Unità 5 L’ETÀ CLASSICA >> Capitolo 12 – La guerra del Peloponneso e la tarda età classica

TESTIMONIANZE DELLA STORIA

ECCIDI DI GUERRA

Come in tutte le guerre, anche durante quella del Peloponneso ci furono pesanti eccidi, che Tucidide non manca di raccontare con imparzialità. In particolare ne segnala tre: Mitilene, Platea e Melo.
Sul primo ci fu anche un ripensamento da parte dell’assemblea ateniese circa le deliberazioni prese su proposta di Cleone; ma il messaggero con le nuove delibere giunse troppo tardi.
Il secondo fu opera degli Spartani, i quali avevano imposto la neutralità a Platea, in base a precedenti trattati, ma i Plateesi avevano respinto l’imposizione. Per questo motivo vennero chiamati a render ragione del loro comportamento.
Il terzo eccidio, di cui furono protagonisti gli Ateniesi, provocò anche negli storici una sorta di ripulsa, ma fu giustificato da Atene come atto di dominio del più forte sul più debole, una necessità naturale per niente in contrasto con la volontà divina. L’esercito di Atene pose sotto assedio l’isola, che non poté essere soccorsa dagli Spartani. In inverno poi da Atene giunsero rinforzi.

Gli Ateniesi, come aveva proposto Cleone, giustiziarono tutti gli altri uomini di Mitilene che Pachete aveva spedito prigionieri e che dovevano render conto, come principali promotori, della sommossa (il loro numero superava di poco i mille). Le mura di Mitilene furono atterrate e le sue navi requisite. In seguito, ai Lesbi non fu imposto un tributo: il loro territorio, tranne quello di Metimna fu diviso in 3000 lotti. Trecento vennero consacrati agli dèi, gli altri distribuiti a cleruchi che li avevano tratti a sorte, e che vi furono inviati. I Lesbi coltivavano essi stessi la terra, versando ai cleruchi la quota annuale di due mine per ciascun lotto.

Gli Spartani si considerarono oltraggiati nei propri onesti e equi propositi e perciò sciolti da ogni patto. Quindi ricominciarono a convocare al proprio cospetto un Plateese per volta e a porgli, invariata, la domanda: se durante il conflitto avesse compiuto qualche azione concreta in favore di Sparta o dei suoi alleati. Se la risposta era negativa, l’interrogato, fatto uscire, subiva il supplizio: senza nessuna eccezione. Tra i cittadini di Platea le vittime non furono meno di duecento. Caddero anche venticinque Ateniesi che collaborarono a sostenere l’assedio. Le donne furono vendute come schiave.

L’assedio fu stretto con più ferreo vigore. Inoltre in seno ai Meli ci fu un tradimento: ed essi si videro obbligati alla resa senza condizioni. Gli Ateniesi passarono per le armi tutti i Meli adulti che caddero in loro potere, e misero in vendita come schiavi i piccoli e le donne. Si stabilirono essi stessi in quella località, provvedendo più tardi all’invio di cinquecento coloni.


Tucidide, La guerra del Peloponneso, III, 50; III, 68; V, 116, trad. di E. Savino, Garzanti, Milano 2007

PER FISSARE I CONCETTI
  • La guerra del Peloponneso è stata occasione per episodi di inaudita ferocia.
    Leggi con attenzione i testi e prova a trarre le tue conclusioni: quali sono le azioni punitive di Sparta e Atene e per quali ragioni lo scontro si fa così feroce?

Terre, mari, idee - volume 1
Terre, mari, idee - volume 1
Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana