SOLONE LEGISLATORE E POETA
Oltre che legislatore, Solone fu poeta, convinto assertore del valore della parola nell’esercizio della vita politica. Dei suoi scritti ci restano alcuni frammenti, utili a ricostruire qualche aspetto della sua biografia ma soprattutto a interpretare il suo progetto politico e le ragioni che lo motivavano. Nei brani qui proposti, egli rivendica i successi della sua azione riformatrice, svolta per il bene di Atene.
“Questo mi detta il cuore d’insegnare agli Ateniesi: il Malgoverno è fonte di rovina; il Buongoverno è fonte d’ordine e di misura, getta spesso i colpevoli in catene, appiana asprezze,
limita la sazietà, cancella la prepotenza, secca in boccio i fiori del male, addrizza le sentenze storte, mitiga la superbia, sopisce la discordia, la bile dei dissidi funesti: allora gli uomini non hanno che saggezza ed equità.
Detti al popolo tanto potere quanto basta, nulla togliendo alla sua dignità né dandogliene di più; e anche a quelli che avevano potenza ed erano ammirati per le loro ricchezze,
provvidi che nessuna offesa fosse arrecata. E resistetti protetto da un forte scudo di fronte agli uni e agli altri, e non permisi che nessuno dei due gruppi prevalesse ingiustamente.
E in quest’Atene fondata dai numi quante persone riportai, vendute ingiustamente o giustamente! E gli esuli per la fame, che a furia di vagare, non parlavano più la nostra lingua, e quanti in patria, turpemente schiavi, tremavano agli umori dei padroni li ho fatti tutti liberi. Al potere, io conciliai la forza e la giustizia e compii ciò, secondo le promesse.
Per sancire i diritti di ciascuno scrissi norme per umili e potenti. […] In mezzo a questi io
stetti, termine di confine. Se una volta fossi stato d’accordo coi nemici, e poi con gli altri nei loro complotti, di molti la città sarebbe vedova. Mi rinsaldai perciò da tutti i lati: lupo tra molti cani mi aggirai.”
Solone, Fr. 3 D.3; Fr. 5 D.2; fr. 24 D., trad. di F.M. Pontani, Einaudi, Torino 1969