Unità 6 L’ETÀ ELLENISTICA >> Capitolo 14 – I regni ellenistici e la diffusione di una nuova cultura

passato&presente

L’eliocentrismo: una teoria antica osteggiata fino all’epoca moderna

Aristarco

Fin dall’epoca in cui fu elaborata, la teoria eliocentrica, secondo cui al centro del sistema planetario vi è il Sole (hélios, in greco), suscitò forti dubbi tra gli studiosi. Nel III secolo a.C. i contemporanei di Aristarco, astronomo e fisico greco, mossero contro la sua idea l’obiezione che, se la Terra non era ferma, le stelle visibili nella volta celeste dovevano apparire in movimento. Aristarco rispose ipotizzando, correttamente, che la distanza tra la Terra e le stelle fosse molto più grande del raggio dell’orbita terrestre, tanto da evitare l’effetto della “parallasse” (il fenomeno fisico in base a cui un oggetto sembra in movimento se cambia il punto da cui viene osservato).

Tolomeo

L’intuizione di Aristarco rimase a lungo priva di sostenitori.
Per secoli l’eliocentrismo continuò a essere avversato, e anche in epoca moderna si affermò soltanto dopo una lunga battaglia culturale. Ancora nel XV secolo, infatti, la concezione prevalente sulla struttura dell’universo era quella aristotelico- tolemaica, secondo cui il Sole e gli altri corpi celesti ruotano intorno alla Terra, posta al centro dell’universo. Claudio Tolomeo (100-175 d.C. ca.) era astrologo, astronomo e geografo, vissuto ad Alessandria e di cultura ellenistica. Nel suo Trattato matematico raccolse tutto il sapere astronomico dell’epoca e spiegò come il Sole e la Luna, considerati pianeti, si muovessero attorno alla Terra. Per cui la sua teoria venne detta “geocentrica” o “sistema tolemaico” e a lungo non fu sottoposta ad alcuna analisi critica, essendo i suoi calcoli sufficientemente accurati e soddisfacenti per le necessità degli astronomi e soprattutto dei naviganti.

Copernico

Riprendendo le ipotesi degli antichi, però, nella prima metà del XV secolo un astronomo polacco, Niccolò Copernico (Nikolaj Kopernik, 1473-1543), elaborò una nuova teoria che postulava la rotazione della Terra intorno al proprio asse e il suo moto di rivoluzione intorno al Sole, fermo pressoché al centro dell’universo.
La proposta copernicana risolveva molti problemi connessi al complicato e contraddittorio sistema aristotelico-tolemaico, ma urtava il senso comune e contraddiceva alcuni passi biblici (per esempio Giosuè 10, 12).

Keplero e Galileo

La teoria eliocentrica, osteggiata dalla Chiesa cattolica, fu comunque ripresa e approfondita dal tedesco Keplero (1571-1630) e da Galileo Galilei (1564-1642), autore del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano (1632). Dopo due processi istruiti contro di lui dal Tribunale ecclesiastico del Sant’Uffizio, nel 1633 Galileo fu costretto all’abiura, cioè alla ritrattazione pubblica delle ipotesi elaborate durante i suoi studi. Ciò gli permise di evitare la condanna capitale, anche se gli furono imposti gli arresti domiciliari.

Newton e Foucault

Le teorie di Copernico, Keplero e Galileo sono state poi alla base degli studi astronomici di Isaac Newton (1642-1727), autore della legge di gravitazione universale, mentre una dimostrazione sperimentale della rotazione della Terra sul proprio asse è giunta nel 1851, grazie al sistema ideato dal fisico Léon Foucault (1819-1868), che fece oscillare un pendolo costituito da una grande sfera attaccata a un filo di 67 metri (il cosiddetto “pendolo di Foucault”), dimostrando la correttezza dell’ipotesi di Copernico.

Terre, mari, idee - volume 1
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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana