DI CONQUISTA IN CONQUISTA, FINO ALLE PORTE DELL’INDIA
Partita dalla Macedonia, regione marginale della Grecia, la vicenda di Alessandro segna un rovesciamento di prospettiva rispetto alla storia precedente. Dalla carta risulta chiaro lo scivolamento verso est, verso la terra dove il sole sorge e non più dove tramonta. Anziché in direzione del Mediterraneo, forte di un esercito di terra, muove alla conquista degli imperi tra Occidente e Oriente: le terre di Bitinia e Cappadocia; l’impero egizio; le antiche terre della Mesopotamia, fertili e produttive; e l’immenso impero dei Persiani e dei Parti, che ora sono domini indeboliti e fragili.
Il percorso di Alessandro sembra quasi una marcia stravagante: per esempio, non sfrutta la vantaggiosa strada reale, sulla quale viaggiano merci, dignitari e sudditi del re di Persia. A guidarlo sono piuttosto logiche militari e di conquista: lo dimostrano sia i luoghi delle battaglie decisive sia la fondazione delle città con il suo nome. Con la vittoria di Grànico penetra in Asia minore e si spinge fino all’Egitto, che conquista e sottomette (e vi fonda la prima città con il suo nome); a Gordio prende la decisione di attaccare i Persiani, che sconfigge prima a Isso e poi a Gaugamela aprendosi la strada verso il fiume Indo, confine orientale dell’impero persiano. Qui fonda un gran numero di città-presidio. L’ultima grande battaglia è presso il fiume Idaspe (oggi nel Punjab) contro Poro (o Pururava in sanscrito), re indiano dell’attuale Pakistan. Ma ora è il suo stesso esercito, ormai stanco, a fermarlo. Si pone per Alessandro il problema del ritorno a casa, che avviene, dopo la divisione dell’esercito a Pattala, in parte via terra e in parte sulla flotta fatta costruire e affidata al comando di Nearco che, penetrando nel golfo Persico, esplora territori del tutto sconosciuti ai Greci.