La struttura dei templi greci più arcaici derivava da quella del mégaron miceneo: un edificio la cui sala centrale era coperta da un soffitto sostenuto da quattro colonne. In seguito, alla struttura centrale fu aggiunto un ampio
colonnato, che circondava tutta la costruzione contribuendo a renderla più solenne. Per quanto monumentali, i templi hanno sempre forme armoniose, semplici e razionali. Gli spazi interni, pur variando nel tempo, nelle dimensioni e in relazione ai luoghi di costruzione, hanno sempre due elementi stabili: il naos, cioè la “cella”, e il prònao, pro-naos, davanti al naos.
La cella è il luogo interno dove sono custodite le statue del dio/dea a cui il tempio è dedicato. È a pianta rettangolare, in genere buia, senza lampade, per dare solennità e sacralità al luogo. Il porticato antistante ha la funzione di filtro tra la realtà umana e la realtà divina.
All’inizio i templi erano costruiti interamente in legno, ma già in epoca arcaica si affermò l’uso della pietra e del marmo, con la decorazione delle colonne secondo diversi stili, definiti in base alle aree in cui si affermarono.
Tra i templi più antichi ci sono il santuario dedicato alla dea Hera, moglie di Zeus, a Perachora, costruito nell’VIII secolo a.C. sull’istmo di Corinto e divenuto ben presto uno dei più ricchi, grazie alle offerte di gioielli, scarabei sacri, oro; e l’Heràion di Olimpia, costruito nel VII secolo a.C., anch’esso dedicato a Hera, destinato a diventare il principale.
