Unità 4 LE ORIGINI E L’ETÀ ARCAICA >> Capitolo 8 – Dal medioevo ellenico alla nascita della pólis

TESTIMONIANZE DELLA STORIA

OMERO ED ESIODO: SGUARDI SUL MARE

Per i Greci il rapporto con il mare generò sempre emozioni contrastanti, e dovettero “imparare” ad andar per mare, vincendo paure ancestrali, come dimostra il confronto tra questi testi.
Il primo brano, tratto dall’Odissea, testimonia quali possano essere i pericoli del mare. Nel secondo, tratto da Le opere e i giorni di Esiodo, uno dei primi testi letterari pervenutoci, emerge il pericolo rappresentato dalla navigazione, soprattutto se affrontata nella stagione invernale, tanto che l’autore esorta a dedicarsi alla terra e a tirare la barca in secco assieme alle diverse attrezzature, per evitare che possano rovinarsi mentre si attende la stagione opportuna.

Noi ci imbarcammo subito e navigammo sul vasto mare,
dopo avere alzato l’albero e issato la vela bianca.
Ma quando avevamo lasciato l’isola e non appariva
nessun’altra terra ma solo il cielo e il mare,
allora il figlio di Crono1 distese una nube scura
sopra la nave, e sotto s’annebbiò il mare.
Non per molto ancora corse la nave; arrivò all’improvviso
Zefiro2 urlando, con una bufera violenta;
la raffica di vento spezzò gli stralli3 dell’albero,
tutti e due; l’albero cadde indietro, e gli attrezzi si riversarono
nella sentina.4 L’albero, cadendo a poppa,5
colpì in testa il pilota e gli ruppe tutte
le ossa della testa e lui, come un tuffatore,
precipitò dal ponte; il nobile animo abbandonò il corpo.


Omero, Odissea, XII, vv. 401-414, trad. di G. Paduano, Einaudi, Torino 2010

Se della pericolosa navigazione ti coglie desiderio,
Quando le Pleiadi,1 la forza potente di Orione2
Fuggendo, cadano, nel mare nebbioso,
Allora certo imperversano soffi d’ogni sorta di venti.
E allora di non dirigere più navi sul mare vinoso,
Ma di lavorare la terra ramméntati, a ciò ti esorto,
Tira in secco la nave e puntellala con pietre
Da ogni parte, che fermino la forza umida dei venti tempestosi,
Tolto il tappo, perché non marcisca alla pioggia di Zeus.
Riponi a casa tua gli attrezzi che vi sono disposti,
Ripiegate con cura le ali della nave che il mare attraversa;
Appendi il ben fatto timone sopra il fumo (del focolare);

Quanto a te, aspetta la stagione della navigazione, finché sopraggiunga.


Esiodo, Le opere e i giorni, vv. 618-630, trad. di C. Cassanmagnago, Bompiani, Milano 2009

PER FISSARE I CONCETTI
  • Sintetizza il rapporto dei Greci con il mare così come emerge dai brani proposti. Porta a sostegno della tua opinione passi tratti dai testi.

Terre, mari, idee - volume 1
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