ricadevano sotto il suo controllo, le proprietà terriere erano delimitate da colonne di pietra, i cippi: per evitare che venissero spostati, e che quindi qualcuno si appropriasse di terreni altrui, i cippi furono considerati sacri e inviolabili, pena lo scatenarsi dell’ira divina.

Terre, mari, idee - volume 1
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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana