Terre, mari, idee - volume 1

Unità 4 LE ORIGINI E L’ETÀ ARCAICA >> Capitolo 8 – Dal medioevo ellenico alla nascita della pólis

Dal punto di vista culturale e politico, le conseguenze della colonizzazione furono di ampia portata. Grazie a essa il fenomeno urbano – nella forma specifica della pólissi diffuse nel mondo mediterraneo, e a sua volta influenzò lo sviluppo delle póleis sul suolo greco, accentuandone i caratteri egualitari, come si è detto, e fungendo da modello per le prime legislazioni scritte.
Se si guarda alla storia della civiltà mediterranea e occidentale, poi, l’espansione greca produsse un risultato straordinario: si formò un’area comune all’interno della quale ogni popolo imitò o assorbì esempi e modelli dall’altro, dando vita a una circolarità di culture. L’esempio più evidente è l’alfabeto: i Greci avevano adattato alla loro lingua i segni alfabetici fenici e a loro volta li diffusero nelle colonie.

Il processo di formazione dell’identità greca

Prima che modello da imitare i Greci furono essi stessi attenti imitatori. Dai popoli orientali, oltre alle tecniche di navigazione e di scrittura, assorbirono idee e canoni estetici che rielaborarono e fecero propri per poi diffonderli a loro volta insieme alla loro cultura, agli stili di comportamento sociale e politico, alle innovazioni economiche. Complessivamente, dunque, la colonizzazione non implicò una semplice ellenizzazione dei territori coinvolti, ma la formazione di una civiltà originale nella quale, durante l’età arcaica, le influenze culturali e politiche seguirono soprattutto un percorso che dalla “periferia” (la Magna Grecia, la Sicilia) portava al centro (la Grecia propriamente detta). Basti pensare che le prime scuole filosofiche e mediche nacquero in Magna Grecia, a Elea e a Crotone (quest’ultima famosissima in tutto il mondo greco per i suoi medici). Ciò non toglie che molti coloni greci percepissero se stessi come portatori di una cultura superiore a quella dei popoli indigeni con cui entravano in relazione. Proprio il contatto con le popolazioni locali stimolò l’acquisizione di un’identità greca meglio definita, che poi divenne comune a tutti i Greci indipendentemente dal particolarismo politico che caratterizzava la loro società.
Quest’identità si formò dunque sia per “contaminazione”, sia per “opposizione”, sulla base dell’idea della superiorità greca rispetto agli altri popoli conosciuti. Non a caso i primi a sentirsi “greci” furono i coloni dell’Asia Minore, circondati da gente straniera e talvolta ostile, chiusi nelle loro città murate oltre le quali si aprivano vasti spazi poco conosciuti. Fu proprio tra questi coloni che il racconto omerico risvegliò echi ed entusiasmi che i Greci delle terre d’origine ancora non condividevano. Omero divenne testo di riferimento per gli “emigranti”, prima di diventare il fondamento di tutta la cultura greca.
La graduale formazione dell’identità greca è riscontrabile anche nell’evoluzione del nome con cui venivano identificati gli abitanti della Grecia e delle colonie. Secondo Tucidide, infatti, le genti che stavano sulla «terra chiamata ai nostri giorni Grecia» solo molto più tardi «ebbero nome di Greci». Prima, durante l’età arcaica e classica, essi non si definivano “Greci”: in origine questo era soltanto il nome di una tribù dell’Epiro (Graikói). Il termine con cui preferivano definire se stessi (a partire dal VII secolo a.C.) era invece Elleni, derivante da una piccola località della Tessaglia (Ellade) o forse da una tribù stanziata presso Dodona, nell’Epiro, denominata Sélloi o Hélloi (anche in questo caso, quindi, il nome identificativo di tutta la civiltà greca avrebbe avuto in origine una localizzazione molto più circoscritta).

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Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana