Terre, mari, idee - volume 1

Unità 6 L’ETÀ ELLENISTICA >> Capitolo 13 – L’ascesa della Macedonia

Nei territori orientali dell’impero Alessandro fondò, facendole popolare da coloni greco-macedoni, numerose città, battezzate con il suo nome. Fece inoltre coniare una nuova moneta, che sostenne lo sviluppo dei traffici commerciali tra il Mediterraneo e l’Oriente.
Nell’ambito della politica religiosa, fece proprio il tradizionale atteggiamento persiano di tolleranza nei confronti dei culti religiosi e dei costumi locali, ma anche nell’ambito dell’organizzazione politica, amministrativa e militare si cercò un equilibrio tra forme del potere propriamente greche e tradizioni e usi dei popoli conquistati. L’esercito fu rafforzato con il reclutamento di migliaia di soldati persiani, ma i gradi di comando furono affidati a generali di stirpe macedone e greca, che garantivano maggiore fedeltà. Per l’amministrazione dello Stato, invece, Alessandro si servì di molti funzionari persiani, posti a capo dei territori conquistati e incaricati del loro controllo.
Secondo i luoghi, Alessandro attuò diverse modalità di gestione del territorio e delle istituzioni statali. In Grecia garantì una relativa autonomia alle città, mentre in Egitto il suo potere fu di tipo assoluto, paragonabile a quello dei faraoni. Nel complesso, comunque, accettando la divinizzazione della sua figura assunse di fatto i caratteri del sovrano di tipo orientale. Pretese per esempio che al suo cospetto si compisse l’atto di prosternazione (il gesto di inchinarsi portando la mano alla bocca per offrire un bacio, in segno di riverenza). Per la prima volta, inoltre, si fece cingere il capo con il diadema, simbolo del potere tipico delle monarchie persiane. Si trattava di consuetudini ben note ai sudditi orientali, presso i quali era diffusa la concezione che il sovrano fosse un dio, ma inaccettabili per i Greci, che si consideravano cittadini e non sudditi. Questi atteggiamenti procurarono ad Alessandro l’avversione di alcuni dignitari di corte macedoni, che si rifiutarono di rivolgere al sovrano omaggi ritenuti estremamente umilianti.
Alessandro morì improvvisamente per un attacco di febbre malarica (ma non mancò il sospetto che fosse stato assassinato) nel 323 a.C., mentre era in procinto di lanciarsi in una nuova spedizione militare verso la penisola arabica. Aveva appena trentatré anni, e in soli tredici anni alla guida del suo regno aveva conquistato un impero che si estendeva in quasi tutto il mondo allora conosciuto. Per le sue imprese, gli venne attribuito il titolo di Magno (“grande”, in latino). L’unità del suo impero, però, non gli sopravvisse.

Terre, mari, idee - volume 1
Terre, mari, idee - volume 1
Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana